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Patologia

Vertigini

di Ivan Loddo

Le vertigini (dal latino “verto”, girare) rappresentano un sintomo espresso come una forte sensazione di instabilità dove l’ambiente circostante appare in continuo movimento. L’individuo che ne è affetto può lamentare anche perdita dell’equilibrio, disturbi visivi, sudorazione, alterazioni dell’udito, nausea, vomito e perdita di coscienza. Le vertigini sono generalmente scatenate da due cause principali: disturbi legati all’apparato vestibolare dell’orecchio interno e disfunzioni a livello encefalico.

Cause di vertigini

Sulla base dell’area anatomica interessata è possibile classificare gli elementi che determinano l’insorgenza di vertigini in due classi:

Vertigini periferiche

Quando l’origine è determinata da problematiche dell’apparato vestibolare dell’orecchio interno. Le cause più note sono:

  • Vertigine parossistica posizionale benigna (VPPB), determinata dalla formazione di cristalli di carbonato di calcio all’interno dei canali semicircolari dell’apparato vestibolare, i quali, muovendosi, provocherebbero la classica sensazione di “capogiro”. L’insorgenza della VPPB è spesso legata a traumi e infezioni dell’orecchio
  • Neuronite vestibolare, dovuta spesso a infezioni virali, rappresenta l’infiammazione del nervo vestibolare, ramo dell’ottavo nervo cranico interessato nel controllo dell’equilibrio
  • Labirintite, rappresenta l'infiammazione di una porzione dell'orecchio interno nota come labirinto auricolare, area dotata di strutture anatomiche deputate al mantenimento dell'equilibrio e all'ascolto di suoni
  • Sindrome di Mènière, disturbo dell’orecchio interno determinato da accumulo di liquidi e aumento della loro pressione (idrope) all’interno dell’orecchio interno stesso, si manifesta con attacchi vertiginosi spesso violenti e a durata variabile

Vertigini centrali

Se il sintomo è scatenato da disturbi dell’encefalo (principalmente cervelletto e tronco encefalico). Fra le cause è possibile annoverare:

  • Neoplasie del cervello
  • Neoplasie del cervelletto
  • Neurinoma acustico
  • Emicrania
  • Sclerosi multipla
  • Attacchi ischemici cerebrali (ictus, TIA)

Alcune fra altre possibili cause sono:

Sintomi associati alle vertigini

Le vertigini e i sintomi ad esse associati hanno una durata e dei tempi di insorgenza variabili, in relazione alla causa scatenante e alle caratteristiche intrinseche del paziente; infatti, in alcuni individui il quadro clinico può risultare più severo rispetto ad altri, che manifestano i sintomi in maniera più blanda.

Fra i sintomi associati agli episodi vertiginosi possono rientrare:

  • Nausea
  • Cefalea
  • Vomito
  • Perdita di coscienza
  • Perdita dell’equilibrio
  • Nistagmo
  • Alterazioni visive
  • Acufeni
  • Astenia
  • Tachicardia
  • Ipersensibilità alla luce e ai suoni
  • Difficoltà nel linguaggio

Diagnosi di vertigini

La diagnosi di vertigini è formulata dal medico sulla base di un’attenta analisi della storia clinica del paziente e sulla base dei segni e sintomi lamentati dal paziente. Il medico identificherà la causa scatenante anche attraverso un approccio multi disciplinare e sottoponendo il malato ad esami diagnostici e strumentali.

Fra gli esami e i test ai quali può essere sottoposto il paziente si possono citare:

  • Esami strumentali di diagnostica per immagini: TAC e RMN
  • Elettrocardiogramma
  • Esami ematochimici (anche per indagare i livelli glicemici)
  • Esame posturografico
  • Test audiometrici
  • Prove termiche per l’orecchio
  • Esame baropodometrico
  • Videonistagmografia
  • Elettronistagmografia

Trattamento delle vertigini

La terapia prevede un intervento medico-specialistico orientato a risolvere la causa scatenante. Le vertigini sono un sintomo comune, talvolta aspecifico, che coinvolge diverse branche della medicina per cui sarebbe difficile e riduttivo in questa sede indicare un trattamento standard.

Nel caso in cui la causa scatenante sia la VPPB, il medico può ricorrere alla manovra di Epley, che consiste nella mobilizzazione manuale del capo allo scopo di smuovere i cristalli di carbonato di calcio e riposizionarli in punti tali da risultare innocui.

Se la diagnosi fosse di labirintite batterica il medico può prescrivere farmaci antibiotici, mentre se all’origine della labirintite vi fosse una infezione virale lo specialista consiglierà riposo in attesa che l’infezione si risolva spontaneamente.

Anche in caso di neurite vestibolare sarà indicato il riposo senza particolari prescrizioni farmaceutiche, anche se può essere proposto un trattamento fisioterapico di riabilitazione vestibolare. Qualora le manifestazioni fossero particolarmente violente possono essere prescritti antistaminici e proclorperazina.

Qualora il paziente fosse affetto dalla sindrome di Mènière lo specialista ordinerà una dieta iposodica e l’assunzione di farmaci come la proclorperazina per il trattamento delle vertigini e di nausea e vomito. A questi può essere associato l’utilizzo di apparecchi acustici per gli acufeni e delle sedute di fisioterapia specifiche.

Generalmente in caso di episodi vertiginosi è consigliabile sdraiarsi in ambienti riservati e poco luminosi e ridurre al minimo, se non eliminare, tutte le situazioni stressogene che potrebbero peggiorare il quadro clinico.

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