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Vaccini

Emilia Romagna, mai più infermieri non vaccinati in ospedale

di Redazione

Nelle stesse ore in cui la macchina dell'obbligo vaccinale, pur tra qualche sobbalzo, ha imboccato la strada tracciata dalla legge, l'assessore alla Sanità dell'Emilia-Romagna, Sergio Venturi, apre un nuovo fronte, quello delle vaccinazioni degli operatori sanitari, in particolare gli infermieri.

Vaccini, l’Emilia Romagna apre all’immunizzazione degli infermieri

È una questione che dovremo affrontare nelle prossime settimane. Negli ospedali abbiamo bisogno di professionisti vaccinati, scandisce aprendo i lavori sulla giornata di studi "Chi ha paura dei vaccini?" organizzata dalla Regione per fare il punto della situazione con medici, amministratori sanitari ed esperti. Venturi parla, in particolare di pediatri, ostetriche e operatori dei reparti di ginecologia e ostetricia.

Viale Aldo Moro, assicura l'assessore, non pensa al momento di introdurre un obbligo, conta, semmai, sulla collaborazione del personale. Di certo, ha intenzione di mettere dei paletti, soprattutto per quanti possono entrare in contatto, ed eventualmente contagiare, i bambini più piccoli.

Da molti mesi stiamo lavorando con i medici responsabili della salute dei lavoratori per capire se ci sono le condizioni, come riteniamo, per salvaguardare la salute degli operatori, spiega a margine del seminario. L'idea è che vengano previste, nel momento in cui si fanno i controlli successivi anche all'assunzione in determinati reparti, condizioni legate all'immunizzazione. Insomma, o si dimostra di avere avuto una malattia, tipo il morbillo, oppure ci si immunizza contro il morbillo.

Venturi aggiunge: Non lo definirei un obbligo, direi che per lavorare in certi reparti di ostetricia, l'ostetrica deve essere immunizzata contro il morbillo, per diversi motivi: innanzitutto perché lo può prendere da una madre o da un collega, secondo perché rischia di attaccarlo a un piccolo, come accaduto nelle Marche. Del resto, ragiona l'assessore, se lo leghiamo non a un obbligo, ma a un elemento di garanzia per il dipendente, evitiamo di farne una legge. Noi non impediamo a nessuno di andare a fare l'infermiera o il medico: ma se vuoi farlo in ospedale, in ostetricia e ginecologia, devi avere la vaccinazione contro il morbillo. Questo è l'approccio che stiamo valutando.

Quindi, non con una legge. A meno che i professionisti, i medici del lavoro, non ci dicano che invece bisogna provvedere con una legge regionale. Quello a cui Venturi tiene molto è fare in modo che noi operatori diamo l'esempio per primi, altrimenti siamo meno credibili nei confronti dei genitori. Non possiamo permetterci nemmeno di entrare in un luogo, che deve essere quello in cui si guarisce, e, invece, ammalare un piccolino.

L'assessore promette la massima disponibilità nei confronti del personale: Dobbiamo superare anche la pigrizia. Sono sicuro che gli operatori sanitari mi capiscano: andremo loro incontro, andremo nei luoghi di lavoro a vaccinarli se ci sarà bisogno. Troveremo gli strumenti, ma è un elemento che non possiamo più ignorare. In numeri raccolti dalla Regione dicono che dei 404 casi di morbillo registrati sul territorio, 61 hanno riguardato operatori sanitari, circa il 13%, e che i focolai siano stati rilevati quasi tutti negli ospedali.

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