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Assistenza Infermieristica

Disagio psichico in fase acuta nell'adolescenza

di Silvia Ancona

Aggressività, ideazione suicidaria, attacchi di panico, disturbi della condotta alimentare, abuso e maltrattamento. Questi sono solo alcuni dei disturbi mentali che rappresentano una vera e propria emergenza psichiatrica oggi. La World Health Organization ha stimato che entro il 2020 il 20% dei giovani avrà bisogno di un supporto psicologico o psichiatrico. Anche in Italia si sta assistendo ad una crescita esponenziale di soggetti adolescenti con disturbo mentale presi in carico nei DEA durante la fase acuta di malattia e che necessitano di ricovero ospedaliero.

Disturbi mentali tra adolescenti, un fenomeno crescente da gestire

Il nostro Paese sta andando incontro ad una crescente insorgenza di patologie e disturbi mentali in età giovanile, specialmente adolescenziale.

Come l'Italia, così anche nel resto del mondo come riportano i dati della World Health Organization (WHO): entro il 2020 il 20% dei giovani avrà bisogno di un supporto psicologico o psichiatrico e la causa sta nell'aumento dell'insorgenza di disagi mentali nella popolazione minorile e nel fatto che il 50% dei disturbi dell'età adulta si manifestano proprio prima dei 14 anni di età.

Diagnosticare un disturbo psichico dal decorso naturale dell'adolescenza non è per niente facile, in quanto è comune che in quell'età si manifestino sintomi aspecifici quali ansia, irascibilità, ipersensibilità, squilibri emotivi spesso causati dai cambiamenti ormonali e somatici tipici di quella fase evolutiva.

Ancora più complessa risulta essere l'assistenza infermieristica a questa tipologia di pazienti, la quale deve essere curata nei minimi dettagli, soprattutto in termini di tempestività, organizzazione dei servizi e metodo di cura.

La revisione ha voluto fornire al personale infermieristico alcuni consigli circa la pratica clinica dell'assistenza agli adolescenti ospedalizzati con disagio psichico in fase acuta. Dalla gestione degli ambienti interni alla struttura, alla valutazione del rischio di autolesionismo, al potenziamento delle risorse stesse dell'adolescente e del suo empowerment.

Per l'infermiere non è facile entrare in contatto con questa categoria di assistiti, pertanto deve adottare strategie di comunicazione al fine di guadagnarsi la fiducia dell'adolescente e poter instaurare con lui una relazione di cura.

Oltre che con l'assistito, gli operatori sanitari devono instaurare un dialogo anche con la famiglia e devono fornire supporto a quest'ultima qualora fosse necessario in quanto, accade spesso in queste situazioni che anche la famiglia venga coinvolta nell'episodio di crisi. Individuare i fattori di rischio del disturbo e dei comportamenti aggressivi e lavorare sui punti di forza dell'assistito e della famiglia può rappresentare un metodo utile ai fini del trattamento.

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