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20 febbraio

Il grazie di Fnopi ai colleghi in ricordo di chi non c'è più

di Redazione Roma

In vista della prima Giornata nazionale del personale sanitario, sociosanitario, socioassistenziale e del volontariato, il 20 febbraio, la presidente di Fnopi Barbara Mangiacavalli esprime il suo grazie ai colleghi, ricordando chi non c’è più. La nostra professione è il vero anello di congiunzione tra scienza e umanità.

Infermieri, il 20 febbraio un minuto di silenzio in memoria dei caduti

La Fnopi chiede per il 20 febbraio un momento di raccoglimento per ricordare i colleghi vittime del Covid e riflettere sul valore della professione

Siamo infermieri: dobbiamo sempre esserlo ed esserne orgogliosi. È il messaggio con il quale Barbara Mangiacavalli, presidente della Federazione nazionale degli Ordini degli Infermieri, chiude un’intensa lettera aperta – destinata a tutti i colleghi – scritta in vista della prima Giornata nazionale del personale sanitario, sociosanitario, socioassistenziale e del volontariato.

Un appuntamento importante quello di sabato 20 febbraio, e che ricorrerà ogni anno nella stessa data quale momento per omaggiare il lavoro, l’impegno, la professionalità e il sacrificio dell’intero personale medico, sanitario, sociosanitario, socioassistenziale e del volontariato nel corso della pandemia da Covid-19.

Proposta in primis dal paroliere Mogol e dal regista Ferzan Özpetek – istituita dal Parlamento con una norma approvata in via definitiva e all’unanimità, il 4 novembre dello scorso anno, da parte della Commissione Affari Costituzionali del Senato, riunita in sede deliberante – la Giornata rappresenta un momento di ricordo per la nostra professione che, durante la pandemia, è stata il simbolo della vicinanza alle persone, sia dal punto di vista della qualità assistenziale sia da quello del tempo di relazione. Tempo di cura, come afferma il nostro Codice deontologico.

Non solo. Poiché, continua Mangiacavalli, si tratta di una ricorrenza legata al rispetto e alla conferma che gli infermieri sono presenti e non mancano, oggi come domani, di competenza, capacità relazionale, disciplina e disponibilità – caratteristiche tipiche e peculiari della nostra professione – nei confronti degli assistiti e del servizio sanitario. A tutti gli infermieri rivolgo il mio grazie e quello della Fnopi.

Considerata solennità civile (richiesto, agli Ordini provinciali, di farsi portavoce del rispetto di un minuto di silenzio all’inizio di ogni turno lavorativo del 20 febbraio, in memoria dei colleghi che non ci sono più) – pur non determinando la riduzione dell’orario di lavoro all’interno degli uffici pubblici né di orario per le scuole – la Giornata fa leva sul principio del prendersi cura, nonché su quello di assistere e curare. Rimarcando nella lettera della Fnopi che, nel corso della pandemia la professione infermieristica ha dimostrato – e continua a dimostrare – di essere il vero anello di congiunzione tra scienza e umanità.

Le immagini degli infermieri definiti “eroi” per qualcosa che noi sappiamo bene essere il cuore della nostra professione, precisa Mangiacavalli, hanno fatto il giro del mondo, veicolando la complessa realtà (quotidiana) di professionisti che, senza fronzoli, bensì con capacità, dedizione e volontà, hanno saputo dare ai pazienti non soltanto quanto prescritto dalla scienza, ma altruismo e prossimità.

In proiezione della Giornata nazionale del personale sanitario, sociosanitario, socioassistenziale e del volontariato il pensiero va ai colleghi che hanno dato ben oltre la professionalità, perdendo la vita per fronteggiare – con attenzione, impegno, partecipazione – un virus che rappresenta ancora un pericolo per la salute. Senza dimenticare, i colleghi che con il virus non hanno avuto a che fare solo professionalmente, lottando per essere stati contagiati mentre aiutavano gli altri.

Nella lettera, però, la presidente Mangiacavalli non manca di esprimersi in merito ai riconoscimenti, nei confronti della categoria, da parte delle istituzioni, che sia pure con un po’ di fatica, stanno comunque arrivando; perlomeno, in merito ad alcuni aspetti importanti e strutturali sui quali dovremo continuare a lavorare. Migliorandoli, rendendoli sempre più concreti e attuali, aderenti alle realtà che noi infermieri viviamo ogni giorno rispetto alla professione. Che ha ancora tanto da chiedere.

Giornalista
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