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COVID-19

Infermieri di medicina interna dicono sì in massa al vaccino

di Redazione

Massiccia l'adesione di medici e infermieri dei reparti di medicina interna alla campagna vaccinale anti Covid-19. A dirlo è un'indagine sulla vaccinazione dei sanitari condotta dalla Federazione dei medici internisti ospedalieri (Fadoi), a conferma del senso di responsabilità con il quale in questo anno di pandemia abbiamo garantito l'assistenza al 70% dei ricoverati Covid, spiega il presidente Dario Manfellotto. A preoccupare, però, sono i segnali di stress che manifestano i professionisti sanitari dopo un anno di panedemia.

Indagine Fadoi su adesione di medici e infermieri a campagna vaccinale

Indagine Fadoi: fra i pochi che ancora non si sono vaccinati, il 23% non l'ha fatto per difficoltà organizzative aziendali, solo il 9% per scelta personale

Medici e infermieri dei reparti di medicina interna dicono sì in massa al vaccino anti-Covid, che nella versione Pfizer-Biontech alza una barriera anticorpale nel 100% degli immunizzati, con effetti collaterali nel 37% dei casi, ma limitati quasi sempre a sintomi come dolore nel sito dell'iniezione, malessere generale, astenia, mialgie e artralgie, quasi sempre in forme lievi.

E se lo scudo funziona contro il virus un passo indietro lo fa anche lo stress da pandemia, che in questi mesi ha messo a dura prova i nervi dei nostri operatori sanitari, generando difficoltà di concentrazione ansia e preoccupazione e in percentuali non irrilevanti.

Sono i principali risultati di un'indagine sulla vaccinazione dei sanitari condotta dalla Fadoi (Federazione dei medici internisti ospedalieri), che hanno assistito nell'anno pandemico oltre il 70% dei pazienti Covid.

A fornire le risposte è stato un campione rappresentativo di 1.022 operatori sanitari, dei quali il 60,2% dirigenti medici, il 24,6% infermieri, il 6,3% specializzandi.

L'ampia adesione alla campagna vaccinale del personale sanitario e dei medici internisti in particolare non mi sorprende - commenta Dario Manfellotto, presidente di Fadoi - perché conferma il senso di responsabilità con il quale in questo anno di pandemia abbiamo garantito l'assistenza al 70% dei ricoverati Covid, cercando al contempo di non far mai mancare il supporto agli altri malati. Non mi stupisce nemmeno l'ottima risposta immunitaria generata dai vaccini che restano l'unica vera arma per uscire dal tunnel della pandemia. Ma adesso appare importante e necessario che parta un programma di sorveglianza fra i sanitari vaccinati, per dosare e monitorare nel tempo la risposta immunitaria degli operatori, e il rischio di infezioni o reinfezioni, al di là dei progetti di ricerca già previsti.

Preoccupano, invece, i segnali di stress ai quali sono stati sottoposti in questi mesi di lotta al virus il personale sanitario, spesso costretto a lavorare in situazioni difficili per carenze d'organico e turni di lavoro massacranti. Per questo - conclude Manfellotto - riteniamo quanto mai urgente che si avvii un piano di assunzioni nel comparto sanitario utilizzando le risorse del Recovery Plan, che prevede espressamente il rafforzamento dei reparti di medicina interna.

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