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COVID-19

Giurdanella: infermieri garanti del processo assistenziale

di Sara Di Santo

Rendere operativa a livello regionale e locale la norma, contenuta nel Decreto Sostegni, che prevede l'allentamento del vincolo di esclusività per i dipendenti del Ssn. È quanto chiedono gli infermieri, che con questa deroga potrebbero contribuire al raggiungimento dell’obiettivo di vaccinare 500mila cittadini al giorno, afferma Pietro Giurdanella, presidente dell'Ordine delle professioni infermieristiche (Opi) di Bologna.

Vaccini, Giurdanella: servono più infermieri per vero cambio di passo

La gestione dell’emergenza pandemica da Covid-19 oggi è incentrata soprattutto sulla campagna vaccinale, che ancora presenta delle criticità: Dopo il susseguirsi dei tanti ritardi per la mancanza di dosi di vaccini - spiega Pietro Giurdanella, presidente di Opi Bologna e del Coordinamento Opi della regione Emilia-Romagna - abbiamo di fronte l’obiettivo di vaccinare l’80% della popolazione entro l’estate. Un obiettivo ambizioso, ma necessario che richiede uno sforzo corale, organizzativo, umano e professionale senza precedenti.

Un obiettivo che sarebbe molto più vicino se gli oltre 270 mila infermieri che operano negli ospedali pubblici potessero essere coinvolti fin da subito. Una norma che prevede l'allentamento del vincolo di esclusività c'è, è arrivata (non senza fatica) con il Decreto Sostegni, ma il problema è che a distanza di oltre un mese nessuna Regione ha attuato tale disposizione - sottolinea Giurdanella - e ciò può avere ricadute negative se vogliamo contrastare efficacemente la pandemia.

La Federazione nazionale degli Ordini delle professioni infermieristiche (Fnopi) ha già chiesto al Governo di passare presto ai fatti su questo punto, ma toccherà poi anche ai Coordinamenti regionali lavorare e spingere affinché ogni singola regione crei degli elenchi per reclutare infermieri in libera professione che possano garantire il governo del processo vaccinale: dall’arruolamento alla somministrazione del vaccino, continua Giurdanella.

Sì, perché l'atto vaccinale non può essere ricondotto meramente all'atto tecnico; il punto sta a monte, a livello organizzativo e di presa in carico di ogni singolo cittadino e si estrinseca con l’informazione alla persona, l’accoglimento e l’accompagnamento nella gestione delle sue paure e delle sue fragilità, sottolinea Giurdanella, componente del neo eletto comitato centrale Fnopi. Tutte funzioni proprie dell'infermiere che trovano una dimensione ideale nel modello infermieristico del Care Management: un modello - continua il presidente Opi Bologna - da cui partire per implementare la complessa organizzazione oggi messa in campo negli hub vaccinali. È proprio grazie a questa organizzazione che finora è stata resa possibile la somministrazione della prima dose di vaccino ad oltre 10 milioni di cittadini.

Anche in questo caso non dobbiamo fare l’errore di pensare in un’ottica di singole prestazioni da erogare in maniera meccanicistica, ma evidenziare che una presa in carico e la gestione delle risposte ai bisogni del cittadino, della famiglia e della comunità, deve essere preceduta e seguita da una valutazione professionale che rappresenta il senso dell’assistenza infermieristica alle persone, in ogni loro contesto e secondo i principi della professione d’aiuto

Il riferimento, neanche troppo velato, è al caso della delibera del Veneto sulla formazione complementare dell'Oss, sulla quale è stata presentata un'interpellanza urgente alla Camera mentre la Fnopi, in supporto al Coordinamento degli Opi regionale, ha dato mandato agli avvocati di impugnare la delibera in oggetto e ha chiesto l'intervento diretto del Governo, in particolare del ministro della Salute Speranza, in qualità di ministro vigilante sull’assistenza e sulle professioni sanitarie, del ministro degli Affari regionali Gelmini, nella sua veste di raccordo istituzionale tra le leggi dello Stato e le Regioni e del presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, Massimiliano Fedriga.

Non solo Care Management, però. Gli infermieri, tutti, hanno un grande bisogno di vedere riconosciute, contrattualmente ed economicamente, le proprie competenze. È un nodo, questo, sul quale gli Ordini professionali hanno il dovere di dialogare e fare sinergia con i sindacati, insiste Giurdanella; in Emilia-Romagna, ad esempio, si sta lavorando a ritmi serrati su due fronti: da un lato l'implementazione le competenze esperte e specialistiche degli infermieri, così come previsto dall'ultimo CCNL del comparto Sanità, dall'altro una legge regionale che preveda pari dignità giuridica tra Direttore Sanitario e Direttore Assistenziale.

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