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COVID-19

Percorso del paziente in reparto internistico intensivo

di Redazione

La gestione infermieristica dei pazienti con infezione respiratoria da SARS-CoV-2 è multispecialistica e tecnica allo stesso tempo; prevede che il professionista sia in grado di destreggiarsi in un reparto dove sono richieste competenze tecnologiche e cliniche, su un paziente complesso, come quello Covid-19.

Gestione infermieristica pazienti con infezione respiratoria da SARS-CoV-2

La gestione infermieristica su pazienti complessi, come quelli Covid-19, è multispecialistica e tecnica allo stesso tempo

Il paziente SARS-CoV-2 positivo che giunge nei reparti di medicina interna ad alta intensità di cura o sub intensivi necessita di un infermiere esperto in contesti complessi e critici e tecnologicamente all’avanguardia.

I gold standard per una gestione completa del paziente affetto da una patologia così complessa sono molteplici. La necessità di unità letto con monitoraggio in continuo dei parametri vitali, fondamentali per redigere correttamente le scale di valutazione che forniscono al personale sanitario uno standard di riferimento del decorso clinico del paziente.

Inoltre la possibilità di un ventilatore che permetta di poter attivare sul paziente diverse modalità ventilatorie (HFNC, CPAP, BIPAP) e tutta una serie di elementi aggiuntivi e personalizzati sul paziente, come ad esempio la possibilità di infusione di eparina sodica tramite pompa volumetrica in pazienti con embolia polmonare, caratteristica nel paziente SARS-CoV-2.

Se il paziente presenta un declassamento respiratorio (decurtazione PaO2/FiO2, maggior impegno respiratorio, peggioramento dei parametri vitali), l’utilizzo di ossigenoterapia ad alti flussi e di ventilazione non invasiva (NIV) con maschera o casco sono le moderne tecniche di supporto ventilatorio.

Successivamente all’impostazione di determinati parametri ventilatori, si effettua un’emogasanalisi a 30 minuti, poi ogni 2h e al bisogno. Alla rivalutazione, se persiste il peggioramento della gravità generale e il decurtamento del PaO2/FiO2, è possibile modificare ulteriormente i parametri ventilatori o cambiare la modalità di ventilazione e in assenza di miglioramento è necessario il trasferimento in reparti di rianimazioni o intensivi.

Insistere con la NIV non è clinicamente raccomandato per il paziente, l’affaticamento dei muscoli respiratori avviene più tardi rispetto a pazienti tipici affetti da ARDS. Nei pazienti che necessitano di NIV in maniera continuativa 24 ore su 24 per diversi giorni, per cui non può essere iniziata una terapia ventilatoria di svezzamento (passaggio in HFNC per i pasti), si deve prevedere l'alimentazione tramite sondino nasogastrico. Inoltre l'affaticamento respiratorio che può manifestarsi durante la minzione prevede anche il posizionamento di un CV.

Molti pazienti sviluppano agitazione e intolleranza all'interfaccia di ventilazione, molteplici sono i fattori di rischio: l'anzianità, l'utilizzo della NIV, l’assenza di visite dei parenti e il personale bardato dalla testa ai piedi; è quindi fondamentale prevedere dei protocolli di sedazione a base di oppioidi che tengano conto della grave insufficienza respiratoria.

La rapida evoluzione del paziente affetto da SARS-CoV-2 in situazioni di criticità e la complessità di gestione del paziente sono elementi che spingono il professionista a maturare delle competenze speciali all'interno dell’équipe sanitaria, di conoscenza e di monitoraggio.

  • Articolo a cura di Valentino Manica – Infermiere
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