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Ipertensione: la massima o la minima, chi conta di più?

di Marco Alaimo

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Combattere l’ipertensione e praticare uno stile di vita sano e corretto è alla base di tutte le misure preventive delle malattie più gravi. Tenere sotto controllo la minima e la massima aiuta spesso a ridurre a zero il rischio di compromissione della stabilità vitale. L’Infermiere ha trai suoi compiti quello di formare e informare il paziente conducendolo per mano lungo il percorso di conoscenza del problema.

Infermiere e il suo ruolo nella gestione dell'ipertensione

Gli Infermieri, come gli altri professionisti della salute, sono anche promotori di stili di vita sani e devono trasmettere ai cittadini le informazioni necessarie per prevenire e contrastare le diverse malattie causa di molte inabilità.

Da un sondaggio Doxa Pharma, commissionato dalla Società Italiana Ipertensione Arteriosa, un italiano su tre non sa concretamente di cosa si tratti, quasi il 70% non ha mai ricevuto informazioni a riguardo e ben l'82% non ha mai cercato o chiesto informazioni; negli Stati Uniti circa un adulto su tre è affetto da ipertensione.

I dati indicano che noi italiani facciamo ancora fatica a capire quanto sia dannoso il fenomeno della “pressione alta”. Solo il 35% delle persone è a conoscenza del fatto che l'ipertensione può generare l'infarto; il 30% sa che essa può generare l'ictus e sorprendentemente solo l'8% sa che può provocare malattie cardiovascolari e problemi cardiocircolatori.

Diagnosi e prevenzione dell'ipertensione

Partiamo da alcuni concetti generali che ci indicano che la pressione arteriosa è la forza, ovvero la pressione che il sangue esercita contro la parete delle arterie. Ad ogni battito, il cuore, principale organo del sistema circolatorio, si contrae e spinge il sangue ricco di ossigeno e nutrienti in circolo per tutto il corpo, attraverso i vasi arteriosi.

La forza pressoria dipende dalla quantità di flusso del sangue pompato dal cuore, dalla forza di contrazione del muscolo cardiaco e dalla resistenza al flusso dei vasi.

Quando il cuore si contrae (sistole ventricolare) e spinge il sangue in circolo, attraverso l’arteria aorta crea un’onda pressoria e si misura la pressione sistolica o massima. Quando il cuore è a riposo (diastole ventricolare), tra un battito e l’altro, si misura la pressione diastolica o minima.

Quando ci si misura la pressione arteriosa otteniamo due valori, ad esempio 120/80 di cui 120 è il valore della pressione sistolica o massima e 80 è il valore della pressione diastolica o minima. La pressione arteriosa è misurata in millimetri di mercurio (mmHg).

Secondo la classificazione del 2013 della Società Europea di Ipertensione (ESH), della Società Europea di Cardiologia (ESC) in accordo con la Società Italiana dell’Ipertensione Arteriosa (SIIA), si considera generalmente normale:

  • una pressione arteriosa sistolica (massima) inferiore a 140 mmHg;
  • una pressione arteriosa diastolica (minima) inferiore a 90 mmHg.
  • Può succedere che la pressione aumenti e che rimanga elevata per molto tempo e questo può danneggiare l’organismo in diversi modi.

L’ipertensione in sé, di norma, non provoca alcun sintomo specifico, molti Italiani ne soffrono anche per anni senza saperlo. Il problema è che nel tempo la sua presenza può danneggiare il cuore, i vasi sanguigni, i reni e altri organi.

Seguire sane abitudini di vita può sicuramente aiutare l’organismo a mantenere buoni livelli di pressione arteriosa oltre che andare a rafforzare il sistema immunitario e agire indirettamente sulla qualità globale del nostro stato di salute.

È importante, quindi:

  • ridurre il peso in eccesso;
  • ridurre l'apporto di sale;
  • fare esercizio fisico;
  • non fumare;
  • limitare l'assunzione di alcol.

Si raccomanda la necessità di svolgere abitualmente del movimento (nelle varie forme) e quindi fare esercizio fisico in maniera continuativa, cosa che ha effetti benefici ed anti-ipertensivi.

Alcuni esperti consigliano di misurarsi la pressione regolarmente, anche se ci si sente bene.

Pressione arteriosa: quando e come si misura

Sarebbe buona norma tenere un diario dove periodicamente andiamo a scrivere la data e gli orari di misurazione della pressione arteriosa.

La pressione varia durante il giorno per tale motivo eventuali valori elevati non sempre ne riflettono l’andamento abituale; le misurazioni vanno effettuate allo stesso orario in giorni diversi.

Tenere sotto controllo la pressione è semplice, si tratta di un'operazione che può essere svolta in maniera del tutto autonoma a casa propria. Sono in vendita numerosi apparecchi che ci aiutano a fare ciò.

Quali scegliere? Bracciale o misuratore da polso? Alcuni esperti consigliano di utilizzare i modelli che hanno il bracciale. Quelli da polso, pur essendo affidabili, è meglio che vengano utilizzati da una mano esperta.

Misurate la vostra pressione, mattina e sera, per tre o quattro giorni consecutivi seguendo queste indicazioni:

  • essere a riposo da almeno cinque minuti;
  • non avere indumenti stretti alla vita e al braccio;
  • appoggiare il braccio sul tavolo, circa all’altezza del cuore;
  • misurare una prima volta la pressione dopo essere seduto col braccio;
  • effettuare la rilevazione al mattino, prima di colazione e prima di assumere le vostre medicine;
  • effettuare la rilevazione alla sera, prima di andare a letto;
  • ripetere, mattina e sera, il procedimento 3 volte di seguito, ad intervalli di 1 o 2 minuti.
  • Sembra che sia meglio misurare la pressione la sera, perché appena svegli i valori possono risultare alterati. In ogni caso va misurata con calma, a vescica vuota e, per i fumatori, lontano dal momento della sigaretta.

Massima o Minima, quale tenere sotto controllo?

Quando si parla di pressione ci riferiamo comunemente a quella arteriosa. Questo valore è una misura diretta della pressione che viene esercitata dal sangue pompato dal cuore nei vasi sanguigni.

Come spiega ancora meglio il professor Fabio Magrini, direttore del reparto di medicina cardiovascolare all'Ospedale Maggiore Policlinico di Milano, il cuore, battendo a intervalli regolari, genera due tipi di pressione: la massima, chiamata anche sistolica, corrisponde al momento in cui il cuore pompa il sangue nelle arterie; la minima, nota anche come diastolica, è la pressione nelle arterie quando il cuore si rilassa.

Le cause dell'ipertensione si possono suddividere in due grandi categorie. Quando si riesce a stabilire chiaramente l'origine in un organo - spiega Magrini - allora siamo difronte a una causa secondaria. Anomalie dell'apparato endocrino o malattie renali sono un esempio. Queste cause però rappresentano solamente il 10% di tutti i casi di ipertensione.

La restante parte è di origine primaria, ovvero senza nessun particolare legame con la disfunzione di un organo.

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