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Emergenza-Urgenza

Carpi, Pronto soccorso tra aggressioni e organici ridotti

di Redazione Roma

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Per cercare di arginare l’odioso fenomeno delle aggressioni nei confronti dei sanitari, l’Ausl garantisce che entro il prossimo dicembre rafforzerà il sistema di videosorveglianza. È quanto comunica Fp Cgil Modena, che quindi spiega: Per cercare di alleggerire il carico di lavoro dei sanitari, l’idea è quella di “spacchettare” il Pronto soccorso dall’adiacente medicina d’urgenza.

Infermieri esausti tra carichi di lavoro massivi e aggressioni

Pronto Soccorso di Carpi

Una vera e propria polveriera che sta per esplodere. La miccia, infatti, diventa sempre più corta. Il sindacato lamenta una situazione divenuta ingestibile, con gli infermieri sempre più stanchi – e in questi casi il rischio burnout è tutt’altro che peregrino –, affaticati nel tenere il giusto passo. Proseguono, poi, le aggressioni nei loro confronti.

Procediamo con ordine. Per tentare di alleggerire il carico di lavoro dei professionisti oramai prostrati da una situazione che definire cronicizzata sarebbe riduttivo, l’idea è quella di “spacchettare” il Pronto soccorso dall’adiacente medicina d’urgenza, entrambi afferenti al dipartimento di emergenza.

In merito ai casi di violenza fisica e/o verbale nel Pronto soccorso dell’ospedale Ramazzini di Carpi (solo pochi giorni fa tre giovani sono finiti in ospedale dopo uno scontro fra auto.

Carabinieri e polizia sono dovuti intervenire per calmare le famiglie dei feriti, che hanno minacciato e aggredito verbalmente il personale sanitario, ostacolando l’attività dei professionisti e creando difficoltà nell’assistenza dei cittadini presenti in sala d’attesa e negli ambulatori), il responsabile sanità della Fp Cgil Modena, Alessandro De Nicola, non ha dubbi. Da almeno quattro anni – spiega – la direzione è consapevole delle criticità esistenti ma la tattica adottata finora è sempre stata quella di rimandare il problema. Adesso invece abbiamo registrato una nuova volontà di superamento.

Per tentare di arginare il preoccupante (nonché crescente) fenomeno delle aggressioni ai danni dei sanitari, infermieri su tutti, l’Ausl ci ha assicurato che entro il prossimo dicembre verrà rafforzato il sistema di videosorveglianza, con registrazioni fino a 72 ore, potenziata la frequenza di passaggio della vigilanza e nell’area del triage sarà installato un pulsante di chiamata rapida per richiedere tempestivamente l’intervento della guardia giurata.

Sulla stessa scia il Nursind ma, come evidenzia il segretario provinciale Gino Piragine, è basilare compiere uno step in più. Per contenere le aggressioni – motiva – è opportuno agire sulla riduzione dei lunghi tempi di attesa e il conseguente sovraffollamento. Esaminando vari episodi violenti, infatti, si evince come le cause che possono portare a tensioni e aggressioni siano correlate proprio alla gestione di questi due indici.

Ragione per cui, conclude Piragine, insistiamo da tempo e a gran voce sulla necessità di migliorare le tempistiche relative al percorso diagnostico e terapeutico dei pazienti, possibile solo attraverso un incremento dell’organico e una riorganizzazione delle procedure. Il punto di massima criticità è indubbiamente quello del triage.

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