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Rsa a corto di infermieri, via vincolo esclusività

di Redazione Roma

L’Opi La Spezia avanza una serie di proposte per fronteggiare la situazione di emergenza venutasi a creare. Come l’allargamento del vincolo di esclusività, un superamento reale e concreto per assicurare e sostenere le attività delle strutture socio-sanitarie nell’emergenza della carenza infermieristica.

Carenza infermieri in RSA, Opi La Spezia: allentare vincolo esclusività

Dare il placet ai dipendenti Asl che intendano effettuare turni aggiuntivi all’interno delle strutture private nel rispetto dei limiti orari imposti dalle normative. È una delle soluzioni tra le proposte formulate dall’Opi di La Spezia per arginare – o quantomeno tentare di farlo – la cronica mancanza di infermieri all’interno delle Rsa (per tamponare si assume personale dall’estero, come prevede una circolare della Regione Puglia).

Una condizione che purtroppo quasi non fa più notizia, tristemente condivisa dalle strutture anche di altre regioni, ma di recente in Liguria la situazione si è aggravata. In particolar modo, da quando hanno preso il via le assunzioni con contratti a tempo indeterminato da parte dell’Asl 5: buona parte di operatori sanitari che sta entrando in servizio negli ospedali della provincia, infatti, proviene dalla sanità privata, che inevitabilmente vede scendere, in maniera sostanziale, le proprie dotazioni organiche.

Una situazione che preoccupa non poco, come afferma il presidente dell’Opi di La Spezia, Francesco Falli. Sono tutt’altro che rare le telefonate e le mail che riceviamo dai responsabili delle Rsa nelle quali ci chiedono nominativi di infermieri per assunzioni immediate. Non ultimo per quelle a tempo indeterminato Ma, rispetto al passato, non c’è disponibilità di colleghi in questo senso. Senza considerare che negli stessi ospedali sella città c’è carenza di infermieri.

Superare l’impasse: ma in che modo? Lo stesso Falli rammenta che di possibili strategie in merito hanno discusso di recente anche i rappresentanti della Fnopi e i responsabili dei gruppi socio-sanitari, come Legacoopsociali, presenti tanto sul territorio nazionale quanto in Liguria.

Proposte come quella, già formulata lo scorso anno, che interessano ad esempio proprio l’allargamento del vincolo di esclusività, consentendo a chi lo desidera e quindi – è bene evidenziarlo – su base volontaria, oltre l’orario coperto nel “pubblico”, di esercitare anche all’interno di strutture private, permettendo subito un rapido miglioramento dell’attuale situazione, realmente critica. Non fa difetto, dunque, la Liguria dove – come in altre regioni – si propone l’attivazione di un confronto nell’ambito dell’aggiornamento delle regole di accreditamento per le strutture. Con la revisione dei modelli organizzativi assistenziali e la promozione della crescita delle varie professionalità nell’ambito del coordinamento e della pianificazione dell’intervento.

Stiamo parlando di qualcosa che, incalza Falli, la Regione ha già iniziato a intraprendere con i percorsi per operatori socio sanitari con formazione complementare. Ma il presidente dell’Opi di La Spezia guarda oltre: La richiesta di valorizzare la professione infermieristica in termini economici resta fondamentale anche nell’ottica di una maggiore appeal per i corsi di laurea, agevolando percorsi di carriera professionale in ambito manageriale e clinico su ipotesi troppo di frequente inchiodate al palo. Un esempio lampante è l’infermiere di famiglia/comunità.

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