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FNOPI

Incontro al Ministero per far fronte alla carenza di personale

di Redazione

Barbara Mangiacavalli, presidente della Federazione nazionale degli Ordini delle professioni infermieristiche (Fnopi) e il portavoce della Federazione, Tonino Aceti, hanno incontrato il Sottosegretario al ministero della Salute Armando Bartolazzi. Tra gli argomenti più caldi messi sul piatto, la carenza di infermieri e la necessità della valorizzazione delle loro competenze, temi che non riguardano solo la loro professione - ha commentato Bartolazzi - ma l’efficacia e la qualità dell’assistenza.

Carenza infermieri, attendere significa mettere a rischio l’assistenza

Quello della carenza di personale è uno dei problemi più grandi del Sistema sanitario nazionale. La carenza di infermieri, in particolare, è un vero rischio per la tenuta dell'intero sistema.

L'allarme sulla carenza di infermieri dalla Fnopi era già arrivato tempo fa, ma con l'arrivo di Quota 100 la situazione è in picchiata e i quasi 75mila infermieri che verrebbero a mancare, 22mila da subito, rappresentano un pericolo reale e immediato per assistenza, servizi e soprattutto pazienti.

Questo uno dei temi più caldi messi sul piatto dalla presidente Barbara Mangiacavalli e dal portavoce Fnopi, Tonino Aceti, durante l'incontro con il Sottosegretario al ministero della Salute Armando Bartolazzi, che ha invitato la Federazione degli infermieri a sistematizzare i principali aspetti che ostacolano oggi la professione per lavorare in maniera sinergica a soluzioni legislative e regolamentari condivise, che abbiano da subito i loro effetti e valorizzino la professione infermieristica.

Ma non solo. Durante l'incontro si è discusso anche del problema della stabilizzazione degli infermieri delle cooperative e con lavoro interinale, ma soprattutto delle carenze legate da anni di blocco del turn over e al taglio delle disponibilità per il personale.

È assolutamente necessario che il Governo tutto si renda conto dell’indispensabilità di superare il blocco delle assunzioni in sanità che rappresenta una delle priorità che il Ministro della Salute e i suoi sottosegretari stanno chiedendo per le nuove e necessarie politiche importanti, anzi essenziali per la sanità e la tenuta del sistema, non solo per i professionisti che ci lavorano, ma soprattutto per i cittadini e i pazienti che contano e hanno bisogno del nostro Servizio sanitario nazionale.

Il rischio è quello di vedersi sgretolare fra le mani il sistema sanitario pubblico, perché una sanità dove la carenza di personale diventa una patologia del sistema - ha evidenziato Aceti - costringe i cittadini a trovare strade alternative al Ssn per soddisfare i loro bisogni di salute e questo si traduce in un pericolosissimo smantellamento del servizio sanitario pubblico che rappresenta oggi la vera garanzia che fa dell’Italia uno dei Paesi più longevi e sani del mondo.

Sul territorio il primo tassello per far funzionare il sistema - come aveva anticipato Tonino Aceti nel corso di una lunga chiacchierata con il Direttore di Nurse24.it - sarà la valorizzazione dell’infermiere di famiglia che verrà affrontata, ha garantito il Sottosegretario, a partire dal nuovo Patto per la salute.

Già in programma per il 21 marzo un altro incontro, questa volta con il ministro della Salute, che ha convocato tutte le Federazioni degli Ordini presenti alla maxi-assemblea del 23 febbraio e, la settimana successiva, la Conferenza delle Regioni per avviare l’applicazione del protocollo d’intesa sottoscritto a dicembre, che parte dalla necessità di dover rispondere nell’attuale fase di transizione demografica, epidemiologica, sociale ed economica alle nuove sfide che riguardano il settore sanitario, in cui infermieri e Regioni hanno la stessa esigenza di tutelare il diritto alla salute nel sistema sanitario pubblico.

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