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Biotestamento: Non rianimatemi, il tatuaggio che fa riflettere

di Redazione

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Do not resuscitate, non rianimatemi. Una disposizione di trattamento anticipata tatuata sul petto, è stata questa a mettere in crisi l’équipe di medici del pronto soccorso dello University of Miami Health System Center, che sono ricorsi all’opinione del bioeticista per poi “onorare il tatuaggio”. E se un caso analogo succedesse in Italia? Ad oggi, non sarebbe possibile, ma in un futuro non troppo lontano potrebbe diventare un dilemma anche nostro.

Biotestamento, sul petto il tatuaggio Non rianimatemi. Vale come dat?

tatuaggio dnr

Il tatuaggio che sta facendo riflettere sul tema del biotestamento e delle disposizioni anticipate di trattamento (dat)

Come vi comportereste di fronte ad un uomo di circa 70 anni, privo di conoscenza, senza documenti e senza parenti stretti, che porta sul petto un tatuaggio con scritto “Do not resuscitate”, “non rianimatemi”, con il “non” sottolineato e con tanto di firma in calce?

È quello che è accaduto all’équipe di medici del pronto soccorso dello University of Miami Health System Center, che si sono trovati di fronte ad un grande dilemma, nonostante negli USA sia ammessa una forma di disposizione anticipata di trattamento che consente di rinunciare anche alle manovre salva-vita.

Vista la singolarità dell’episodio – normalmente il DNR (Do Not Resuscitate) viene redatto in forma scritta su un apposito modulo, con il quale la persona dichiara la propria volontà di non essere sottoposto alle manovre di rianimazione cardiocircolatoria che potrebbero salvargli la vita - però, i medici dell’ospedale hanno preferito chiedere il parere di un consulente di bioetica, prima di dare il via libera alla presunta volontà del paziente di non venire rianimato veicolata da un tatuaggio.

Tanto singolare ed emblematico, che l’episodio è finito anche sulla rivista scientifica New England Journal of Medicine e poi ripreso dal New York Times.

Il nocciolo della questione fondamentalmente è questo: fino a che punto si può dar peso ad una volontà espressa in un modo così singolare?

Tutto questo è accaduto negli USA, ma si tratta di un caso sul quale vale la pena riflettere e discutere anche in Italia, perché proprio in queste ore è in fase di discussione la legge sul biotestamento e presto, un dilemma etico simile, potrebbe presentarsi anche alle nostre équipe sanitarie.

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