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COVID-19

Un altro giorno Covid di ordinaria follia – Parte I

di Monica Vaccaretti

Resistere. Resistere. Resistere. Me lo dico in faccia, per svegliarmi e darmi il buongiorno, guardandomi allo specchio. Mi ha detto di fare così quel simpatico specializzando in psicoterapia a cui ho fatto il tampone l'altro giorno. Ha detto che noi infermieri siamo davvero bravi a resistere e che dobbiamo resistere ancora. Alla faccia! Mi metto pure il rossetto, so di averlo soltanto io sotto la ffp2 nera del giorno e la ffp3 bianca del turno, ma la mia collega Lorella dice che dobbiamo resistere senza lasciarsi andare. Ovvio, siamo donne oltre che infermiere. Mi trucco pure gli occhi, così l'anima la gente me la vede meglio mentre tampono, anche se spesso il mascara mi si scioglie con il caldo sotto la maschera, con le vampate di nervoso che mi vengono a sentire certe frasi della gente e con le lacrime che mi salgono a sentire certe storie dai letti d'ospedale. Mi trucco anche se il trucco non dovrei metterlo altrimenti il virus mi si appiccica sulla pelle.

È un altro giorno Covid. Il 470°, giorno più giorno meno di pandemia

"Sembra ieri e sembra già domani. Sono giorni tutti uguali. È già giugno?"

Per ricordarmi che giorno è, devo guardare il calendario appeso in cucina o, se mi viene un dubbio, chiedere ai colleghi la sera quando devo scrivere la data sui contenitori dei rifiuti speciali, pieni di guanti e tamponi, da chiudere e mandare all'inceneritore. Sembra ieri e sembra già domani. Sono giorni tutti uguali, scanditi dai turni di sei ore e dalle docce per decontaminarsi.

In mezzo ci sta quel che resta della mia vita. Devo pensare solo ad oggi. È già giugno? Fuori dalla finestra il traffico dal 26 aprile è tornato ad essere quello di un giorno normale che poi normale non è, anche se è un gran parlare di ritorno alla normalità, decisamente prima del tempo qui in Italia. Mi infastidisce. Perché non può essere normale il mondo con milioni di contagi e di morti per un virus.

Tutto dipende da che parte guardi il mondo, dicono, da che parte stai e cosa vuoi salvare. Se l'economia o la salute, mi vien da pensare. Quanti morti/die si è disposti a tollerare. Se nel problema ci stai dentro come sanitario o come il resto dei mestieri del mondo. Da che sensibilità hai e quali sono le tue priorità. Ecco da cosa dipende. E a me sembrano discorsi e giorni folli

Guardo l'alba dalla finestra. Mi piaceva il silenzio che per sedici mesi ha riempito la notte. Il silenzio del lockdown del marzo 2020 faceva paura, era la prima volta che il mondo si fermava. Era innaturale, angosciante. Da piangere. Un anno dopo questo silenzio mi sembrava normale, familiare, quasi ci stavo bene. Come nella notte dei tempi, quelli antichi e non moderni, quelli lenti e non frenetici.

Da fine aprile per sentirlo ancora bisognava aspettare sino alle 22, l'ora del coprifuoco. Mi sembrava un silenzio doveroso, rispettoso. Per i morti. Per i sanitari. Perché almeno sino alle cinque del mattino le persone smettevano di portare in giro il virus muovendosi, come avevano ripreso a fare di giorno nonostante il giallo, l'arancione ed il rosso. Che poi non si doveva uscire con ogni colore solo per motivi di lavoro, salute ed urgenza? Vi pare che questa disposizione di legge sia stata rispettata? Dopo averlo posticipato prima alle ventitré e poi alla mezzanotte, ora lo hanno abolito, almeno nelle zone bianche.

Eliminato dopo più di 200 notti, come la distanza a tavola e il numero dei commensali dentro e fuori. Perché è arrivata l'estate e si deve avere tempo per la cena al ristorante e per il dopocena. Ed io allora comincio ad avere paura. Non del virus. Della gente. Le persone sono state buone e ferme tre mesi per paura, poi sono state sempre più insofferenti alla situazione e alle restrizioni. Ora di paura non ne hanno più. Vogliono tornare a vivere. Preferiscono rischiare. Ragionevolmente. Di qualcosa si deve pur morire. O si muore di fame o di Covid, dicono anche i miei amici. E hanno ripreso a raccontare la storiella che muoiono solo i vecchi e che è soltanto un'influenza. In effetti il rischio ragionato sembra aver funzionato. Le cose funzionano, all'italiana. E siamo ormai tutti bianchi. Un non colore. Finalmente.

