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modello assistenziale

Progetto Caring per un’assistenza personalizzata

di Redazione

Il Progetto Caring: per una assistenza personalizzata ha previsto l’implementazione della pianificazione dell'assistenza con le tassonomie Nanada-I, NOC-NIC e del modello assistenziale Primary Nursing nell’UO di Medicina dell’Ospedale di Mirandola (ASL di Modena). Un modello – spiega Lorella Rebuttini, infermiera dell’U.O. di Medicina dell’ospedale di Mirandola - che garantisce più tempo per la relazione e l’ascolto e che permette agli infermieri di lavorare non più per compiti ma su pianificazione.

Assistenza personalizzata, l’esperienza dell’U.O. Medicina Asl Modena

A livello internazionale gli infermieri hanno sviluppato una serie di terminologie diverse. L'ANA (American Nurse Association) riconosce 12 terminologie standardizzate che possono essere utilizzate per sostenere la documentazione assistenziale infermieristica (ANA, 2011).

La prima è stata la Nursing North American Association Diagnosis-International (NANDA-I) riconosciuta dall’ANA nel 1973 (Gordon, 1998; Rutherford, 2008). Successivamente, ANA ha individuato e approvato ulteriori terminologie, tra cui:

  • NOC, Nursing Outcome Classification
  • NIC, Nursing Intervention Classification
  • ICNP, Classificazione internazionale per la pratica infermieristica
  • CCC, Clinical Care Classification System
  • PND, Perioperatoria Infermieristica Data

In Italia la stessa FNOPI, con un posistion statment, raccomanda l’utilizzo delle terminologie infermieristiche standardizzate validate e riconosciute a livello internazionale e in particolare suggerisce l’utilizzo di quelle maggiormente applicabili, conosciute e sviluppate nella formazione e nella pratica clinica nel nostro Paese.

Tabella 1. Le terminologie infermieristiche standardizzate raccomandate dalla FNOPI

SNT Anno di sviluppo Contenuto
NANDA International (NANDA-I, 2014) 1973 Diagnosi infermieristiche
Nursing Interventions Classification (NIC, 2013) 1987 Interventi infermieristici
International Classification Nursing Practice (ICNP, 2015) 1989 Diagnosi, interventi e risultati infermieristici
Nursing Outcomes Classification (NOC, 2013) 1991 Risultati infermieristici

Cos’è il Progetto Caring e com’è strutturato

Presso l’ASL di Modena dal 2018 è stato implementato un progetto denominato “Progetto Caring: per una assistenza personalizzata”. Il progetto, che ha interessato le professioni sanitarie e in particolare la professione infermieristica, nella quale si identifica appieno l'atto del “caring”, del prendersi cura, come mezzo di aiuto alle persone.

Tutto ciò in piena coerenza con la normativa vigente, che esplicita chiaramente:

  • Nel Profilo professionale la responsabilità dei professionisti dell’intero processo assistenziale nell’identificare i problemi, pianificare, gestire e valutare
  • Nella legge 251 del 2000 nell’utilizzare metodologie di pianificazione per obiettivi dell’assistenza
  • Nella legge Gelli (2017) di attenersi alle raccomandazioni delle linee guida pubblicate e/o alle buone pratiche

L’obiettivo principale è stato quello di rafforzare l’identità professionale, il ruolo e le responsabilità degli infermieri attraverso l’applicazione del modello assistenziale del Primary Nursing al quale affiancare un unico linguaggio per la pianificazione dell’assistenza attraverso le tassonomie internazionali NANDA-I per l’enunciazione delle diagnosi infermieristiche, i NOC per l’evidenza dei risultati sensibili all’assistenza e NIC per l’utilizzo degli interventi supportati da evidenze. Il tutto con una documentazione unica nel dipartimento internistico.

L’UO di Medicina dell’ospedale di Mirandola, ci racconta Lorella Rebuttini, infermiera che opera attivamente da diversi anni in questo servizio, ha subito notevoli cambiamenti, il primo dei quali è stato un evento naturale inaspettato quanto devastante per tutta la nostra comunità, il terremoto: il 20 maggio 2012 veniamo colpiti dal terremoto, evento che ci destabilizza, sia dal punto di vista personale che professionale. Non avevamo più punti di riferimento certi. Per diversi mesi la nostra sede lavorativa è stata cambiata, chi in CRA, chi nelle tende, chi a distanza anche di diversi km, un’esperienza emotiva complessa, che si è conclusa con la riapertura dell’ospedale di Mirandola nell’ottobre 2012 e il ripristino delle attività in una area omeogena, nuova esperienza, difficile, di omogeneizzazione di specialità differenti che si è protratta fino al 2017.

