Nurse24.it

Salute

Bloomberg, Italia al quarto posto per efficienza sanitaria

di Giordano Cotichelli

In questi giorni ci si lamenta del comportamento dell’Europa verso l’Italia, della dequalificazione da parte delle agenzie di rating ed altre facezie angoscianti e di palazzo. In controtendenza, sul fronte del mondo sanitario, le cose sembrano andare in maniera positiva. Un recente studio dell’Agenzia Bloomberg, derivato dalla comparazione dei dati della Banca Mondiale, dell’Oms e di altre istituzioni internazionali, mette il nostro paese al 4° posto come efficienza sanitaria su una scala di valutazione che analizza ben 56 stati differenti.

Efficienza sanitaria, Agenzia Bloomberg: Italia al quarto posto

L’Italia si piazza dopo Hong Kong, Singapore e Spagna, ed è seguita da paesi con economie e governi più solidi, in posizioni quali: Norvegia (11), Svizzera (12), Canada e Francia (16), Finlandia (19), Olanda (28), UK (35), USA e Azerbajan (54).

Al di là di facili entusiasmi ed immediate considerazioni, i dati elaborati prendono in considerazione l’aspettativa di vita media e i costi assoluti (e relativi) delle spese sanitarie, con risultati che mettono in luce come un’alta spesa sanitaria non corrisponda necessariamente a importanti ricadute sul piano della salute.

Gli USA, che sostanzialmente sono al penultimo posto, mostrano un costo pro capite per la spesa sanitaria privata di 9.500 dollari con un’aspettativa di vita di 79 anni, la stessa della Repubblica Ceca (30) che però ha una spesa di 1.284 dollari.

Un quadro che, per assurdo, potrebbe giustificare ulteriori tagli alla spesa. In realtà l’analisi di Bloomberg mette in evidenza come il sistema sanitario di un paese sia uno strumento incluso all’interno di un quadro globale che abbraccia le questioni socio-economiche di rilievo, dall’istruzione all’occupazione, dalla qualità di vita alla prevenzione, al reddito, all’accesso ai servizi.

Insomma quei determinanti della salute di cui si è più volte parlato (e si continuerà a farlo) e che ancora beneficiano dell’onda lunga delle politiche passate che hanno permesso ad almeno due generazioni di vedere aumentata notevolmente la loro aspettativa e qualità di vita.

Per il futuro però le incertezze sono tante e, ai motivi più volte evidenziati, si aggiunge il sospetto che si voglia fare tutto, meno che premiare, incentivare, ampliare, sostenere la macchina sanitaria pubblica che crea buoni risultati.

Il dibattito politico in tema sanitario si perde fra no-vax e taglio agli sprechi, necessità di combattere le liste di attesa e, ultima arrivata, la chiamata al dibattito parlamentare sulle questioni del fine vita (facile immaginare il livello delle argomentazioni) e resta la sensazione non ci siano né le condizioni, né la volontà di affrontare questioni di più ampio respiro, di caratura uguale almeno a quella che ha dato vita al welfare italiano quaranta anni fa.

NurseReporter

Commento (0)