Ho accompagnato per mesi il caffè forte del risveglio con la rassegna stampa. Covid-19. In Brasile manca l'ossigeno e i pazienti intubati vengono legati. Covid-19. Orrore in India, il Coronavirus è uno tsunami, mai visto così prima. In questi giorni leggo che la variante indiana, nome in codice B.1.617.2 o VOC-21APR-02 ribattezzata Delta, sta contagiando alla grande la Gran Bretagna che prima tra tutte era riuscita ad abbattere la seconda ondata grazie ad una massiccia ed efficace campagna vaccinale.

Le aperture previste per il 21 giugno, solstizio d'estate, sono state posticipate di qualche settimana per dare respiro alle Terapie Intensive che si stanno riempiendo. Leggo ancora. Covid. Possibile nuova ondata con variante Delta. L'OMS Europa lancia l'allarme. Dirigente OMS: Sradicare il Covid non è al momento un obiettivo realistico. Il continente non è affatto fuori pericolo. La variante Delta ha mostrato segni di essere in grado di eludere alcuni vaccini in commercio. Secondo il Rapporto per il Global Health Summit Scienziati: SarsCoV2 sarà endemico, possibili nuove ondate nei paesi con bassa copertura vaccinale. Nessun Paese sarà al sicuro fino a quando tutti i Paesi non lo saranno.

Il Brasile e l'India, dove i sistemi sanitari sono andati al collasso per la crescita vertiginosa della curva dei contagi e per la gravità dell'infezione, sono diventati i nuovi focolai di varianti che sono già state sequenziate in Europa. Anche in Cile e in Argentina le cose stanno andando male, nonostante i vaccini in corso.

In regioni del mondo così densamente popolate e senza il rispetto rigoroso delle tre norme hand face space il virus diventa ancora più letale e poi si sposta con i viaggi in aereo, con i ritorni dall'estero per lavoro e per vacanza. O con i bagni nel Gange. La variante indiana è atterrata anche a Vicenza. Ora il Covid è arrivato pure in Nepal, sul tetto del mondo dove l'ossigeno è già rarefatto le persone stanno morendo asfissiate per il virus. Da Londra i numeri dicono che la nuova variante ha una trasmissibilità del 60% superiore rispetto alla variante Alfa e che in una settimana le nuove infezioni sono aumentate da 29.892 a ben 42.323. Leggo che tra gli ultimi 42 decessi 23 non erano vaccinati, 12 avevano ricevuto la doppia dose di vaccino e a 7 ne era stata somministrata una sola. Essendo più trasmissibile e potenzialmente più aggressiva e virulenta, la variante Delta riesce a colpire in modo grave anche i vaccinati. Sembra resista anche al Pfizer, considerato a quanto pare il miglior vaccino attualmente in commercio. O almeno è quello che si è fatto un buon nome.

Vi rendete conto di quel che sta capitando? Non credo, la gente ha in mente di andare in vacanza e di tornare alla normalità di prima senza avere più regole da rispettare. Vuole libertà. Guarda caso i notiziari da qualche giorno parlano meno di Covid, è tornato il calcio e la cronaca dei giorni normali come se il Covid non ci fosse più qui.

Ora è tempo di panem et circensis, così la gente che è stufa ed esasperata ci pensa meno e fa girare un po' l'economia del Paese. Tuttavia, si ricorda blandamente che il virus circola ancora, non è morto e non è in letargo. E si raccomanda che la responsabilità passi da istituzionale a individuale. A me pare un bel lavaggio di mani. Tutta questa faccenda mi ricorda quella di una estate fa. Il calo dei ricoveri, dei contagi, dell'indice RT ed infine dei morti. Certo. E poi è arrivato il 16 agosto. Ma come, si ricomincia?