Un ulteriore cambiamento, questa volta di natura organizzativa, è avvenuto con l’insediamento della nuova direzione delle professioni sanitaria e con l’arrivo della Dott.ssa Vianella Agostinelli e la successiva partenza del progetto Caring.

Nel maggio 2018 – spiega ancora Rebuttini - iniziamo la formazione sul nuovo linguaggio GNNN, preceduto prima da una suddivisione delle UO. Un metodo, il GNNN, che attraverso l'accertamento infermieristico secondo il modello funzionale della Gordon ci permette di identificare quali sono i bisogni dei nostri assistiti e quindi di formulare diagnosi infermieristiche e di identificare dei piani assistenziali individuali (PAI).

Non è stato facile riprendere a studiare, cambiare il linguaggio e rimettersi in gioco come professionisti, ma seppur spaventati, insieme al coordinatore infermieristico, cominciamo a guardarci bene la Gordon e i PAI. Facciamo incontri di gruppo, mettiamo a disposizione all’intero gruppo le conoscenze.

Dopo questa prima fase di comprensione ed esercizio sulla tassonomia è stato il momento di applicare il Primary Nursing. Nuovo modello organizzativo-assistenziale.

Rebuttini racconta questa esperienza di implementazione: Il 3 giugno 2019 partiamo con la sperimentazione del Primary Nursing. Fondamentale in questo prima fase di formazione sul campo sono stati il coordinatore infermieristico Rita Fallerini e il collega infermiere Marco Previdi.

(*Da sinistra: Lorella Rebuttini, Rita Fallerini, Marco Previdi)

Sono stati con noi fianco a fianco (e non è una battuta) per il primo mese. Ci hanno affiancati ad ogni ingresso, ci hanno sostenuti, supportati, sopportati. Non ci siamo mai sentiti soli. Le difficoltà non ci hanno spaventati, perché loro erano sempre li al nostro fianco. È stato un mese intenso, impegnativo, ma man mano che acquisivamo conoscere e competenze vedevamo anche quanto questo nuovo modello ci desse in termini di soddisfazione personale e professionale.

Finalmente abbiamo trovato uno strumento che, dopo tanti anni, ci permette di lavorare non più per compiti ma su pianificazione

La Gordon è lo strumento che ci ha permesso di eseguire l'accertamento infermieristico per identificare i bisogni dell’assistito e successivamente di identificare le diagnosi Nanda e l'apertura di PAI, cioè di piani assistenziali personalizzati. Questo strumento ci ha permesso finalmente di utilizzare un linguaggio che fosse comune.

Il nostro percepito è che anche l'assistito e il caregiver apprezzino tutto ciò; con questo modello c’è più tempo per la relazione e l’ascolto e già l’accertamento infermieristico permette di instaurare un rapporto che va al di là di quello puramente professionale.

Tra infermiere ed assistito/caregiver si crea un’intesa particolare, si entra subito in sintonia, ci si affida l’uno all’altro, si viene a creare un rapporto di interdipendenza speciale: è come se l’infermiere dicesse all’assistito: io non posso fare a meno di te e tu non puoi fare a meno di me, perché io sono il tuo infermiere di riferimento, sono colui che si prenderà cura di te.

Ogni assistito ha un infermiere Primary (di riferimento) che si prende cura in maniera totalitaria dì lui, che ne identifica i bisogni e gli interventi e che si assicura che i colleghi associati seguano le sue indicazioni. Ogni assistito ha l'infermiere Primary che, al momento dell'accettazione, si presenta come il suo infermiere di riferimento, che ricorda il suo nome all'assistito e al caregiver attraverso il biglietto che mettiamo al letto dell’assistito perché in qualunque momento lui, i famigliari, i medici o chiunque entri nella stanza sa chi è l'infermiere Primary.

Siamo felici di aver fatto questa esperienza, di aver sperimentato per primi in Azienda questo nuovo approccio all’assistenza. Siamo convinti che come noi anche gli altri infermieri, appena capiranno i punti di forza del modello ne saranno entusiasti. Le difficoltà non mancano, tutte le cose nuove non sono facili, soprattutto se richiedono applicazione, impegno e studio, ma noi infermieri siamo abituati a risolverli i problemi

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