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Pupillometro, lo strumento che monitora la reattività pupillare

di Mauro Salvato

Il pupillometro è uno strumento che - combinando un'ottica a infrarossi ad alta precisione, una luce a LED a luminosità standard e un piccolo computer che memorizza ed elabora i dati - viene utilizzato per il controllo della reattività pupillare del paziente al fine di valutarne la condizione neurologica.

Pupillometro, il nuovo dispositivo per la valutazione neurologica

infermiera utilizza un pupillometro

Il pupillometro fornisce dati oggettivi utili al monitoraggio dello stato neurologico del paziente

È ormai a disposizione di infermieri e medici un nuovo strumento, il pupillometro, che si sta facendo strada tra le corsie delle Terapie Intensive degli ospedali italiani per la valutazione delle pupille.

Perché è necessario valutare le pupille? Perché permette di monitorare lo stato neurologico del paziente e quindi di captare eventuali danni legati al Sistema Nervoso centrale.

Negli Stati Uniti D’America e in molti paesi Europei il pupillometro viene utilizzato da molto tempo, in Italia solo da pochissimi anni (il primo reparto ad adottarlo è stato quello di Neuro-Rianimazione dell’Ospedale San Gerardo di Monza nel 2015).

A detta di alcuni infermieri che usano ormai abitualmente la pupillometria automatizzata, il pupillometro è uno strumento che ci ha dato delle informazioni che fino al giorno prima di essere utilizzato non tenevamo in considerazione, è uno strumento dal quale non si può tornare indietro.

Le dimensioni pupillari e la reattività non vengono più valutate in maniera soggettiva (mandando letteralmente quasi in pensione la lampadina tascabile), ma sono analizzate attraverso il pupillometro, il quale consente, indipendentemente dall’operatore, di valutare nel tempo l’andamento pupillare dandoci anche la possibilità di creare grafici personalizzati.

È un dispositivo manuale di facile utilizzo che fornisce dati accurati, affidabili e soprattutto oggettivi.

All’ingresso del paziente in reparto si procede a registrazioni, riguardanti:

  • il diametro pupillare (espresso in millimetri), sia a riposo (inteso come diametro massimo), sia al picco di costrizione in seguito a stimolo luminoso (inteso come diametro minimo) e conseguenzialmente il pupillometro può calcolare nel tempo l’eventuale percentuale di costrizione o di variazione del diametro;
  • la latenza (espressa in secondi), cioè la differenza di tempo tra la stimolazione retinica e l'inizio della reale costrizione pupillare;
  • la velocità sia media (VC) che massima (MCV) di costrizione;
  • la velocità media di dilatazione (DV) intesa come recupero del diametro pupillare dopo la costrizione.

Le valutazioni vengono effettuate, come per i parametri vitali, in base alle condizioni cliniche e alla stabilità emodinamica di ogni paziente: in quelli con emodinamica instabile le valutazioni vengono effettuate anche con cadenza oraria.

Il pupillometro viene utilizzato, solitamente, in pazienti sedati che presentano emorragia cerebrale acuta o cronica, trauma cranico grave, crisi epilettiche o in pazienti in stato vegetativo.

Non può essere usato, invece, in pazienti con struttura orbitale danneggiata, con un tessuto molle circostante edematoso e in presenza di ferite aperte.

Nonostante la tecnologia sia molto avanzata, la sua facilità di utilizzo lo rende uno strumento unico nel suo genere. La pupillometria automatizzata e la scala NPI permettono, quindi, di ridurre in maniera drastica gli errori legati soprattutto alla soggettività dei dati, apportando invece vantaggi, dal punto di vista del monitoraggio neurologico, sia per il paziente che per il personale sanitario.

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