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Emergenza-Urgenza

Pronto soccorso: accessi aumentati del 20%

di Redazione Roma

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Lo denuncia Simeu, rilevando un incremento degli accessi del 20% rispetto al 2021. Stesse proporzioni per il numero di pazienti che permane a lungo nei Pronto soccorso aspettando il ricovero. Preoccupa poi la carenza di professionisti sanitari: il rapporto infermiere paziente, infatti, è di 1 ogni 20 assistiti. Il presidente nazionale Simeu, De Iaco: La crisi di governo potrebbe essere la mazzata finale, limitando il raggio d’azione negli affari correnti.

Sempre più utenti si rivolgono a Dea e Pronto Soccorso

Inutile girarci attorno: il Pronto soccorso italiano è sfiancato, con le richieste che superano (di molto) le possibilità di risposta da parte del personale sanitario. Di fatto, un numero sempre più alto di utenti si rivolge ai Dea e agli stessi Pronto soccorso, che non conoscono orari di chiusura ma solo, appunto, di accesso. Dalle ultime rilevazioni a campione della Società Italiana della medicina di emergenza-urgenza emerge che, rispetto al medesimo periodo del 2021, gli accessi al Pronto soccorso sono aumentati in media di circa il 20%. Illustra Beniamino Susi, vicepresidente nazionale Simeu: Nel Lazio, come esempio, nella giornata del 22 luglio risultava preso in carico un cittadino ogni 1.325 abitanti. Numeri impressionanti, da maxi emergenza.

Va da sé che nei Pronto soccorso del Lazio la problematica è particolarmente avvertita. Sommando le cause, il personale sanitario subisce un aumento dell’intensità, del carico di lavoro individuale non inferiore al 50% rispetto allo scorso anno, che in questo stesso periodo non registrava neppure una simile ondata di Covid: oggi, infatti, i sanitari sono tornati ad essere colpiti dal virus in modo importante (basti pensare, ad esempio, all’infermiere di Pronto soccorso in area Covid). E la loro condizione ha oramai oltrepassato da tempo qualsivoglia argine della sostenibilità. A prescindere, appunto, che si parli di nord, centro o sud Italia.

Un caso lampante è quello del Pronto soccorso dell’ospedale San Luigi di Orbassano (Torino), dove un infermiere è stato condannato a 8 mesi di reclusione per omicidio colposo, accusato di non aver svolto in modo corretto il triage di un paziente. Il Nursind ha già reso noto che 48 colleghi dell’uomo sono pronti a chiedere il trasferimento in altri reparti. Lamentando: Ecco come ci si ritrova a dover svolgere la funzione di triage registrando, mediamente, 85 persone ogni turno di lavoro.

Rileva ancora Simeu che, a livello nazionale, la situazione degli infermieri è meno quantificabile ma al contempo le carenze non sono inferiori. Il rapporto infermiere paziente in un Pronto soccorso è di circa 1 ogni 20 assistiti. I parenti lamentano che i loro cari, nelle lunghe attese, non ricevono sufficiente cibo, acqua, assistenza ordinaria oltre che di tipo medico-infermieristico. E spesso esprimono queste lamentele passando alle vie di fatto (una condotta violenta è sempre e solo ingiustificabile).

Il presidente nazionale Simeu, Fabio De Iaco, non nasconde il fatto che la crisi di governo potrebbe essere la mazzata finale poiché limita il raggio d’azione del governo agli affari correnti. I tempi per raggiungere i provvedimenti necessari alla sopravvivenza del servizio si dilatano in maniera insostenibile: così non resisteremo.

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