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Editoriale

Cosa succede alla professione infermieristica?

di Angelo

burn-aout

I mass-media generalisti continuano ad attaccarci e come nel caso delle infermiere killer di Piombino e Lugo siamo indifendibili di fronte all'immagine della nostra professione ormai andata in fumo.

REDAZIONE. Da qualche mese si continua a parlare sui giornali, nelle televisioni, nelle radio e sui siti internet generalisti di Infermieri e di eventi di cronaca che nulla hanno a che fare con la professione e che mettono a dura prova il costante e quotidiano lavoro di tanti colleghi che hanno dedicato, dedicano e (chissà) dedicheranno la loro vita all'assistenza e all'accoglienza del paziente sofferente.

Dopo il caso di Daniela Poggiali (Lugo), accusata e condannata in primo grado per aver ucciso una paziente con una iniezione letale di potassio (in vena), oggi arriva la notizia dell'arresto di Fausta Bonino, infermiera originaria di Savona, ma operante presso il piccolo ospedale di Piombino in Toscana. Per lei l'accusa è gravissima e schiacciante: aver ucciso 13 pazienti con una overdose di anticoagulante eparinico.

Non bastavano gli attacchi dei giorni scorsi della giornalista Tiziana Panella (Tagadà, La7) che di fatto non vede bene la presenza degli Infermieri al Triage dei Pronto Soccorsi italiani, ora arrivano anche i rimbrotti del mitico Bruno Vespa, paziente-conduttore di "Porta a Porta" e giornalista di lungo corso, che ha messo letteralmente al tappeto (in diretta) la presidente della Federazione Nazionale dei Collegi IPASVI, Barbara Mangiacavalli.

Quest'ultima ha cercato in tutti i modi di far capire al conduttore che la Bonino e la Poggiali sono si due colleghe infermiere, ma anche due persone che non stanno bene.

Lo spettacolo però è lo spettacolo! E come Panella anche Vespa ha duramente attaccato gli Infermieri gettando alle ortiche anni e anni di crescita professionale e di costruzione di una immagine che è sempre più in frantumi.

Ora occorrerà lavorare e tanto per rimediare. Bisognerà ripensare e seriamente al rapporto infermieri-giornalisti, anche per evitare episodi televisivi come quello odierno.

La Mangiacavalli ce l'ha messa tutta senza riuscire però, a nostro avviso, nel suo intento; era difficile, tuttavia, rispondere alle domande incalzanti del Bruno nazionale, che in quanto ad astuzie mediatiche ne sa una più del diavolo.

Che dire? Non è forse arrivato il momento di fermarsi tutti e di riflettere seriamente su quello che sta accadendo alla nostra base? L'IPASVI capirà che è giunta l'ora di tornare a parlare dei problemi reali della professione? Non solo competenze, ma anche incompetenze e sofferenze intestine dei colleghi (da tempo Nurse24.it sta denunciando la presenza di troppi casi di burnout legati anche a suicidi di colleghi) che, spesso, si trovano a fronteggiare solatii patologie psichiatriche come quelle della Bonino e della Poggiali, che sono anche esse vittime di un sistema che ha dimenticato di controllare e di vigilare, scaricando le colpe dei singoli senza pensare alle responsabilità delle strutture in cui operano.

Non vogliamo giustificare nessuno, ma crediamo sia giunto il momento di "ripensare" alla professione e di dotarci di sistemi di controllo che prevedano precisi "percorsi di alert capaci di intercettate prima le causalità delle morti" (parafrasando quanto riferito a "Porta a Porta" dalla Mangiacavalli).

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