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I sindacati della sanità uniti per chiedere assunzioni

di Redazione

I sindacati della sanità del Lazio Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl, Anaao Assomed, Fp Cgil Medici, Cisl Medici, Uil Medici Roma e Lazio si sono riuniti oggi, all'ospedale San Giovanni di Roma, per chiedere alla Regione Lazio e al ministero della salute di mantenere gli impegni sulle assunzioni e sulla stabilizzazione dei precari.

Lazio, i sindacati uniti per chiedere le assunzioni

sindacati sanità Lazio

I sindacati della sanità del Lazio si dicono pronti allo sciopero

Dal 2006 al 2016 il personale ha perso 11.949 unità tra medici, infermieri e operatori addetti all'assistenza diretta alla persona e il rischio è di perdere altri 2.700 operatori qualora il ministero della salute imponesse solo 300 assunzioni a fronte di 3.000 pensionamenti. I sindacati sono pronti a proclamare uno sciopero generale di tutta la sanità pubblica a maggio.

Oggi siamo qui con i lavoratori per decidere le mobilitazioni - ha detto Natale Di Cola (Fp Cgil) -. Nelle prossime settimane faremo dei presidi sotto il ministero della salute e sotto la Regione Lazio e se non avremo risposte si continuerà fino allo sciopero. Abbiamo convocato gli Stati generali perché abbiamo bisogno di una sanità normale dopo dieci anni di commissariamento - ha spiegato Roberto Chierchia (Cisl Fp) -. Oltre undicimila unità in meno di personale in dieci anni ha significato meno servizi e nessuna garanzia ai lavoratori precari. A tutto questo diciamo basta. Con oggi si avvia il percorso di mobilitazione e se non avremo risposte certe arriveremo allo sciopero a fine maggio. Il Lazio ha bisogno di una sanità normale.

Chiediamo alla Regione di mantenere gli impegni che ha preso ovvero le famose assunzioni - ha aggiunto Sandro Bernardini (Uil Fpl) -. Negli ultimi 10 anni abbiamo perso più di 11.500 operatori. Solo dal 2017 al 2018 dovrebbero andare in pensione altri tremila operatori circa. Di conseguenza abbiamo assistito con stupore al calcolo matematico fatto dal Mef che per il Lazio ci possono essere massimo 300-350 assunzioni. Non c'è ricambio generazionale, quindi viene a messo a rischio l'intera struttura per dare i servizi all'utenza.

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