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infezione da Sars-CoV-2

Conseguenze a lungo termine di Covid-19

di Giacomo Sebastiano Canova

Le conseguenze sulla salute a lungo termine dei pazienti guariti da Covid-19 restano tutt’oggi un’importante area da esplorare. Tuttavia, in letteratura stanno emergendo i primi studi che indagano gli esiti dei pazienti che sono stati dimessi e che individuano i fattori di rischio associati, in particolare rispetto alla gravità della malattia. Mentre le caratteristiche epidemiologiche e cliniche, la patogenesi e le complicanze dei pazienti con Covid-19 in fase acuta sono state esplicitamente e ampiamente descritte in letteratura, le conseguenze a lungo termine della malattia rimangono in gran parte ancora da esplorare.

Manifestazioni a lungo termine dell’infezione da Sars-CoV-2

Dopo le dimissioni dall'ospedale, dai pazienti guariti da Covid-19 sono stati riportati alcuni sintomi persistenti

Attualmente sono stati pubblicati solamente pochi studi aventi una numerosità campionaria limitata e con una durata di follow-up al massimo di 3 mesi dopo la dimissione dall'ospedale. Le evidenze sin qui pubblicate hanno mostrato come dopo la dimissione dall'ospedale siano stati riportati dai pazienti alcuni sintomi persistenti quali affaticamento e dispnea, funzionalità polmonare ridotta e anomalie all’imaging toracico.

Nonostante questo, l'intero spettro delle caratteristiche post-dimissione è ancora sconosciuto e, inoltre, nessuno studio ha ancora affrontato gli esiti extra-polmonari che potrebbero persistere dopo un danno in fase acuta o che si presentino di nuova insorgenza dopo la dimissione.

Per cercare di esplorare tutti questi aspetti, alcuni ricercatori hanno condotto uno studio, pubblicato su Lancet, su un totale di 1655 pazienti dimessi dopo un ricovero ospedaliero per Covid-19. A 6 mesi dall'esordio dei sintomi, la maggior parte dei pazienti ha riportato almeno un sintomo, in particolare affaticamento o debolezza muscolare, difficoltà nel sonno e ansia o depressione.

I pazienti più gravemente ammalati avevano un aumentato rischio di presentare anomalie della diffusione polmonare, affaticamento o debolezza muscolare e ansia o depressione. La sieropositività e i titoli degli anticorpi neutralizzanti erano significativamente inferiori rispetto alla fase acuta.

I risultati della valutazione della funzionalità polmonare hanno mostrato che una percentuale considerevole (22-56%) dei partecipanti presentava un'anomalia della diffusione polmonare 6 mesi dopo l'insorgenza dei sintomi e il pattern riscontrato più comune era rappresentato da modificazioni dell’interstizio polmonare (opacità a vetro smerigliato o linee irregolari).

Tali manifestazioni erano associate alla gravità della malattia nella fase acuta. I risultati inoltre non suggeriscono che i corticosteroidi possano accelerare il recupero del danno polmonare sulla valutazione della funzionalità polmonare e sull'imaging del torace, nonostante altri studi abbiano dimostrato i benefici del trattamento con corticosteroidi per i pazienti con Covid-19.

Analizzando inoltre le titolazioni anticorpali è emerso come la sieropositività e i titoli mediani degli anticorpi neutralizzanti erano significativamente inferiori rispetto alla fase acuta e il declino degli anticorpi neutralizzanti osservato conferma la ragionevole preoccupazione per la reinfezione da SARS-CoV-2, rischio che deve essere monitorato per tuti pazienti che presentano sintomi compatibili con il Covid-19.

Lo studio in questione ha inoltre analizzato quali fossero le manifestazioni degli organi extrapolmonari a lungo termine, riportando come siano state osservate disfunzioni renali persistenti, comparsa di diabete e occorrenza di malattie tromboemboliche venose. In riferimento alle disfunzioni renali, è rilevante osservare il fatto che il 13% dei pazienti senza danno renale acuto e con eGFR normale nella fase acuta aveva un eGFR ridotto al follow-up.

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