Florence Nightingale

Il mio problema, mi hanno detto gli amici, è che sono troppo sensibile e sono troppo dentro il problema. No, il mio problema è che mi informo, leggo, mi documento. Mi piace analizzare dati e osservare i fatti. E nel frattempo vivo, ma pienamente consapevole di vivere nell'Anno Domini Pandemico 2021, so che alle pandemie ci vuole tempo per finire. Voi piuttosto, amici, mi sembrate invece indifferenti. Ma non lo sentite tutto il dolore in ogni angolo del pianeta? Dio mio, mandate loro sedativi e tutto l'ossigeno del mondo. In India si contano un milione di contagi in tre giorni e i corpi vengono bruciati sulle pire a cielo aperto. I crematori non bastano più e si accendono i fuochi nei parcheggi degli ospedali. La descrivono come un'apocalisse. Ci stanno pure i morti buttati nel Gange perché la legna non basta più e tanto son tutti miserabili poveracci, cosa vuoi che serva contarli tutti. E così da morti sono pure sottostimati, secondo l'OMS, oltre a non venire considerati in vita.

In Brasile è la terra a non bastare più, anche la foresta pluviale piange e deve concedere fosse per le lacrime degli uomini. Osservo gli occhi dei medici e degli infermieri brasiliani ed indiani, quello che dicono e quello che fanno, nei vari video della BBC che circolano a notte fonda. Capisco. E sento tutto. Viverlo come lo stanno vivendo loro ti sconvolge per sempre. Non sei più lo stesso.

La prima ondata in Italia dopo Wuhan sembra leggera in confronto, qui almeno l'ossigeno e i letti non sono mai mancati. Almeno credo, spero. Mi viene in mente che il mio collega a Londra mi ha confessato che l'ossigeno è venuto a mancare anche nel suo ospedale per due giorni interi, che hanno dovuto razionalizzare tenendo la saturazione a 80% e che hanno recuperato qualche litro usando l'estrattore dall'aria ambiente. AA. Quel 21% presente nell'aria che respiriamo tutti. Non sapevo nemmeno che esistesse un estrattore di ossigeno.

Sono infermieri come me, con la stessa tuta bianca con la riga azzurra. Ci vestono uguali. Fanno gli stessi gesti. Umani. Coraggiosi. Pietosi. Ma chi non è un sanitario non capisce fino in fondo tutto l'orrore che stanno vivendo negli ospedali e nelle strade. E se non lo capiscono nemmeno i sanitari negazionisti, come può capirlo il resto del mondo che non fa questo tuo mestiere? Mi ha detto mio padre ascoltando il mio sfogo emozionato e ragionato.

Qui invece, dopo la terza ondata ancora nell'aria, c'è aria di aperture. Si parla di ripartenza. Per dare speranza. Con numeri di aprile che non erano affatto da tana libera tutti. Ma la gente la sta vivendo così. Ha abbassato la guardia, dapprima con 400 morti al giorno e terapie intensive ancora in sofferenza, poi con meno di cento. Ad oggi, secondo i dati della Fondazione GIMBE, soltanto il 20% degli italiani è vaccinato con due dosi e il 54,5 non si è ancora vaccinato. Quando la curva lentamente decresceva siamo andati subito in pressing per il disagio economico, per la tensione sociale e per la voglia di vivere. Sembra funzionare. Ma per quanto dura stavolta?

È arrivata l'estate e come l'anno scorso ancora si va raccontando che il caldo indebolisce il Covid. Ditelo ai brasiliani e agli indiani che il virus evapora al sole. Qui lo chiamano Rischio Ragionato confidando ancora una volta sulla responsabilità delle persone e sul rispetto di regole che poi non vengono controllate e sanzionate con rigore. Anzi, qui i poliziotti che intervengono per sciogliere gli assembramenti vengono picchiati ed insultati dalla gente. Gli agenti passeggiano sotto i portici di Torino e di Bologna, nelle piazze di Roma e nei vicoli di Napoli con il casco sottobraccio chiedendo per favore alle persone di indossare la mascherina e di non affollarsi. Per non mettere fuoco su fuoco che ormai siamo una polveriera di tensione sociale. Le persone dicono di essere stanche di stare chiuse in casa e vogliono più libertà. Ed è già allarme con segnalazioni di assembramenti e violazioni delle norme anti Covid. La quarantena poi la vivono come una sofferenza. Si permettono pure di violarla.

