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Aggressioni nei pronto soccorso italiani: grave episodio a Pozzuoli

di Redazione

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Nel fine settimana sono state diverse le aggressioni contro il personale medico e sanitario negli ospedali, registrate da nord a sud del Paese, culminate nell’episodio più eclatante. All’ospedale Santa Maria delle Grazie Pozzuoli, i parenti di Nicola Mirti, il 18enne ucciso a coltellate in spiaggia a Marina di Varcaturo, hanno preso d’assalto i locali del Ps, sfasciato a calci la vetrata del triage e tentato di dare fuoco alla struttura

Preso d’assalto il pronto soccorso di Pozzuoli

aggressioni in ps

Diverse le aggressioni contro personale medico e sanitario nei Pronto Soccorso italiani, da nord a sud.

Scene di pura follia al pronto soccorso di Pozzuoli che è stato persino chiuso, nella giornata di ieri, domenica 8 giugno, e presidiato da forze dell’ordine e vigili del fuoco, per le conseguenze di un vero e proprio attacco al personale e alla struttura.

Quando si è diffusa la notizia della morte di Nicola Mirti, 18enne, ucciso da due coltellate al torace durante una futile lite con un coetaneo in spiaggia a Marina di Varcaturo, tra Napoli e Caserta, è iniziato il delirio: amici e familiari del ragazzo si sono abbandonati a scene di rabbia e violenza rivolte anche contro medici e infermieri in servizio che fortunatamente sono riusciti a scappare dal raid di distruzione.

Una vetrata del triage è stata fatta a pezzi e qualcuno ha persino sparso per terra del liquido infiammabile, forse clorexidina o semplicemente benzina, tentando di appiccare le fiamme con un accendino.

Sul fatto è intervenuto anche Manuel Ruggiero, di Nessuno Tocchi Ippocrate: “Come associazione ci uniamo al dolore della famiglia Mirti, il loro dolore è il dolore di una intera comunità, a farne le spese però – aggiunge - non deve essere il personale sanitario che davanti ad un paziente con due coltellate al torace non ha potuto fare altro che constatarne il decesso”.

In Trentino presidi armati permanenti negli ospedali

Per prevenire questo tipo di episodi, le Regioni corrono ai ripari come possono: ultima iniziativa in ordine di tempo è quella della Provincia autonoma di Trento che ha reso operativo un presidio armato permanente- attraverso la presenza di guardie giurate- nei due principali ospedali del proprio territorio.

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