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Patologia

Fratture del ginocchio

di Monica Vaccaretti

La frattura del ginocchio è una rottura di una delle ossa che compongono l'articolazione, la più grande in carico costituita da tre margini ossei: l'estremità distale del femore, l'estremità prossimale della tibia (piatto tibiale, ossia la superficie superiore di tale estremità) e la superficie posteriore della rotula. Queste tre strutture si organizzano tra loro dando luogo a due articolazioni funzionali, la femoro-tibiale e la femoro-rotulea. L'articolazione del ginocchio è stabilizzata da una capsula articolare e da un'importante rete di legamenti (collaterale laterale e mediale, crociato anteriore e posteriore, alare, rotuleo) ed è mossa da una serie di muscoli (quadricipite, tensore della fascia lata, popliteo, bicipite femorale, semimembranoso, semitendinoso, sartorio).

Classificazione delle fratture di ginocchio

Le fratture del ginocchio possono essere classificate in quattro gruppi:

  1. Fratture della rotula
  2. Fratture del piatto tibiale
  3. Fratture dell'estremità distale del femore
  4. Fratture della testa del perone

Cause e sintomi di frattura di ginocchio

Sono causate da cadute, incidenti stradali, lesioni derivanti da sport da contatto ed esercizio fisico.

I sintomi includono dolore (alla palpazione, al movimento e al carico) e sensibilità all'articolazione, gonfiore ed infiammazione con possibilità di ecchimosi ed ematoma, movimento limitato, gamba deformata ed incapacità di camminare e di muoverla in modo corretto, calore in prossimità della sede di frattura.

La diagnosi si basa sull'anamnesi, sull'esame obiettivo e su test clinici seguiti da esami di imaging - come la radiografia, la Tac e la risonanza magnetica - per confermare la lesione.

Trattamento

Il trattamento dipende dall'osso fratturato interessato e dal tipo di frattura. Se si tratta di fratture composte il trattamento è conservativo con immobilizzazione seguito da un ciclo fisioterapico, se invece le fratture sono scomposte il trattamento indicato è chirurgico.

Pertanto, la guarigione della lesione dipende dall'osso fratturato, dal tipo di frattura, dal trattamento e dal decorso.

La fisioterapia svolge un ruolo cruciale nel recupero delle fratture del ginocchio, sia che si instauri un trattamento conservativo che nel post-operatorio. Essa mira al recupero del movimento articolare, della deambulazione e della massa muscolare, utilizzando tecniche manuali, mezzi fisici ad alta tecnologia ed esercizi specifici.

La durata della terapia dipende da diversi fattori, tra cui l'età, il tipo di trauma, il trattamento chirurgico e il periodo di immobilizzazione. La combinazione di interventi conservativi e chirurgici, unitamente alla fisioterapia, può favorire una rapida guarigione ed il ripristino delle funzioni articolari.

Fratture della rotula

Le fratture della rotula, l'osso sesamoide più grande del corpo che si trova davanti all'articolazione del ginocchio, sono causate spesso da traumi contusivi diretti che si riscontrano frequentemente nel giovane adulto.

Si tratta di lesioni gravi che spesso necessitano di intervento chirurgico e che con il tempo possono determinare artrosi dell'articolazione femoro-rotulea. Le fratture possono essere composte e scomposte e si classificano in comminute (pluriframmentate), trasversali, sagittali (rima di frattura verticale), parcellari ed infrazioni lievi.

Il recupero funzionale può essere complicato da rigidità articolare, algodistrofia, ritardo di consolidazione fino alla mancata consolidazione e pseudoartrosi, infezione. La riabilitazione include fisioterapia, anche in scarico, mobilizzazioni con recupero dell'articolarità, esercizi per il recupero di tono e forza del muscolo quadricipite femorale con l'integrazione di elettrostimolazioni.

Fratture del piatto tibiale

Le fratture del piatto tibiale interessano una zona anatomica in cui si inseriscono i legamenti crociati e sono alloggiati i menischi, indispensabili per stabilizzare l'articolazione e garantire il corretto funzionamento.

Il piatto tibiale, che grazie alla sua superficie liscia agevola lo scorrimento del femore sulla tibia, si frattura a causa di forti contusioni dovute ad incidenti stradali o cadute da grandi altezze, quando un trauma provoca il violento urto tra la tibia e l'estremità distale del femore per cui quest'ultimo affonda nell'osso morbido del piatto tibiale, causandone la frattura.

La lesione può essere piò o meno grave, interessando anche le strutture molli che circondano l'articolazione del ginocchio. Si preferisce un trattamento conservativo a meno che non vi sia una significativa scomposizione ossea.

La cattiva guarigione comporta dolore e limitazione funzionale nonché rischio di artrosi precoce. Le fratture del piatto tibiale possono essere:

  • Semplici, composte, senza interessamento delle strutture circostanti. La terapia indicata è conservativa e consiste nell'applicazione di un gesso o un tutore
  • Complicate, ossia quando il piatto tibiale è fratturato in più parti e tendini, menischi o legamenti risultano danneggiati. Per ripristinare l'equilibrio anatomico del ginocchio, la terapia è chirurgica

Quando il carico sarà consentito e sarà recuperata parzialmente anche la mobilità, la riabilitazione è domiciliare e ambulatoriale. La mobilità avviene gradualmente grazie all'ausilio di bastoni canadesi (stampelle) quando il chirurgo consente il carico parziale o totale. La fisioterapia consente il recupero dell'articolazione rispettando le soglie del dolore e recuperando sia l'estensione e la flessione del ginocchio che il tono e la forza muscolare.

Fratture dell'estremità distale del femore

Le fratture dell'estremità distale del femore, divise in sovracondiloidee e condiloidee, sono causate generalmente da traumi ad alta energia, come cadute da grandi altezze o incidenti stradali, spesso associate a politraumi che coinvolgono cranio, torace, addome, bacino e colonna vertebrale.

La riabilitazione risulta difficile e lunga, sino a oltre un anno, specialmente se si è verificato anche un traumatismo cranico con deficit cognitivo. Queste fratture possono verificarsi anche a causa di traumi a bassa intensità, come una semplice caduta, nel caso di pazienti anziani che hanno una scarsa qualità dell'osso per osteoporosi, una protesi del ginocchio impiantata in precedenza (frattura periprotesica) o una osteoporosi localizzata nell'osso periprotesico diventato fragile.

I fattori che influenzano la guarigione sono quindi la gravità della frattura, la qualità dell'osso, la scarsa compliance nel percorso riabilitativo, la rigidità, il carico.

Le fratture pluriframmentate sono più lente a guarire, soprattutto se sono esposte con danno dei tessuti molli. Se la qualità dell'osso non è buona, i mezzi di sintesi utilizzati non sono tenuti bene in posizione e il rischio di allentamento di allentamento e rottura degli impianti è elevato. La mobilizzazione precoce inizia con la ginnastica passiva.

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