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Patologia

Timoma

di Monica Vaccaretti

Il timoma è un tumore epiteliale del timo, una piccola ghiandola linfatica localizzata nella parte superiore del torace, dietro al manubrio sternale, che svolge un ruolo centrale nella regolazione del sistema immunitario. L'organo del sistema linfoide produce e trasporta i linfociti T, globuli bianchi che rispondono alle infezioni virali, e stimola i linfociti B a produrre anticorpi contro i batteri. Il timoma è il tumore più frequente del mediastino anteriore e si associa spesso ad altre patologie a carico del sistema immunitario: il 40-50% dei pazienti affetti da timoma ha già una diagnosi di miastenia gravis e il 5-10% risulta portatore di aplasia eritrocitaria o ipogammaglobulinemia.

Epidemiologia del timoma

Immagine microscopica di un timoma

Altre patologie ematologiche o immunologiche associate al timoma sono:

Secondo la classificazione istologica dei tumori del timo dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, il timoma si distingue dal carcinoma timico - che ha una crescita più rapida ed è maggiormente aggressivo – e dal carcinoide timico, un tumore endocrino che origina dalle cellule che producono gli ormoni e che è spesso associato ad una rara malattia genetica (sindrome di neoplasia endocrina multipla tipo 1).

Tutte le neoplasie del timo sono molto rare, soprattutto nei bambini. Rappresentano meno dell'1% di tutti i carcinomi. Nel 90% dei casi si tratta di timoma. Secondo i dati epidemiologici insorge tipicamente in età adulta per una fisiologica involuzione dell'organo, tra i 40 e i 70 anni, senza differenze significative tra i generi.

Cause di timoma

L'eziologia e i fattori di rischio ambientali o infettivi non sono noti. Dai dati AIRTUM emerge che in Italia si effettuano ogni anno circa 3,6 nuove diagnosi su un milione di abitanti. Il timoma nasce dalle cellule epiteliali che rivestono la parete interna dell'organo. A differenza del carcinoma del timo dove hanno un aspetto totalmente differente, nel timoma le cellule tumorali appaiono molto simili a quelle sane.

Sottotipi di timoma

È suddiviso in 5 sottotipi (A, AB, B1, B2, B3) a seconda della morfologia delle cellule epiteliali, della componente linfocitaria e dell'atipia epiteliale. Si presenta incapsulato, è pertanto benigno.

L'evoluzione è lenta e solo in rari casi di particolare aggressività tende ad estendersi ai tessuti e agli organi circostanti. Può diventare invasivo, invadendo pleura o polmoni, oppure presentare lesioni ai linfonodi regionali e metastasi a distanza. Alla TAC il timoma si presenta come una massa ovalare o tondeggiante nel timo.

Sintomi di timoma

Circa il 30-40% dei pazienti con timoma è asintomatico. I sintomi sono dovuti alla compressione delle altre strutture presenti nel mediastino anteriore. Compare dolore al petto, tosse persistente, affanno e dispnea, calo della voce, debolezza muscolare, ptosi (abbassamento delle palpebre), disfagia, infezioni frequenti.

Se associato a miastenia gravis, il timoma può esordire con sintomi correlati quali febbre, stanchezza, perdita di peso, diplopia (visione doppia) e difficoltà a tenere gli occhi aperti. In assenza di sintomatologia specifica, il timoma viene riscontrato accidentalmente in corso di occasionali accertamenti radiologici.

Per stabilire le dimensioni, l'estensione, la forma, la localizzazione e l'eventuale diffusione del tumore le indagini diagnostiche da effettuare sono la radiografia del torace, la TAC, la RMN, la PET. Se si riscontra una massa, generalmente la biopsia non viene eseguita per stabilire la diagnosi.

Come si tratta il timoma

Le attuali possibilità terapeutiche per il trattamento del timoma sono la chirurgia, la radioterapia, la chemioterapia. Il trattamento del timoma dipende dallo stadio della malattia e dallo stato di salute generale del paziente.

L'approccio terapeutico è multidisciplinare. Il gold standard è l'intervento chirurgico, l'unico previsto se il tumore è localizzato al timo e alla capsula connettivale che lo circonda (stadio I, non invasivo), attraverso accessi mini-invasivi come la video toracoscopia.

La chirurgia è indicata anche nel timoma che si è diffuso oltre la capsula e ha invaso il tessuto adiposo circostante (stadio II), gli organi adiacenti (stadio III) o la cavità toracica quando si è esteso alla pleura o al pericardio o al sistema sanguigno e/o linfatico generando metastasi in altri organi (stadio IV). La stadiazione è data dalla classificazione clinica di Masaoka, basata sul carattere invasivo del tumore.

La rimozione chirurgica del timoma incapsulato permette una guarigione

Se il timoma è localmente avanzato o già metastatico, alla chirurgia si associa chemioterapia e/o radioterapia: il trattamento combinato è neoadiuvante se eseguito prima dell'intervento chirurgico con l'obiettivo di ridurre la massa tumorale, è adiuvante se eseguito dopo l'intervento chirurgico al fine di prevenire la ricomparsa della malattia.

Il trattamento chemioterapico prevede somministrazioni di cisplatino, come farmaco di prima scelta, e di carboplatino. Secondo i protocolli di ultima generazione, il platino viene somministrato in combinazione con taxani (Placlitaxel, Docetaxel) o con adriamicina, ciclofosfamide, etoposide.

Per valutare la stabilità o la progressione della malattia e per definire la risposta alla terapia, dopo circa 2-4 cicli di chemioterapia viene eseguita una TAC. Nei pazienti non operabili la radioterapia viene utilizzata per alleviare i sintomi. In caso di recidive locali o a distanza, può essere indicata la radioterapia stereotassica corporea con dosi ablative.

Linee guida e consensi a livello nazionale ed europeo raccomandano il follow up ogni 6-12 mesi o 12-24 mesi a seconda dello stadio iniziale, dell'istologia, dell'intervallo dalla chirurgia e dal tipo di resezione. I controlli, con visita oncologica e TAC, devono proseguire per 10-15 anni.

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