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Pesaro, ubriaco aggredisce infermieri con pugni e calci

di Redazione Roma

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Giovane ubriaco si è presentato all’ospedale San Salvatore dichiarando di avere un malessere. Preso in carico dai sanitari in servizio, ha sferrato un pugno a un’infermiera, un altro a un infermiere, che cadendo a terra si è fratturato una spalla. Cgil, Cisl e Uil insorgono: Basta, occorre provvedimenti esemplari. E al Torrette di Ancona una coppia no vax crea scompiglio per distrarre i sanitari.

Aggressione al PS di Pesaro: ubriaco sferra pugni e calci agli infermieri

Il flash mob degli operatori sanitari del PS Pesaro Marche Nord. Una forma di protesta simbolica, durata un minuto, contro l'ennesimo episodio di violenza

Proseguono le aggressioni contro infermieri e medici dei Pronto soccorso italiani. L’ultimo caso si è registrato al “San Salvatore” di Pesaro, dove un 23enne del posto si è presentato in ospedale per farsi visitare, affermando di avere un malessere. Ma, trascorsi pochi minuti, il giovane ha cominciato ad urlare, aggredendo e sferrando calci e pugni agli infermieri.

Al sopraggiungere delle forze dell’ordine, chiamate con il tasto rosso collegato direttamente alla centrale, l’aggressore era ormai innocuo poiché sedato. Quindi è stato ricoverato in attesa del suo risveglio. Episodio di violenza a parte, la carenza di infermieri nei Pronto soccorso marchigiani si avverte eccome, creando file e attese di ore. Dal canto loro, però, gli operatori sono spaventati e chiedono un posto di polizia o vigilantes per difendersi dalle aggressioni. Nel frattempo, quanto accaduto al Pronto soccorso dell’ospedale San Salvatore di Pesaro ha indotto l’azienda ospedaliera Marche nord a diramare un comunicato, nel quale si precisa che il Pronto soccorso è rimasto bloccato per un’ora e mezza solo sul paziente per opportuna sorveglianza visiva, mentre il reparto era gremito di persone, circa una trentina, in attesa di assistenza.

E ancora, che l’aggressione ha coinvolto in totale cinque infermieri del Pronto soccorso, di cui uno ha riportato un trauma alla spalla. Quindi il commento del direttore, Umberto Gnudi: È stata una notte infernale, sono emotivamente scosso. Non è ammissibile che il personale, impegnato quotidianamente con grande spirito di abnegazione nella cura e nell’assistenza dei numerosi pazienti che affollano il nostro reparto, debba subire un trattamento del genere.

E chiosa: In una sola notte abbiamo trattato oltre 40 pazienti e non è stato semplice neppure trovare un posto per il ragazzo che, considerata la situazione emergenziale nella quale viviamo, doveva essere isolato in attesa dell’esito del tampone, visto che non era neppure vaccinato contro il Covid.

E mentre la direzione dell’azienda ospedaliera, congiuntamente ad esprimere la propria vicinanza all’intero personale sanitario coinvolto, comunica di aver intrapreso tutte le opportune iniziative presso l’attività giudiziaria competente, i sindacati Cgil, Cisl e Uil – che soltanto ieri, nel corso dell’incontro con l’Aran per il prosieguo del negoziato sul Ccnl Sanità Pubblica 2019/2021, hanno affrontato di nuovo il tema delle aggressioni nei confronti dei sanitari – sono intervenuti sui fatti di Pesaro attraverso una nota: Sono giorni che assistiamo a una vera e propria escalation di aggressioni fisiche e verbali nei confronti del personale sanitario. Chiediamo l’adozione di provvedimenti esemplari ma, soprattutto, ricordiamo a tutti che chi ha scelto di esercitare la professione sanitaria ha fatto una scelta di campo: stare dalla parte del paziente.

No vax aggrediscono sanitari e creano scompiglio in ospedale ad Ancona

Circa 60 chilometri. È la distanza in linea d’aria tra Pesaro e Ancona. Eppure i casi di violenza azzerano i tragitti e così nel capoluogo marchigiano – a poche ore di distanza da quanto avvenuto a Pesaro – si è registrato un altro fatto sconcertante. Una coppia di cittadini apertamente no vax ha scatenato il caos assoluto in modo scientifico, prima facendosi registrare nel Pronto soccorso di Torrette con un codice verde e poi creando scompiglio all’interno della struttura, aggredendo verbalmente i sanitari in servizio.

Stamani il personale ha tenuto un flash mob tenendo le mani in alto tanto in segno di protesta quanto di richiesta d’aiuto, perché la situazione è oramai ingestibile. Il caso della coppia no vax (poi denunciata per interruzione di pubblico servizio), in questo senso, emerge inquietante ed esplicativo. L’obiettivo era chiaro: dimostrare di riuscire a farsi ricoverare e seguire dall’ospedale sottraendo tempo e posti letto a chi ne ha davvero necessità. E ancora, di poter ricevere cure e prestazioni diagnostiche senza averne il bisogno e senza essere vaccinati né tamponati. Una sfida perversa, una sorta di Squid game tutt’altro che irreale.

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