Sono permesse nelle pubbliche piazze manifestazioni di no vax e negazionisti che gridano ancora più forte alla dittatura sanitaria e alla psicopandemia. Anche a Vicenza se ne sono raccolti 700 di questi individui, nella foto in prima pagina si riconoscono anche infermieri negazionisti e no vax dell'ospedale cittadino. Le prefetture e le questure indagano, il decreto prevede sospensioni dall'esercizio della professione se non si adempie all'obbligo vaccinale, ma sono ancora tutti al loro posto. Bergamo nega Bergamo, i bergamaschi vanno raccontando che i camion militari sono una finzione cinematografica per instaurare un regime del terrore. Molta gente la pensa così ed è inaccettabile che in queste proteste di piazza contro la scienza e lo Stato ci siano anche dei sanitari, inqualificabili. Indifendibili.

A piazza del Popolo a Roma sono scesi in piazza migliaia di sanitari raccolti in un gruppo Facebook che dice basta al clima di terrore in cui ci fanno vivere e dicono che il Covid si può curare a casa con delle semplici terapie domiciliari. Modera il tutto un conduttore radiofonico: dice che di Covid non si muore e gli infermieri e medici provenienti da tutta Italia, assembrati tenendo il metro di distanza, applaudono. E che cosa pensare degli assembramenti di 30.000 tifosi milanesi in festa per uno scudetto davanti al sagrato del Duomo? Ogni popolo ha il suo Gange. La sua fede.

Negli ultimi mesi l'infezione ha colpito i giovani. Si sono ricoverati, intubati, pronati i quarantenni e i cinquantenni. Nelle scuole i protocolli hanno funzionato, ma i ragazzi in aula si sono contagiati tanto quanto gli adulti, le classi sono state messe in quarantena, i bambini hanno portato il virus a casa dai genitori e dai nonni o da casa lo hanno portano tra i banchi, bastavano pochi giorni in presenza dopo la Dad per innescare i focolai. Evidentemente i ragazzi, tanto ligi negli istituti, si trovavano fuori dopo l'orario scolastico senza stare in sicurezza, come si legge da alcune cronache cittadine.

La campagna vaccinale è lenta, perché i vaccini scarseggiano e la gente ancora dubbiosa. Le Regioni hanno marce di vaccinazione diverse e ci sono buchi nelle prenotazioni delle varie fasce di età. Si denuncia che milioni di dosi di Astrazeneca sono ferme nei frigoriferi delle Regioni, specialmente ora che si è fatta una gran confusione tra over 60 e under 60. Si corre e si rincorre il virus. C'è il turismo da salvare, allora che si rincorrano i vaccinandi. Prima no e adesso sì. In Italia si può cambiare idea e direzione. O corrente. Si va come gira il vento.

Si vaccini nelle aziende e nelle località di villeggiatura. Si facciano pure gli open day per i giovani che hanno la maturità, avanti popolo c'è posto per tutti. Ma poi muore una giovane studentessa e la paura per Astrazeneca torna. I vaccini sono una gran cosa ed una cosa seria, da farsi con rigore e coerenza. Non ci sono evidenze scientifiche sugli effetti di mescolare due tipi di vaccini. La gente ha bisogno di certezze, di fiducia e di fare una vaccinazione consapevole. E consapevolmente i sanitari devono informare. Tra coloro che si vaccinano ci sono senz'altro quelli che lo fanno per avere il lascia passare per le vacanze perché è la prima cosa che chiedono ancora prima di essere punti: dove mi danno il greenpass?

Ma deve essere detto a ciascun vaccinando che il vaccino protegge solo da malattia grave e dalla morte e che le misure anticovid continuano anche per loro e continueranno ancora a lungo. Si vaccini ad ogni ora, sino a notte fonda, dobbiamo fare presto e vaccinare l'80% degli italiani entro settembre, dice il Generale Figliuolo. I no vax sono soltanto il 20%? E i bambini e la fascia 12-18? Si vaccini velocemente anche se i vaccinatori non si trovano dall'oggi al domani. Che poi siamo sempre noi e siamo pochi. E magari rischiamo di non andare in ferie. Spero di andarci a fine estate, da metà settembre, quando la gente sul litorale sarà poca e l'unico assembramento in spiaggia sarà quello di una infermiera con un figlio, un cane ed un gatto. E l'immensità del mare.

Infermiere

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