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Patologia

Pertosse, segni sintomi e vaccino

di Ilaria Campagna

La pertosse è una malattia infettiva molto contagiosa causata dal batterio Bordetella Pertussis. È caratterizzata da tosse molto forte, spesso associata ad apnea e vomito e si trasmette per via aerea attraverso le goccioline di saliva o il muco emesso con tosse, starnuti o parlando. Può colpire tutte le età, ma interessa maggiormente i bambini sotto i 5 anni e può avere un decorso particolarmente grave sotto l'anno di vita.

Pertosse, tosse convulsa o tosse canina

Assistenza al bambino con pertosse

La pertosse, detta anche tosse convulsa o tosse canina è una malattia infettiva che, a causa della facilità con cui può essere trasmessa, interessa ancora oggi milioni di persone in tutto il mondo. Importante causa di morte infantile, continua infatti a essere un problema di sanità pubblica anche in paesi con un'elevata copertura vaccinale. Nel 2016 erano circa 24 milioni le persone colpite in tutto il mondo - di cui molte nei paesi in via di sviluppo - con 160.700 decessi, mentre solamente a livello europeo sono stati 48.446 i casi registrati nello stesso anno dall'ECDC (European Center for Disease Prevention and Control).

Negli ultimi 10 anni infatti, la pertosse è riemersa con un elevato numero di casi non solo tra i bambini ancora troppo piccoli per essere vaccinati o per aver completato la serie primaria, ma anche tra adolescenti e adulti. Un aumento probabilmente dovuto a una serie di fattori come una maggiore consapevolezza della malattia, una migliore capacità diagnostica, il naturale ciclo epidemico della pertosse (ogni 3-4 anni in Europa), ma anche questioni legate ai vaccini.

Infatti, la minore protezione conferita dalla vaccinazione - l'immunità data dal vaccino acellulare diminuisce nel tempo - unita alla convinzione diffusa che l'aver avuto la malattia da bambini renda esenti dal rischio di contrarla nuovamente - a differenza di altre malattie come la varicella la pertosse non conferisce immunità a vita - permette al batterio responsabile della pertosse di continuare a circolare.

A farne le spese, con conseguenze che possono essere anche molto gravi, sono tutti quei bambini che per ragioni anagrafiche (< 1 anno e ancora di più al di sotto dei 3 mesi), come anche per la crescente deriva no vax di molti genitori, non sono ancora protetti dal vaccino.

Che cos'è la pertosse

La pertosse è una malattia infettiva altamente contagiosa provocata dal batterio Bordetella Pertussis ed è caratterizzata da una tosse persistente che può durare per più di tre settimane, spesso associata ad apnea e vomito post tussivo; un altro batterio della stessa famiglia, il Bordetella Parapertussis è all'origine di una malattia molto simile, la parapertosse, che si manifesta però con sintomi più lievi.

Annoverata fra le malattie infantili come la varicella, il morbillo, la parotite e la rosolia, la pertosse può presentarsi a qualsiasi età, ma è più frequente proprio nella prima infanzia, nei bambini sotto i 5 anni di età e ancora di più in quelli con meno di 1 anno; ma se negli adulti passa spesso inosservata a causa della sintomatologia molto lieve, nei lattanti al di sotto dei 3 mesi - non ancora vaccinati e con un sistema immunitario immaturo - può causare conseguenze molto gravi e persino il decesso, ragione per cui è molto frequente l'ospedalizzazione.

Come avviene il contagio

Il periodo di incubazione della malattia è di circa 10 giorni e il contagio avviene per via aerea attraverso goccioline di saliva o muco diffuso con tosse, starnuti, o semplicemente parlando. La pertosse è una malattia altamente contagiosa e la trasmissione avviene in circa l'80-90% dei contatti stretti del malato.

Vaccino pertosse

Il vaccino contro la pertosse è di tipo acellulare, contiene cioè solo alcune parti del batterio inattivate e purificate, incapaci quindi di produrre la malattia ma in grado di stimolare le difese dell'organismo. Questo tipo di vaccino ha meno effetti collaterali di quello a cellule intere, tuttavia conferisce un'immunità che va scemando nel tempo. Il vaccino rientra nelle vaccinazioni obbligatorie - Decreto legge in materia di prevenzione vaccinale per i minori da zero a 16 anni, approvato il 28/07/2017 (Decreto Lorenzin) - e viene somministrato in combinazione con i vaccini contro tetano, difterite, haemophilus influenzae di tipo B, poliomielite ed epatite B (vaccino esavalente).

Il vaccino è disponibile in due formulazioni:

  • Pediatrica (DTPa): somministrata ai bambini fino ai 7 anni;
  • Per adulti (dTpa): somministrata ad adolescenti e adulti e contiene componenti ridotte dei batteri di difterite e pertosse.
  • Il Ministero della Salute, sulla base dell'attuale calendario vaccinale raccomanda la vaccinazione contro la pertosse secondo il seguente schema:
  • Prima dose di esavalente al 3° mese;
  • Seconda dose di esavalente al 5° mese;
  • Terza dose di esavalente all'11°- 13° mese;
  • Dose di richiamo contro Difterite-Tetano-Pertosse-Polio (vaccino quadrivalente) al 5°- 6° anno;
  • Ulteriore dose di richiamo del vaccino quadrivalente tra gli 11 e i 18 anni;
  • In seguito ulteriori richiami sono consigliati nell'adulto ogni 10 anni, così da mantenere sempre elevata l'immunità contro la malattia ed evitare di contagiare i bambini non protetti. La vaccinazione rimane infatti al momento l'unico valido strumento di prevenzione.

Vaccino pertosse in gravidanza

L'Organizzazione mondiale della sanità insieme a società scientifiche e in Italia il Ministero della Salute, ritengono efficace per proteggere i lattanti non ancora vaccinati, la vaccinazione con dTpa delle mamme nell'ultimo trimestre di gravidanza, tra le 27 e le 36 settimane di gestazione.

Il vaccino si è dimostrato sicuro sia per la donna in gravidanza sia per il feto ed è già abitualmente utilizzato nei seguenti paesi: Stati Uniti, Regno Unito, Israele, Argentina, Nuova Zelanda.

La protezione fornita dal vaccino in questo caso è duplice, poiché la donna sviluppa anticorpi contro la pertosse in quantità tale da ridurre la possibilità di contrarla e trasmetterla al feto, e allo stesso tempo passa gli anticorpi al bambino, fornendogli una protezione fintantoché non raggiunge l'età per essere vaccinato.

Sono infatti la madre e l'interno nucleo familiare a essere spesso e inconsapevolmente la fonte di infezione per i neonati; per questo è opportuno che tutti i contatti stretti - padre, nonni, baby sitter etc - oltre alla madre siano in regola con le vaccinazioni, così da creare un ambiente protettivo (strategia cocoon o strategia bozzolo).

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