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Alla scoperta del nuovo codice deontologico degli infermieri

di Maria Cristina Piegari

Si è tenuto a Napoli martedi 8 ottobre, nell’Aula Magna “Gaetano Salvatore” della Scuola di Medicina e Chirurgia dell’Università Federico Secondo di Napoli, l’evento “Alla scoperta del nuovo codice deontologico delle professioni infermieristiche”: testo che è nuovo e antico insieme, denso di significati, che ha integrato tutto ciò che riguarda leggi, regolamenti e situazioni che si sono succedute negli anni nonché le nuove responsabilità nel passaggio da Collegi ad Ordini. Per chi ha amato e ama lo studio, recarsi nell'Università è come tornare a casa, uscire dal tempo contingente, rientrare nel tempo come convenzione umana, non cadenza o scadenza, ma territorio della realtà.

Opi Napoli: Infermieri alla scoperta del nuovo codice deontologico

C’è qualcosa di nuovo oggi nell’aria, anzi d’antico. Io guardo intorno e sento. Prendere a prestito le parole del poeta Pascoli ci permette di addentrarci nel cuore dell’evento organizzatosi a Napoli, che ha come colonna portante il codice deontologico delle professioni infermieristiche.

Dopo dieci anni dalla versione del 2009, il Codice si rinnova e riconosce l'infermiere come professionista, il cittadino come curato e come persona, la società nella quale viviamo e quella in cui vorremmo vivere; riconosce la normativa attuale e ne prefigura la sua evoluzione.

Il nuovo testo si presenta con molti elementi di innovazione e contemporaneità, interpretando i segni del tempo. L'evento è stato coinvolgente ed emozionante: dopo il saluto delle autorità, la presidente Fnopi Barbara Mangiacavalli ha presentato il nuovo testo.

Con il Codice abbiamo voluto salvaguardare la libertà di coscienza degli infermieri, riconoscere, quindi, gli infermieri come persone che si relazionano con un’altra persona. Esso non è una semplice enunciazione di regole, è il vero e proprio vademecum della professione, come questa deve svolgersi, come deve affrontare e risolvere i problemi, come deve rapportarsi con i pazienti, i colleghi, le istituzioni, le altre professioni.

Il Codice deontologico, come lo ha definito durante il convegno Edoardo Manzoni, infermiere Direttore Generale Istituto Palazzolo, storico e filosofo della professione, è una promessa: prendersi cura del paziente.

In esso si legge intelligibile l’adesione al modello aristotelico delle virtù che identifica l’infermiere – quale persona e quale professionista - come agente morale che persegue il bene. Sì, il bene prima di ogni cosa, prima di ogni altro fine e, soprattutto, mai assecondandolo a nessun fine. Ecco allora che questo "pro" del termine promessa diventa pro-attività che realizza il divenire proprio delle più moderne teorie scientifiche di assistenza infermieristica. Il bene prima di ogni cosa. Esso, soprattutto in una professione di servizio è sempre fine e, solo in subordine, mezzo.

Emozionante e coinvolgente è stato l'intervento di alcuni ragazzi del terzo anno del CdL in Infermieristica e del secondo anno del CdLM in Scienze Infermieristiche ed Ostetriche dell'Università partenopea, che hanno saputo interpretare il testo leggendo ogni capo del Codice.

È proprio vero: “la voce che legge dà vita alla pagina, crea il miglior libro possibile”. Gli studenti hanno saputo toccare le corde dei cuori di tutti i presenti, hanno saputo interpretare il codice pronunciando ogni termine nei tempi giusti, facendo sentire il suono della loro voce, il tono e il volume che cambiava a seconda dell'emozione che provavano, facendoci assaporare davvero il senso delle parole e delle frasi che pronunciavano.

Il futuro che guarda avanti: forse è davvero l'era del cambiamento. La lettura degli studenti è stata accompagnata da un sottofondo musicale e dalla bravissima Stefania Bruno, sand artist di fama internazionale. Stefania, muovendo le mani su un tavolo retroilluminato, ha creato immagini con la sabbia, stimolando la fantasia e suscitando emozioni ancora più forti negli spettatori.

Primary Nursing, la lectio magistralis di Marie Manthey

Ospite d’onore della giornata, la prof.ssa Marie Manthey, che ha presentato con una lectio magistralis le novità introdotte nel modello assistenziale del Primary Nursing. Lancia una sfida a tutti i professionisti: passare da un’assistenza infermieristica per compiti alla presa in carico del paziente.

La prof.ssa Manthey ha fatto della relazione col paziente il fulcro centrale della sua carriera; durante l’incontro ha sottolineato che, come aveva già espresso Nightingale, la possibilità di interagire con l’essere umano vulnerabile in modo da poter alleviare le sue sofferenze è il vero privilegio della professione infermieristica.

Il Primary Nursing nasce da un momento importante della sua vita, un ricovero in età pediatrica, a soli cinque anni, quando le sue emozioni di bambina sorpresa, spaventata, abbandonata vennero contenute proprio da un’infermiera, Florence Marie Fischer, che cominciò a prendersi cura di lei grazie alla sua empatia e alle ottime capacità relazionali.

Quel vissuto ha segnato profondamente la sua vita futura tanto da spingerla a diventare infermiera per aiutare il prossimo, cosi come Florence ha fatto con lei.

A conclusione dell'evento è stata premiata la migliore tesi di laurea in Infermieristica della Federico II. La rapida trasformazione della figura professionale dell'infermiere che oggi è un professionista della salute, ha un profilo professionale e un nuovo codice deontologico, improntati sull'autonomia e responsabilità. Dunque raccontiamoci, rendiamoci visibili, mostriamo ciò che facciamo ed esponiamo ciò che sappiamo fare.

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