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prevenzione

Tumore cervice uterina: dallo screening alla diagnosi

di Silvia Ancona

Il tumore al collo dell'utero rappresenta una problematica assistenziale rilevante, soprattutto nelle aree geografiche con minore efficacia dello screening. Ruolo fondamentale lo gioca l'infermiere, primo responsabile dell'attività di prevenzione che, in collaborazione con gli altri professionisti, deve promuovere stili di vita sani e diffondere il valore della cultura della salute.

Prevenzione primaria e secondaria per il tumore al collo dell'utero

La neoplasia alla cervice uterina colpisce la parte inferiore dell'utero, l'organo femminile preposto ad ospitare il feto durante la gravidanza. L'incidenza del tumore in Italia è diminuita del 25% grazie agli effetti positivi del trattamento precoce e dello screening, utili a diagnosticare la patologia in fase primitiva.

L'infermiere, insieme all'équipe multiprofessionale composta da medico e ostetrica, ha come ruolo principale quello di attuare interventi mirati alla prevenzione del fenomeno, al contenimento dei danni o, qualora fosse possibile, alla cura della donna. 

Inoltre, deve educarla a riconoscere tempestivamente segni e sintomi della patologia, nonchè accompagnarla durante tutto il percorso diagnostico terapeutico assistenziale fornendo sostegno psicologico a lei e ai familiari.

Interventi assistenziali standard
  • Spiegare l'importanza fondamentale di avere rapporti sessuali protetti e il rischio che deriva dall'avere rapporti sessuali non protetti con numerosi partner
  • Avere una corretta igiene intima e del corpo utilizzando prodotti adeguati
  • Mantenere un atteggiamento aperto privo di pregiudizi, in modo da far sentire la donna a suo agio nel trattare argomenti personali
  • Fornire informazioni circa la necessità di programmare visite ginecologiche regolari focalizzate sulla prevenzione e sulla diagnosi precocespiegare l'importanza di rivelare segni precoci quali: sanguinanti vaginali anomali, dolore pelvico, dolore e sanguinamento durante i rapporti sessuali
  • Spiegare l'importanza di aderire allo screening (es. Pap-test, ripetuto ogni 3 anni)
  • Spiegare che il rischio aumenta in donne che usano contraccettivi orali da più di 5 anni
  • Spiegare che l'aver partorito molte volte o in età precoce (adolescenza) può aumentare il rischio di sviluppare il tumore utero cervicale
  • Spiegare che il non aver partorito può aumentare il rischio di sviluppare il tumore utero cervicale

Oltre agli interventi assistenziali standard, l’équipe deve provvedere ad attuare anche interventi personalizzati, in modo da rispondere in maniera più efficace ai bisogni delle donne.

Alcuni tra questi possono essere, ad esempio, supportare psicologicamente le donne prossime a essere sottoposte a indagini diagnostiche (pet, risonanza magnetica della pelvi o tac del torace) per valutare la conferma di diagnosi, stadiazione o metastasi oppure preparare psicologicamente e fisicamente la donna in caso di diagnosi conclamata o di prossimo intervento chirurgico.

Gli interventi si basano molto sulla salvaguardia dello stato psicologico della donna in quanto il responso della diagnosi, spesso, suscita manifestazioni di ansia e di depressione che possono compromettere ulteriormente la percezione, l'autostima e lo schema di sé.

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