Nurse24.it
Scopri i master di ecampus sanità

Editoriale

Infermiere Vola Alto

di Marco Alaimo

Una riflessione sui tempi presenti, con uno sguardo al futuro. Non ti fermare davanti ai problemi, guarda oltre il piccolo recinto. I tempi non sono forse i migliori, ma sono sicuramente i più “opportuni” per la nostra categoria, per decidere del nostro futuro.

Ancora si parla di competenze e giustamente qualcuno ricordava che Florence non aveva bisogno che qualcuno le riconoscesse le competenze, “Lei stessa era competenza avanzata” e gli altri lo percepivano senza bisogno di dirlo! Era necessaria la sua presenza.

Andiamo oltre. Guardiamo oltre le nuvole, sopra di noi, intorno a noi, c’è molto da fare. E nel proseguire la nostra strada non perdiamo mai la bussola, la direzione  da seguire, che si chiama “assistenza al malato”.

Non facciamo l’errore di svendere ciò di cui siamo maggiormente competenti, ovvero la cura della persona; non diventiamo iper esperti in tecniche e processi, lasciando ad altri ciò che è sempre stato nostro. Sto parlando di “Relazioni” di cura, d’intensità di cura e di relazioni; altre categorie professionali hanno ben capito che per ritornare al malato, è necessario ritornare al processo relazionale.

Certo dobbiamo batterci per l’evoluzione, ma stiamo attenti a non accontentarci delle “briciole” degli altri, non cerchiamo il riconoscimento solo sociale o personale degli altri, vogliamo riappropriarci della centralità dell’assistenza.

Il peso sociale, economico e politico che una buona assistenza infermieristica ha come impatto sulla salute del cittadino e del sistema è enorme. Non parliamo di favole o ipotesi, ma di studi, ricerche e analisi rigorose.

Siamo importanti e necessari a tutto il Sistema Sanitario Nazionale.

In altri paesi del mondo lo hanno ben capito, tanto che l’infermiere è una professione di alto gradimento sociale e utilizzato nelle politiche sanitarie per l’efficienza dei sistemi di salute e per qualificare l’assistenza generale, è come un sigillo di garanzia.

Senza gli infermieri la qualità non è garantita

Quindi voliamo alto, andiamo sopra le polemiche, sopra i vari “sì o no”, andiamo dove ci portano le ricerche scientifiche vere, andiamo dove ci aspettano i cittadini sempre più bisognosi di noi, andiamo e non ci fermiamo, scopriremo che alla fine non eravamo poi così lontani dal necessario e indispensabile, eravamo sempre stati lì dove dobbiamo stare: accanto ai nostri malati.

Commenti (1)

Riccardo longo

Avatar de l'utilisateur

1 commenti

Quindi?

#1

Dietro questo giro di parole ho ben capito dove il collega voglia andare a parare.
Basta con la filosofia (nelle scuole si insegna prevalentemente questo).
"Vola alto" dove? L'infermiere italiano ha poco tempo anche per le relazioni umane perchè non è messo nelle condizioni di poter esercitare la professione per cui ha studiato.
La Nightingale non è vangelo purtroppo e pur considerando le caratteristiche del suo pensiero e della "filosofia", dobbiamo riconoscere che i tempi ed i bisogni degli assistiti (e non) sono notevolmente cambiati. La moderna infermieristica deve scontrarsi con le leggi regionali, con gli obiettivi aziendali e quant'altro, che esigono un infermiere "diligente e tuttofare". Non è certo la valutazione della cute durante il giroletti che fa di un infermiere un "professionista". Occorre ampliare e modificare radicalmente il piano di studi universitari per poter conferire al titolo di "laurea" il giusto peso. Tutti gli operatori sanitari devono riappropriarsi dell'aspetto umano e relazionale. Solo quando l'infermiere avrà un numero sufficiente di figure di supporto (come previsto dalla Legge) potrà dedicare più tempo ai suoi assistiti.