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Napoli, tamponi a finti dipendenti Asl in cambio di soldi

di Redazione

Si sarebbero appropriati di materiale appartenente alla Pubblica Amministrazione per eseguire tamponi molecolari al fine di effettuare gli esami nei confronti di terzi, dai quali avrebbero percepito un illecito compenso, inserendone i nominativi nella lista dei dipendenti Asl per legittimare la lavorazione del prelievo. Il Gip ha emesso una misura cautelare interdittiva sospendendo dall'esercizio del pubblico servizio per un anno due infermieri dell'Asl Napoli 1. Non mancheremo di adottare tutte le misure disciplinari, comprese quelle più drastiche, previste dal nostro regolamento interno, anche a tutela del buon nome della professione, il commento di Teresa Rea, presidente Opi Napoli.

Truffa dei tamponi, sospesi due infermieri dell'Asl Napoli 1 Centro

Al termine di indagini coordinate dalla Sezione Seconda della Procura della Repubblica di Napoli, i militari del Nas di Napoli hanno dato esecuzione ad un'ordinanza applicativa della misura cautelare interdittiva della sospensione dall'esercizio del pubblico servizio per un anno emessa dal Gip nei confronti di due infermieri, in servizio all'Asl Napoli 1, gravemente indiziati dei reati di peculato, falso ideologico e truffa.

In particolare, gli indagati, nel periodo di emergenza Covid, si sarebbero appropriati di materiale, appartenente alla Pubblica Amministrazione, per eseguire tamponi molecolari al fine di effettuare gli esami nei confronti di terzi. Da questi avrebbero percepito un illecito compenso, inserendone i nominativi nella lista dei dipendenti Asl e, quindi, falsamente attestando la presenza dei requisiti legittimanti la lavorazione del prelievo. Inoltre, uno degli indagati avrebbe simulato un inesistente impedimento ad effettuare attività lavorativa per partecipare ad un corso formativo in ambito sanitario.

La condanna dell'Ordine degli infermieri

L’ordine delle professioni infermieristiche di Napoli condanna senza tentennamenti e con il massimo rigore comportamenti penalmente rilevanti commessi da propri iscritti nell’esercizio della professione. Anche sotto il profilo morale e deontologico. Se gli atti e le indagini degli inquirenti dovessero accertare, senza ombra di dubbio, quanto diffuso in queste ore dagli organi di stampa nei riguardi d’infermieri iscritti all’Ordine di Napoli, non mancheremo di adottare tutte le misure disciplinari, comprese quelle più drastiche, previste dal nostro regolamento interno, anche a tutela del buon nome della professione. Confidiamo, pertanto, completamente nell’opera della magistratura inquirente e giudicante.

Così la presidente Opi Napoli, Teresa Rea, in merito ai fatti di cronaca che vedono coinvolti due infermieri iscritti al medesimo ordine. Comportamenti simili, qualora accertati, ledono profondamente il decoro della professione infermieristica, offendono quanti esercitano con spirito di servizio e seguendo le regole deontologiche, morali che ci siamo dati. Pertanto – aggiunge Rea – l’Ordine degli infermieri di Napoli ha già avviato le procedure per una verifica interna dell’accaduto con un preciso obiettivo: non tollereremo mai azioni che siano in contrasto con la dignità e la professionalità dei circa 22000 infermieri che ogni giorno s’impegnano per garantire cure e assistenza con generosità e spirito di servizio, nei presidi ospedalieri, sul territorio e al domicilio dei pazienti.

L'Asl: Mentre ci si impegnava a fare bene qualcuno ne approfittava

Con una delibera il direttore generale dell'Asl Napoli 1, Ciro Verdoliva, lo scorso 15 febbraio, ha provveduto a sospendere dal servizio i dipendenti coinvolti e avviato il procedimento disciplinare. Facendo riferimento a quel triste periodo, in piena pandemia, Verdoliva sottolinea che sono stati giorni durante i quali ognuno di noi profondeva il proprio impegno per contenere il contagio. Fa male pensare che mentre la stragrande maggioranza dei nostri professionisti si impegnava a fare bene, qualcun altro ne approfittava per guadagnare sull'emergenza.

Anche in quel periodo così intenso e complicato non abbiamo mai abbassato la guardia, abbiamo sempre denunciato e i provvedimenti di oggi ci dicono che abbiamo fatto bene. La macchina della giustizia - continua la nota - ci assicura risultati concreti e noi abbiamo il dovere di adottare provvedimenti duri, perché siano da esempio per chi pensa di sfruttare il bisogno di salute delle persone per un proprio tornaconto.

Non è la prima volta che l'Azienda subisce l'onta di malaffare - conclude Verdoliva -, ma voglio ringraziare tutte le donne e gli uomini dell'Asl Napoli 1 Centro che invece, ogni giorno, rappresentano la buona sanità, lavorando con professionalità e passione, nonché tutti coloro che hanno profuso impegno nelle indagini.

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