Con ansia si intende uno stato emotivo caratterizzato dall’aumento di tensione e dalla presenza di sintomi psichici e fisici (tachicardia, ipertensione, secchezza delle fauci, orripilazione ecc.). I sintomi fisici dell’ansia corrispondono alla reazione di allarme che si instaura davanti a un pericolo reale e che servono per prepararsi alla fuga o all’attacco (ansia fisiologica adattativa) e derivano dalla storia evolutiva della nostra specie. In assenza di una minaccia o qualora questa sia sconosciuta, l’ansia crea uno stato di disagio psico-fisico (ansia patologica disadattiva). Il DSM V riconosce differenti tipologie di disturbi d’ansia, fra i quali il disturbo di panico e il disturbo d’ansia generalizzata.
Classificazione dell’ansia e dei disturbi d’ansia
Per ansia si intende uno stato emotivo penoso e sgradevole che deriva dall’attesa dolorosa di un danno indeterminato, imminente, che non si sa quando colpirà e se la persona sarà in grado di affrontare.
Si tratta dunque di un pericolo che viene dall’interno del soggetto e in questo differisce dalla paura, che viene definita invece come uno stato penoso e sgradevole, ma derivante da un pericolo obiettivo, esterno ed attuale.
Altra differente presentazione è l’angoscia, che si differenzia dall’ansia in quanto compare in modo critico con una sofferenza acutissima e di breve durata. Il vissuto soggettivo non è l’attesa della minaccia incombente, ma è come se la minaccia fosse già attuale e non consentisse via di scampo.
I disturbi d’ansia
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