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Emilia-Romagna

Bonaccini: dobbiamo tantissimo agli infermieri ogni giorno

di Redazione

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La radiazione dall'ordine dei Medici dell'Assessore Venturi ha innescato una polemica politica che vede il duro  attacco di Lega e M5S  che oltre a chiederne le dimissioni accusano la gestione della sanità regionale. Arriva lo sfogo del presidente della Regione Stefano Bonaccini che in un post su facebook esprime il suo rammarico. C'è ancora una parte della politica che guarda alla Sanità e ai suoi operatori con gli occhi di 50 anni fa. E che in particolare considera gli infermieri come figure di serie B, accessorie ai medici, al più come operatori al servizio e funanziali ai camici bianchi, anziché professionisti portatori di una propria specifica competenza. Se ci fosse consapevolezza di questo, al di là delle opinioni di ciascuno, oggi i toni sarebbero molto diversi.

"In queste ore Lega, M5s e Forza Italia descrivono la sanità emiliano-romagnola come un sistema allo sfascio. Desta scandalo, a loro dire, che nel sistema di emergenza-urgenza un ruolo cruciale sia ricoperto dagli infermieri professionali e non solo dai medici. È la cosa che mi colpisce e mi amareggia di più. Perché mentre non ho dubbi sul fatto che Sergio Venturi vedrà pienamente riconosciute le sue ragioni e la Regione potrà tutelarsi verso un atto dell'ordine dei medici di Bologna illegittimo, descrivere in questo modo il lavoro quotidiano di migliaia di professionisti mi pare irresponsabile e irrispettoso. Vorrei dire anzitutto che si può fare opposizione senza gettare fango sui servizi e sulle persone che vi lavorano. E senza alimentare ancora l'idea, vecchia e superata, che il miglior soccorso sia sempre e solo quello prestato da un medico.

Quest'ultima è una concezione castale e gerarchica dell'organizzazione sanitaria e del 118 che non esiste più nei fatti, ma che resiste nella testa di chi non se ne occupa e vede l'infermiere nello stesso modo di 50 anni fa, ignorando totalmente com'è evoluta l'organizzazione del servizio, la professionalità degli infermieri, la specializzazione di figure cruciali nella rete del soccorso.

Quando nell’agosto scorso, in occasione del disastro autostradale di Borgo Panigale, la rete del 118 ha dispiegato tutta la sua capacità di reazione, tempestiva e appropriata, il Paese ha riconosciuto la sua forza e tutti i nostri concittadini hanno sentito la riconoscenza e l'orgoglio che anch'io ho provato. Sono andato negli ospedali bolognesi per visitare i feriti e per ringraziare gli operatori a nome di tutti i nostri concittadini, e ho accolto con grande favore la richiesta di tutti i partiti (di maggioranza e opposizione) di rendere un omaggio solenne a questi professionisti del 118 (e con loro ai medici, ai volontari, ai vigili del fuoco, alle forze dell'ordine, ecc.).

Quel giorno ho pensato: "dopo inutili polemiche ci siamo, finalmente si capisce la forza di questa organizzazione e la professionalità di queste persone". Mi sbagliavo, evidentemente, perché c'è ancora una parte della politica che guarda alla Sanità e ai suoi operatori con gli occhi di 50 anni fa. E che in particolare considera gli infermieri come figure di serie B, accessorie ai medici, al più come operatori al servizio e funanziali ai camici bianchi, anziché professionisti portatori di una propria specifica competenza. Se ci fosse consapevolezza di questo, al di là delle opinioni di ciascuno, oggi i toni sarebbero molto diversi. E ci sarebbe quantomeno rispetto per questi lavoratori a cui abbiamo tributato un encomio collettivo solo pochi mesi fa. E a cui dobbiamo tantissimo ogni giorno."

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