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Protesta degli Oss Gesco contro il licenziamento

di Redazione

L'annunciato stato permanente di mobilitazione a Napoli da parte degli operatori socio sanitari del gruppo Gesco si concretizza oggi, 9 ottobre, con una protesta partita da piazza Trieste e Trento dove i manifestanti, fermi in tre punti diversi vicino al teatro San Carlo, hanno lanciato un appello a tutto il mondo della cultura partenopeo affinché si mobiliti con loro per chiedere il rispetto del lavoro sociale in città. Nel frattempo la prefettura di Napoli ha anticipato al prossimo venerdì 11 ottobre, alle 10:30, la convocazione di Regione Campania, Asl Napoli 1 Centro e presidente Gesco per discutere la vertenza degli operatori del Terzo settore.

Napoli, continua la protesta degli Oss. Delegazione sotto la Prefettura

La delegazione di Oss del gruppo Gesco in protesta sotto la Prefettura di Napoli

Da giorni gli Oss del gruppo Gesco sono in stato permanente di mobilitazione, al centro della quale c'è la rescissione anticipata del contratto tra l'Azienda sanitaria locale e un raggruppamento di cooperative sociali con capofila Gesco, per l'affidamento dei servizi psicosociali negli ospedali, nei centri diurni, nelle strutture residenziali, dove si assistono anziani, disabili, persone con problemi di dipendenze, malati di Alzheimer, sofferenti psichici.

Questo ha comportato il licenziamento di circa 300 operatori, dopo trent'anni di lavoro sociale. Quando l'assistenza sociale in Italia era ferma all'Ottocento e alla legge Crispi, gli operatori di Gesco c'erano. Erano al rione Traiano accanto ai ragazzi che si perdevano nella droga, erano nelle mense proletarie, erano nei manicomi per aiutare i sofferenti psichici a riacquistare la dimensione della libertà e della socialità, dopo la legge Basaglia. C'erano quando in Italia fu creato il sistema di welfare misto e alle cooperative sociali fu chiesto di occuparsi delle persone più fragili, delle famiglie in difficoltà, degli anziani, delle persone malate e degli anziani soli. C'erano durante il Covid, negli ospedali. Non si sono mai sottratti, mai scrivono nell'appello.

Per questo - aggiungono - chiediamo a tutte le donne e gli uomini di cultura di Napoli di intervenire in ogni modo possibile, affinché questa vertenza possa avviarsi ad una positiva risoluzione, e la città di Napoli, già troppo ferita da fame di lavoro e di servizi, non debba subire un'altra pesante ed ingiusta sventura. Una società priva della capacità di prendersi cura delle persone fragili è una società senza cultura. È una battaglia culturale, è una battaglia di civiltà.

Intanto, informano da Gesco, nessuna notizia né dalla Asl Napoli 1 Centro né dalla Regione Campania; mentre la prefettura di Napoli ha anticipato al prossimo venerdì 11 ottobre, alle 10:30, la convocazione di Regione Campania, Asl Napoli 1 Centro e presidente Gesco per discutere la vertenza degli operatori del Terzo settore (l'appuntamento inizialmente era stato fissato per il 16 ottobre alle 17).

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