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Salute

Infezione da Citrobacter koseri

di Ivan Loddo

I Citrobacter koseri (C. koseri) rappresentano batteri gram-negativi, non sporiformi, anaerobi facoltativi appartenenti alle Enterobacteriaceae, un’ampia famiglia di microrganismi il cui habitat naturale è costituito dal tratto digestivo umano e animale. I Citrobacter sono stati isolati per la prima volta nel 1932 da Werkman e Gillen, i quali ne descrissero sette specie.

Cosa sono i Citrobacter koseri

Si tratta di microrganismi ancora poco conosciuti, riscontrabili anche nel suolo, nelle acque e nei cibi contaminati. Sono responsabili di infezioni talvolta letali ai danni dell’uomo, con una maggiore incidenza nei neonati, nei bambini e negli adulti immunodepressi.

Il Citrobacter koseri è capace di infettare le vie urinarie, le vie biliari, il tessuto muscolo-scheletrico ed il sistema nervoso centrale dell’ospite, dove può risultare particolarmente offensivo.

C. koseri ha la peculiarità di svilupparsi anche all’interno dei macrofagi e delle cellule endoteliali vascolari. Parliamo di un microrganismo che sviluppa forti resistenze antibiotiche, ma che difficilmente si diffonde in individui dotati di ottime difese immunitarie.

Il meccanismo patogeno del batterio è ancora scarsamente compreso, ma è stato riscontrato che la sua trasmissione può avvenire per via verticale (tra madre e figlio) o per via orizzontale (attraverso contatto diretto o indiretto).

Segni, sintomi e complicanze di infezione da citrobacter koseri

L’infezione neonatale da C. koseri si manifesta più frequentemente con un quadro di sepsi-meningite potenzialmente complicata da ascessi cerebrali nel 76% dei casi.

I neonati colpiti possono manifestare i seguenti segni:

Le infezioni da C. koseri e le complicanze ad esse associate sono riscontrabili prevalentemente nei neonati prematuri e con basso peso alla nascita e negli adulti immunodepressi con comorbilità.

È stato constatato da numerosi studi che le infezioni da C. koseri provocano il decesso di circa un terzo dei bambini con ascessi e circa la metà di essi subisce seri danni al sistema nervoso centrale.

In un’alta percentuale dei bambini sopravvissuti possono essere riscontrabili:

Oltre alle manifestazioni già citate, in letteratura sono descritti casi in cui l’infezione batterica da C. koseri negli adulti è risultata correlata a:

  • Ventricolite
  • Cerebrite
  • Infezione muscolo-scheletrica
  • Aneurisma dell’aorta
  • Infezione addominale ricorrente
  • Ascesso epatico

Terapia per l’infezione da C. koseri

Il trattamento si basa attualmente sull’uso di antibiotici come le cefalosporine e gli aminoglicosidi, per quanto studi sull’efficacia di terapie alternative siano ancora in corso. Fra le opzioni terapeutiche è possibile annoverare l’aspirazione percutanea degli ascessi volta a favorire l’azione dei farmaci antibiotici.

Le migliori azioni di prevenzione atte a limitare le infezioni da C. koseri consistono nella messa in atto delle più comuni misure igienico-sanitarie, fra le quali rientra senza dubbio la corretta igiene delle mani.

NurseReporter

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