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RCP

Supporto vitale avanzato

di Giacomo Sebastiano Canova

La massima autorità europea in tema di rianimazione cardiopolmonare, ovvero ERC (European Resuscitation Council) ha presentato le linee guida 2021 inerenti questa tematica, le quali vanno a toccare tutti gli aspetti della rianimazione cardiopolmonare.

Messaggi chiave

  1. Le compressioni toraciche di alta qualità con interruzioni minime, la defibrillazione precoce e il trattamento delle cause reversibili rimangono la priorità
  2. Segni e sintomi premonitori si verificano spesso prima dell’arresto cardiaco in ospedale o fuori dall’ospedale: l’arresto cardiaco è prevenibile in molti pazienti
  3. Utilizzare una tecnica per la gestione delle vie aeree di base o avanzata: solamente il personale con un’elevata percentuale di successo dovrebbe utilizzare l’intubazione tracheale
  4. Somministrare precocemente l’adrenalina nell’arresto cardiaco con ritmo non defibrillabile
  5. In pazienti selezionati, se possibile, considerare la RCP extracorporea (eCPR) come terapia di salvataggio quando la RCP convenzionale non riesce

Evidenze e raccomandazioni chiave

La RCP precoce, la defibrillazione precoce quando appropriato e la RCP di alta qualità con interruzioni minime migliorano la sopravvivenza dall’arresto cardiaco. Per questo motivo va erogata una scarica il prima possibile nel caso di arresto cardiaco con ritmo defibrillabile e l’erogazione dello shock deve avvenire con un’interruzione minima delle compressioni toraciche, riducendo al minimo la pausa pre e post-scarica.

In questo senso, quando si utilizza un defibrillatore manuale è necessario mirare a una pausa totale inferiore a 5 secondi e, allo stesso modo, bisogna puntare a un’interruzione inferiore a 5 secondi delle compressioni toraciche per l’intubazione tracheale.

In riferimento all’arresto cardiaco intraospedaliero, questa evenienza è spesso preceduta da un deterioramento fisiologico, mentre la morte cardiaca improvvisa nella comunità è spesso preceduta da segni e sintomi non riconosciuti. Ciò offre l’opportunità di riconoscere le persone a rischio e prevenire l’arresto cardiaco.

Per questi motivi gli ospedali dovrebbero prevedere una politica chiara per la risposta clinica a segni vitali anormali e alla presentazione di malattie critiche; sintomi come dolore toracico o sincope (specialmente durante l’esercizio, da seduti o supini), dovrebbero essere studiati in modo approfondito.

Per quanto riguarda la gestione delle vie aeree, una revisione sistematica che includeva 3 grandi RCT di arresto cardiaco extraospedaliero non ha rilevato differenze negli outcome tra le strategie di gestione delle vie aeree che utilizzano la ventilazione con maschera e pallone autoespandibile, le vie aeree sovraglottiche o l’intubazione tracheale.

Per questo motivo durante la RCP è necessario iniziare con le tecniche di base di gestione delle vie aeree, progredendo gradualmente in base alle capacità del soccorritore fino a ottenere una ventilazione efficace. In questo senso, le evidenze suggeriscono come l’intubazione tracheale dovrebbe essere utilizzata solo in ambienti in cui le percentuali di successo sono elevate e nel caso in cui si renda necessaria l’adozione di una via aerea avanzata, solamente i sanitari con un’elevata percentuale di successo di intubazione tracheale dovrebbero utilizzare questa metodica. Il consenso degli esperti è che un alto tasso di successo è rappresentato dalla riuscita del 95% entro due tentativi di intubazione.

Altro tema dibattuto negli ultimi anni è quello dell’utilizzo dell’adrenalina. In questo ambito, le evidenze mostrano che, se utilizzata, è più probabile che l’adrenalina sia utile se somministrata precocemente ed è probabile che qualsiasi beneficio dall’adrenalina sia maggiore quando somministrata in un arresto cardiaco con ritmo non defibrillabile.

Per questo motivo va somministrata adrenalina 1 mg EV (o IO) il prima possibile ai pazienti adulti in arresto cardiaco con un ritmo non defibrillabile e adrenalina 1 mg EV (o IO) dopo il 3° shock ai pazienti adulti in arresto cardiaco con ritmo defibrillabile. Nel caso in cui il paziente permanga in arresto, l’adrenalina 1 mg EV (o IO) va ripetuta ogni 3-5 minuti.

Infine, un recente RCT e un gran numero di studi osservazionali suggeriscono che l’utilizzo della circolazione extracorporea durante la RCP (eCPR) migliora la sopravvivenza nei pazienti selezionati in sistemi che hanno le competenze e le risorse per implementarla.

Per questo motivo questa metodica va considerata come terapia di salvataggio per pazienti selezionati con arresto cardiaco quando le misure convenzionali della RCP falliscono o per facilitare interventi specifici (ad es. angiografia coronarica e intervento coronarico percutaneo, trombectomia polmonare per embolia polmonare massiva, riscaldamento dopo ipotermia arresto cardiaco) in contesti in cui può essere implementata.

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