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Patologia

Reflusso gastroesofageo, la malattia del bruciore gastrico

di Ilaria Campagna

La malattia da reflusso gastroesofageo (MRGE) è caratterizzata dalla risalita di materiale acido dallo stomaco all'esofago. Si manifesta prevalentemente con bruciore retrosternale, reflusso acido, bruciore alla gola e tosse stizzosa. Nella maggior parte dei casi, la malattia da reflusso gastroesofageo non ha complicanze, mentre nel 30-35% dei casi può esitare in ulcere, restringimenti ed erosioni a livello dell'esofago.

Malattia da reflusso gastroesofageo: dalle cause alla prevenzione

La malattia da reflusso gastroesofageo (MRGE) consiste nella risalita involontaria e frequente di materiale acido dallo stomaco all'esofago; i succhi gastrici, venendo così a contatto con la parete dell'esofago provocano rigurgito acido in bocca e un intenso bruciore retrosternale. 

La risalita di materiale acido dallo stomaco all'esofago è un evento fisiologico durante la giornata e si verifica maggiormente dopo i pasti o in seguito al consumo di bevande gassate e pasti eccessivi (forma occasionale di reflusso).

Quando invece la frequenza degli episodi si ripete con continuità (almeno una volta a settimana), si parla di vera e propria malattia da reflusso gastroesofageo. E pur essendo di natura benigna, i disturbi causati dalla malattia influiscono pesantemente sulla qualità della vita di chi ne soffre.

Il reflusso gastroesofageo è molto comune in tutto il mondo e la maggior parte dei casi si verifica nella stagione primaverile e autunnale; infatti, nonostante non ci sia una causa specifica, sembrerebbe che i disturbi tipici della malattia si presentino di più in quei periodi dell'anno.

Non si può indicare con esattezza la percentuale di persone che soffrono di questo disturbo, poiché i sintomi sono spesso aspecifici e/o sottostimati, tuttavia sembrerebbe interessare il 5-7% della popolazione con cadenza settimanale, se non addirittura giornaliera.

Secondo le statistiche in Italia sarebbe il 30% della popolazione a soffrire della malattia da reflusso gastroesofageo, mentre più in generale, nei paesi occidentali riguarderebbe il 20-40% della popolazione. Nei paesi asiatici invece, questa condizione è meno frequente e colpirebbe circa il 10-20% della popolazione. Il 50% delle diagnosi totali di malattia inoltre, riguarda la fascia d'età 45-64 anni. Una percentuale che sembra aumentare a partire dai 40 anni di età, mentre non sembrano esserci differenze di incidenza tra i due sessi.

Sintomi del reflusso gastroesofageo

I sintomi della malattia da reflusso gastroesofageo possono presentarsi in modo continuo o intermittente durante la giornata; in quest'ultimo caso i momenti più frequenti sono in genere al risveglio, dopo i pasti, dopo sforzi fisici o durante la notte.

La sintomatologia inoltre, può essere legata anche ad altri fattori, come ad esempio la posizione del corpo (posizione sdraiata o piegata in avanti). I sintomi tipici della malattia sono:

  • Bruciore (pirosi) retrosternale: si irradia dalla parte bassa dello stomaco fino a torace e gola; questo sintomo può comparire o peggiorare in corrispondenza di specifici momenti della giornata

  • Rigurgito acido e amaro in bocca
  • Disfagia

Ulteriori sintomi che possono presentarsi sono:
 difficoltà di deglutizione, sensazione di nodo in gola, nausea, difficoltà digestive, tosse, raucedine, laringite o faringite, abbassamento della voce, asma, insonnia, otite, alitosi.

Reflusso gastroesofageo: diagnosi

La diagnosi di malattia da reflusso gastroesofageo è prevalentemente clinica, infatti il bruciore retrosternale e il rigurgito acido ne sono indicazioni sufficienti. In seguito si escludono altre condizioni come l'ernia iatale o problemi cardiaci e si procede, laddove la sintomatologia persista, ad una terapia con farmaci gastroprotettori.

