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Concorsi, la Puglia detta le regole e apre la strada

di Redazione

Rispettare i limiti di spesa, portare a compimento i concorsi in essere, attingere alle graduatorie, se esistenti, e poi solo dopo bandire nuovi concorsi. Sono le regole stabilite dalla Regione Puglia e inviate a tutti i direttori generali dell’aziende del territorio.

La Puglia scrive le regole per i concorsi

sedie per un concorso

La Regione Puglia detta le regole per i concorsi in sanità

Il dipartimento della salute della Regione Puglia, infatti, ieri ha inviato le indicazioni ai vari direttori. Si tratta di indicazioni interpretative comuni per le assunzioni del nuovo personale nel sistema sanitario regionale e la riduzione dei rapporti a tempo determinato del personale precario. La direttiva arriva dopo che a Lecce avevano dovuto pure annullare un avviso pubblico per una serie di problemi legati alla Pec aziendale, risultata piena in pochi minuti per la notevole quantità di domande arrivate.

Per fare le cose fatte bene allora la Puglia detta le regole. Al primo punto si stabilisce il tetto di spesa per ogni azienda. L’Asl di Bari ha un limite di spesa di oltre 520 milioni di euro. Brindisi di quasi 208 milioni di euro, Barletta Andria Trani di 200 milioni circa, Foggia 227 milioni, Lecce oltre 430 milioni e Taranto circa 270 milioni, solo per citarne alcune. Per un totale di quasi 2 miliardi e 300 milioni di euro.

Restando all’interno di questa forchetta, le aziende potranno procedere alle assunzioni utilizzando – specifica la missiva – esclusivamente le disponibilità finanziarie derivanti dal turnover e dalle risorse rese libere a seguito delle cessazioni dei contratti a tempo determinato. Ma non solo le aziende potranno bandire procedure concorsuali esclusivamente per i profili professionali assoggettati a turni che concorrono a garantire la piena funzionalità dell’emergenza-urgenza e i Lea. Meglio ancora se il concorso è unico a livello regionale, con il candidato che esprime la propria preferenza.

Dunque la strada per i concorsi è aperta. Ora non rimane che aspettare.

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