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Carenza di personale, il dramma dei Pronto soccorso

di Redazione

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In Sardegna medici, infermieri e operatori socio sanitari dei Pronto soccorso sono sfiniti. Da un anno e mezzo lavorano senza sosta per curare e salvare il maggior numero di pazienti colpiti da Covid-19 e affetti da altre patologie, ma i medici non sono sufficienti per lavorare in continua emergenza e mancano anche infermieri e Operatori socio sanitari.

Direttori Pronto soccorso Cagliari e Sassari: situazione insostenibile

La seduta della commissione Salute Sardegna sul dramma della carenza di personale nei Pronto soccorso della Regione

È quanto emerso nel corso della seduta della commissione Salute del Consiglio regionale, presieduta dal vice presidente Daniele Cocco, che ha sentito in audizione i direttori dei Pronto soccorso di Cagliari e Sassari, il commissario straordinario Arnas, Paolo Cannas, la commissaria dell'Aou di Cagliari, Agnese Foddis, il commissario straordinario dell'Aou di Sassari, Antonio Lorenzo Spano.

Per il Pronto soccorso dell'Azienda ospedaliera universitaria di Cagliari è intervenuta la direttrice Rosanna Laconi: La situazione è molto difficile anche perché siamo sotto pressione da molto tempo - le parole del medico -. Abbiamo avuto un mese di agosto molto duro, perché i numeri sono saliti enormemente e la capacità e la possibilità di ricoverare questi pazienti nelle strutture Covid era veramente molto scarsa.

La direttrice del pronto soccorso ha evidenziato che nel reparto ci sono pazienti Covid in attesa di ricovero e che ad agosto c'è stata una degenza media di 3,5 giorni. Stiamo rincorrendo il virus - ha detto - non riusciamo a garantire una risposta efficace ai pazienti che arrivano al pronto soccorso. È chiaro che questa situazione sta compromettendo l'assistenza per tutti gli altri pazienti, perché noi e il Brotzu siamo gli unici due pronto soccorso nell'area metropolitana.

Per la commissaria straordinaria dell'Aou di Cagliari, Foddis, la situazione del personale è delicata, in quanto è sufficiente che qualcuno si assenti per qualunque motivo per mandare in crisi la struttura. Dal punto di vista logistico non ci sono problemi, ha sottolineato, ma i numeri sono talmente alti che ci sono comunque i pazienti che attendono anche sette ore in ambulanza.

Una richiesta di maggiore filtro da parte dell'Usca è arrivata dal direttore del Pronto soccorso del Brotzu, Fabrizio Polo: Al Brotzu ci sono quattro pazienti Covid con una degenza media intorno alle 48 ore. Questa situazione ha comportato che quello che era un reparto di appoggio del pronto soccorso con 12 posti letto, sia stato trasformato in una semi intensiva Covid con pazienti, prevalentemente, in ventilazione assistita.

Polo ha sottolineato anche che, essendo il Brotzu un hub per moltissime patologie iperspecialistiche, come la neurochirurgia, la cardiochirurgia, il trauma cranico, arrivano tanti codici rossi, circa sei al giorno, contro una media nazionale tra i 2,7 e i 2,9. L'impegno assistenziale per questa tipologia di pazienti è enorme: sono fiero di tutto il personale che ho, ma faccio presente che anche l'esercito migliore del mondo dopo un anno e mezzo di assedio crolla. Non saremo in grado di reggere un ottobre e novembre come quello del 2020.

Polo ha ricordato poi il grande lavoro fatto da tutto il personale, ma ha parlato di un massacro psicologico che dura da 18 mesi per scegliere chi intubare, per valutare chi mettere in ventilazione assistita, ma anche il lavoro svolto con l'ansia che in una delle tante ambulanze in fila ci sia un paziente che rischia la vita se non trattato in tempo. Insomma per Polo la situazione non è più sostenibile, anche se ha rilevato che nelle ultime 24 ore i numeri sono più accettabili, intorno ai 113 accessi.

Situazione più tranquilla all'Aou di Sassari. Il direttore del Pronto soccorso, Mario Oppes, ha parlato di un numero di accessi complessivi pari a quelli degli anni precedenti al Covid, per la prima volta dall'inizio della pandemia, pari a circa 4.200 accessi nel mese di agosto. Rispetto al sud Sardegna questa quarta ondata - ha detto - ci ha visto meno colpiti, nonostante abbiamo ricoverato 82 pazienti Covid e altrettanti li abbiamo dimessi a domicilio.

Il grosso problema per Oppes è che non è diminuito il numero degli accessi complessivi, mentre le precauzioni da adottare e i percorsi da seguire hanno notevolmente aumentato la permanenza e allungamento dei tempi del Pronto soccorso. Per quanto riguarda il personale medico ha affermato di avere il numero giusto per una situazione di normalità, ma non sufficienti in un periodo come questo: Tutto il personale non ce la fa più a reggere, sono molto preoccupato.

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