Se neanche in seguito a un periodo di terapia ci sono miglioramenti, o si aggiungono sintomi come debolezza, anemia ed eccessivo dimagrimento, allora si procede all'esecuzione di esami diagnostici di approfondimento:

  • Gastroscopia (EGDS): si esaminano esofago, cardias, stomaco e duodeno per valutare la parete interna dell'esofago, così da evidenziare l'eventuale presenza di irritazione dovuta alla risalita dei succhi gastrici. Attraverso questa procedura è inoltre possibile effettuare prelievi (biopsie) della mucosa gastrica e del tessuto esofageo per analisi di laboratorio
  • Manometria esofagea: è utile per valutare la motilità dell'esofago e la funzionalità dello sfintere esofageo 

  • pH-impedenzometria della 24 ore: si monitora la quantità di materiale gastrico che refluisce in quel lasso di tempo 

  • Esame radiologico del tubo digerente: utile nel sospetto di malformazioni, per valutare anatomia e funzionalità di esofago, stomaco e primo tratto dell'intestino tenue

  • PPI test: si somministrano farmaci antisecretivi acidi specifici e se dopo due settimane i sintomi non scompaiono, la diagnosi viene confermata 

  • Esami ematici

L'esecuzione di esami diagnostici di approfondimento può rendersi necessaria anche in lattanti e bambini a causa della difficoltà nella descrizione dei sintomi, spesso aspecifici.

Reflusso gastroesofageo: trattamento

La terapia della malattia da reflusso gastroesofageo si basa sulla combinazione tra la correzione dello stile di vita e un'adeguata terapia farmacologica. Le indicazioni generali di comportamento sono:

  • Mangiare adeguatamente: evitare alimenti molto grassi, cibi fritti e spezie, evitare e/o ridurre cibi che potrebbero aumentare l'acidità di stomaco come il pomodoro, gli agrumi, il caffè o gli alcolici
  • Astenersi dal fumo di sigaretta

  • Mantenere un peso (specialmente la circonferenza addominale) corporeo adeguato 
mediante l'attività fisica

  • Consumare un pasto leggero per cena 

  • Evitare di coricarsi subito dopo i pasti (aspettare almeno 2 ore), soprattutto se pesanti


Complicanze e prevenzione della MRGE

L'irritazione cronica delle pareti dell'esofago dovuta al reflusso dei succhi gastrici può causare infiammazione e in seguito lesioni della mucosa gastrica, più o meno gravi: da piccole erosioni isolate fino a vere e proprie ulcere (spesso sanguinolente e dolorose) che rendono difficile la deglutizione.

Un'altra complicanza che provoca una deglutizione difficile e dolorosa è la stenosi esofagea, causata dal tessuto cicatriziale che si forma nei punti in cui sono presenti le ulcere.

La complicanza più grave però è sicuramente l'esofago di Barret, caratterizzato dal cambiamento di composizione della mucosa esofagea: le cellule dello stomaco vengono infatti sostituite da altre cellule simili a quelle che rivestono la parete interna dello stomaco. Questa condizione può essere reversibile o cronica ed è considerata in quest’ultimo caso, come uno stadio precanceroso.

Le misure preventive consistono nel mantenere o raggiungere un peso corporeo idoneo e nell'avere una dieta equilibrata:

  • Fare attività fisica regolare ma non troppo intensa, specie dopo i pasti

  • Fare pasti piccoli e frequenti
  • Evitare cibi molto elaborati e che possono aumentare la sintomatologia legata all'acidità 
gastrica

  • Preferire alimenti magri e ricchi di proteine, poiché facilmente digeribili, verdura fresca 
e frutta come melone, banana, mela o pera

  • Usare metodi di cottura salutari

  • Masticare e deglutire lentamente
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