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Con una colletta aiutano clochard a tornare a casa

di Redazione

Tra un ricovero e l’altro, dormiva da sei mesi nella sala d’attesa del Pronto soccorso dell’ospedale Loreto Mare. Poi la generosità di infermieri, oss e altri operatori sanitari ha fatto sì che potesse tornare a casa sua, a Cagliari. È la storia a lieto fine di una clochard con gravi problemi di salute.

Loreto Mare, infermieri e oss aiutano clochard con una colletta

Il Pronto soccorso dell'ospedale Loreto Mare

Da sei mesi dormiva nella sala d’attesa del Pronto soccorso dell’ospedale Loreto mare. Si lavava nei bagni del nosocomio, prendeva pasti e vestiti offerti dal personale. Maria (nome di fantasia) è una clochard di 49 anni nata a Cagliari con gravi problemi di salute che, tra un ricovero e l’altro, aveva cominciato a ‘vivere’ nell’ospedale di via Vespucci.

Di notte nella saletta riservata ai familiari in attesa dei pazienti si rifugiano diversi senzatetto, che si sistemano nell’area davanti al triage. La donna, di poche parole, durante la permanenza nel pronto soccorso ha confidato a un’operatrice sociosanitaria in servizio nella struttura di voler tornare a casa da sua madre e suo figlio, ma di non avere il denaro necessario per il viaggio in nave.

Il personale ha segnalato il caso agli assistenti sociali, ma la signora è rimasta nella sala d’attesa. È iniziata così la colletta di una decina di infermieri e operatori che hanno raccolto i soldi per far tornare Maria a casa. Una piccola somma che ha consentito alla donna di andare a Cagliari con un pasto per il viaggio e soldi in tasca.

Molti senzatetto dormono nella sala d’attesa del Loreto mare e con l’arrivo del freddo aumenteranno – hanno spiegato gli operatori a Repubblica (Napoli), che ha riportato la notizia – A questa signora abbiamo dato cibo e vestiti, si lavava nel bagno del pronto soccorso. Ma è malata, non poteva vivere in queste condizioni: ha bisogno dell’aiuto dei suoi familiari. Bisognerebbe trovare una sistemazione adeguata anche per gli altri senzatetto che sono nell’ospedale.

Un infermiere libero dal servizio ha accompagnato la clochard in taxi fino al porto. La donna aveva con sé il biglietto e la denuncia di smarrimento dei documenti di riconoscimento. Grazie, sono felice di tornare a casa, ha detto al suo accompagnatore. Con un piccolo gesto da parte di tutti abbiamo realizzato un grande desiderio, dicono gli infermieri, che preferiscono restare anonimi. Speriamo che la solidarietà sia da esempio a chi come noi lavora in prima linea e che questa struttura ormai svuotata di molte funzioni resti aperta per il bene dei cittadini e degli ultimi.

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