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Evento ECM

Scienza e Passione per vincere la crisi

di Sara Di Santo

Apprendere come guardare alla scienza e alla ricerca in termini di crescita professionale, ma anche come strumenti fondamentali per risanare i sistemi sanitari pubblici. Questo il leitmotiv principale del Convegno nazionale "Scienza & passione per vincere la crisi", organizzato dall'Ordine delle professioni infermieristiche di Bologna. Due giorni di riflessioni e confronto per promuovere il valore ed i valori della scienza nella formazione dei professionisti e come guida alla decisione clinica ed organizzativa.

Opi Bologna: la strada per vincere la crisi passa per ricerca e passione

Il progresso della Scienza è un valore universale dell’umanità e, oggi più che mai, non può esserci più spazio per una radicale separazione tra teoria e pratica della scienza, tra sistema scientifico e sistema sociale, poiché l'uno e l'altro reagiscono e si alimentano a vicenda.

Su questa scia il Gruppo Ricerca di Opi Bologna - insieme a Giovanni Pomponio, dirigente medico degli Ospedali Riuniti di Ancona, ideatore del programma scientifico e con il patrocinio di Fnopi e CECRI - Centro di Eccellenza per la Cultura e la Ricerca Infermieristica - ha organizzato il convegno “Scienza & passione per vincere la crisi”, costruito su temi che ruotano attorno al valore di scienza e ricerca, in particolare come motori imprescindibili per fare dei professionisti della salute i garanti di un approccio alla cura qualificato.

Il convegno è nato con degli obiettivi importanti e ambiziosi – spiega Angela Peghetti, consigliere Opi Bologna e tra i curatori dell’evento - si pone l’obiettivo di chiarire quale sia la posizione che deve assumere la ricerca in un paese moderno, come sostenere gli sforzi, rafforzare i mezzi, adattare le strutture.

Il valore e i valori della scienza

Rigore metodologico, indipendenza, trasparenza, multi-professionalità e de-gerarchizzazione sono tutti valori che appartengono alla scienza e dai quali i professionisti della salute non possono e non devono prescindere, perché i cittadini debbono fidarsi delle nostre azioni – afferma Pietro Giurdanella, presidente Opi Bologna – e la scienza deve essere l’unico volano delle scelte politiche e professionali.

E proprio a politica e cittadini è stato lanciato un messaggio forte, con la sottoscrizione del Patto trasversale per la Scienza da parte di Barbara Mangiacavalli, presidente Fnopi. Una firma che dimostra una grande visione – commenta orgoglioso l’immunologo Guido Silvestri - un messaggio veramente fondamentale, perché dice che tutti gli infermieri si impegnano a operare professionalmente secondo i dettami e i risultati della scienza.

Una firma che rappresenta un impegno preciso: portare le evidenze scientifiche alla base delle scelte legislative e di governo; una scelta che dovrebbe poter essere d’esempio anche per tutte le altre professioni sanitarie.

Un evento denso di contenuti e valori quello del 22 e 23 novembre scorsi (Aemilia Hotel Bologna); si sono alternate relazioni e letture magistrali che hanno spaziato dalla ricerca clinica come strumento per migliorare la qualità dell’agire professionale all’importanza di stratificare per realtà e per contesti affinché il messaggio che ci arriva dalla ricerca sia trasferibile alla pratica.

La sfida più grande, infatti, consiste nell'implementazione delle buone pratiche - dichiara Maria Mongardi (Direzione Generale Sanità e Politiche Sociali, Servizio Presidi Ospedalieri RER) - e qui gli operatori hanno un'importanza basilare. Conoscenza e competenza non fanno necessariamente link con comportamento. La chiave è nell'engagement dei professionisti.

E proprio sull'engagement dei professionisti ha puntato l'Ordine delle professioni infermieristiche di Bologna, che ha dato vita al progetto degli Evidence-Based Warriors, un gruppo di giovani infermieri (tutti under 36, con qualche “fuori quota”) capace di affrontare la letteratura scientifica senza soggezione, disposto a diffondere quanto imparato all’interno della comunità professionale, attraverso la pubblicazione di standard assistenziali.

Perché la ricerca deve essere di tutti, ma il futuro è dei giovani.

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