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Emergenza-Urgenza

Opi Benevento: professionalità infermieri 118 non va sminuita

di Redazione

La riorganizzazione del sistema 118 Sannita si è resa necessaria per la carenza di personale addetto all'emergenza, arginata grazie ad un sistema ormai riconosciuto a livello internazionale di multiprofessionalità legata alla migliore formazione per garantire la qualità del servizio. Così il presidente dell'Ordine delle Professioni Infermieristiche di Benevento, Massimo Procaccini, in una nota stampa con la quale interviene sulla polemica intorno all'assenza del medico a bordo delle ambulanze del 118, scatenata dalle dichiarazioni rilasciate dal rappresentante della Lega Luigi Barone.

Procaccini, Opi BN: Dannoso creare allarmismi ingiustificati su 118

ambulanze

Il presidente dell'Opi di Benevento interviene sulla polemica circa l'assenza del medico a bordo delle ambulanze scatenata da Luigi Barone, rappresentante Lega.

Dalle sue parole, che creano inopportuni allarmismi e preoccupazione tra la popolazione sannita, emerge un generico ed immotivato fattore di rischio per il cittadino che chiama i soccorsi, nel caso sull'ambulanza non ci fosse un medico ma soltanto un infermiere.

Non deve passare il messaggio che il cittadino è abbandonato, ammonisce il presidente Opi, ricordando altresì che anche al Triage del Pronto soccorso è un infermiere e non un medico, a valutare il paziente che vi accede.

Fornire informazioni corrette è il miglior modo per evitare anche aggressioni al personale sanitario, rimarca invitando l'esponente politico locale a rettificare le sue dichiarazioni in rispetto agli infermieri che quotidianamente lavorano con professionalità e competenza, nonostante le difficili condizioni, per curare ed assistere i cittadini.

Illustrando le ragioni che hanno portato l'Asl di Benevento ad operare questa riorganizzazione, diventata impopolare soprattutto dopo le dichiarazioni di Barone, il presidente dell'Opi coglie l'occasione per ricordare il percorso formativo, di tutto rispetto, che l'infermiere svolge per qualificarsi come professionista.

Sottolinea altresì che chi opera nel servizio di emergenza/urgenza sanitaria consegue spesso Master in area critica e nell'emergenza e segue corsi specifici su Basic Life Support Defibrillation (BLSD), Immediate Life Support (ILS), Pre-hospital Trauma Care (PTC) e Advanced Life Support (ALS). Si tratta delle più aggiornate metodologie di intervento, basate sulle migliori evidenze, per garantire il supporto delle funzioni vitali e il trattamento del traumatizzato e del politraumatizzato. A questo curriculum si aggiunge anche una formazione continua post base con corsi di aggiornamento Ecm e, non da meno, un’esperienza maturata in tanti anni di servizio, specifica.

Nonostante la carenza cronica di personale sanitario e gli scarsi esiti del concorso, la Asl è riuscita a riorganizzare il servizio rendendo disponibili più postazioni pronte a fronteggiare l'emergenza e valutare la risposta sanitaria più appropriata con l'implementazione del servizio grazie all'utilizzo di algoritmi clinico assistenziali per i mezzi di soccorso infermieristici del servizio di emergenza territoriale condivisi con il personale medico, spiega.

Ribadendo che i vari professionisti sanitari lavorano sinergicamente insieme senza conflitti, ciascuno per le proprie competenze specifiche, con l'obiettivo comune di rispondere ai bisogni di salute dei cittadini, Procaccini sottolinea che proprio in virtù di questa sinergia consolidata è possibile garantire una risposta sanitaria appropriata ed assicurare che i pazienti ricevano il livello di assistenza adeguato alla loro situazione specifica.

Considerato che la riforma del 118 richiede agli operatori sanitari un maggior impegno profuso e una aumentata responsabilità, il Procaccini chiede un’indennità aggiuntiva per gli infermieri che saranno coinvolti nel nuovo piano assistenziale, pur comprendendo le difficoltà dell'attuale sistema sanitario, perché si tratta di professionisti che sanno lavorare in tutti i setting con grande abnegazione e professionalità. In quanto ente sussidiario dello Stato, l'Ordine degli infermieri si rende disponibile a collaborare con le istituzioni a fine di garantire le migliori e più appropriate risposte ai bisogni di salute dei cittadini ma non vorremmo essere tirati per la giacca da nessuno, ancor più se per motivi di vana gloria politica, conclude.

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