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Oggi è il primo giorno del resto della vostra vita. Cosa cambiate?

di Mimma Sternativo

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Lasciate da parte ciò che è già successo, abbandonate i pensieri sul futuro. Oggi è il primo giorno del resto della vostra vita... concentratevi sul presente. Quello che fate oggi influirà su tutto ciò che succederà poi.

Infermieri, cosa fareste se poteste ricominciare da capo?

Infermieri, come ricostruiremo la nostra immagine?

Stavo facendo una sorta di "zapping" su internet e un articolo ha attirato la mia attenzione. Avete presente uno di quegli articoli di pseudo psicoanalisi che hanno spesso l'ambizione di illuminarti la via? Non lo fanno, ovviamente, ma lì per lì ti rincuorano un po' e ti fanno sentire "compreso".

Pensavo... cosa faremmo noi infermieri eterni lamentosi (diciamocelo, lo siamo!) se potessimo ricominciare tutto dal principio?

Noi che ora sbandieriamo le nuove competenze, la nostra laurea, la nostra esperienza, se potessimo cancellare il passato, come ricostruiremmo la nostra immagine?

Da qualche tempo c'è uno slogan che impazza sui social infermieristici, il famoso #noisiamopronti.

Ecco, dopo un primo stato di euforia, io questa affermazione ora ho un po' paura a pronunciarla. Pensandoci sarebbe stato diverso dire #iosonopronta. Ognuno avrebbe potuto assicurare per sé. Le rivoluzioni di massa hanno oramai un non so ché di romanticismo gotico.

É fantasia, utopia... Tutti parliamo, parliamo... in pochi però restano coerenti e fanno qualcosa per vincere la battaglia nel qui ed ora.

L'abbiamo urlato, l'abbiamo giurato, eppure no... non siamo pronti

Abbiamo un gran parlare di nuove competenze, ma la verità è che tutte le cose nuove ci spaventano un po', quindi prima che una nuova competenza sia davvero nostra passano anni.

Prendete gli infermieri del Pronto soccorso. Una delle più grandi competenze peculiari di questo contesto è sicuramente il triage, quanti dei vostri colleghi avete sentito lamentarsi a riguardo?

Avrete di certo sentito anche voi quelli che magari invocano la presenza di un medico. Sì, certo, uno stipendio più alto ci farebbe sentire meno insicuri (almeno così dicono in tanti).

Noi infermieri di Pronto soccorso abbiamo sviluppato una grande capacità nell'arte dell'arrangiarsi. Estremamente inclini allo stress, molto bravi a mettere toppe qui e là e a coprire certi buchi della sanità (...).

Nella quotidianità sviluppiamo delle competenze, ogni giorno ci troviamo di fronte pazienti diversi, situazioni e urgenze diverse. Impariamo mano a mano a "prevedere" l'urgenza.

Fortunatamente non abbiamo più un mansionario, abbiamo una formazione post base e ci aggiorniamo costantemente.

Nel mondo del ps dove, il più delle volte rispetto ad altri reparti, non si è in antitesi con la figura del medico, spesso è difficile creare un margine netto tra quello che ci compete e che non ci compete.

Così ogni tanto ci tornano i vecchi dubbi... Battaglie fatte dieci, vent'anni fa. Ditemi, quanti di voi fanno l'emogas? Quanti anni sono passati per dire che è una procedura di nostra competenza. Anzi, una competenza condivisa col medico.

Ecco, eppure ancora oggi nel 2017 qualcuno si chiede ma posso davvero farlo? Non è che poi se succede qualcosa il Giudice...

"Il Giudice"... questa parola è diventata lo spauracchio della nostra professione. Puoi discuterne con chi vuoi, anche con infermieri super aggiornati. Prova a farlo anche tu, se in un qualsiasi discorso nomini la parola "giudice" cade qualsiasi certezza dell'altro.

Magari assistono pazienti in NIV da anni e ne monitorano l'evoluzione, gestiscono almeno dieci dispnee al giorno, magari sono super preparati sulla tecnica e sulla lettura del referto dell'ega, ma tu gli nomini una volta sola la parola "giudice" e stop. Non si sentono più pronti a farlo.

Il fatto è che credo fermamente che siamo pronti a parole, meno nella consapevolezza di noi stessi come professionisti.

il campo proprio di attività e di responsabilità delle professioni (…) è determinato dai contenuti dei decreti ministeriali dei relativi profili professionali e degli ordinamenti didattici dei rispettivi corsi di diploma universitario e di formazione post-base nonché dagli specifici codici deontologici, fatte salve le competenze previste per le professioni mediche e per le atre professioni del ruolo sanitario per l’accesso alle quali è richiesto il possesso del diploma di laurea, nel rispetto reciproco delle specifiche competenze professionali (Legge 42/99)

Il mansionario, che solo a sentirlo nominare fa accapponare la pelle, in realtà era la nostra zona di comfort. Avevamo il nostro bell'elenco e sapevamo bene cosa potevamo e cosa non potevamo fare.

Fortunatamente è stato rimosso, ma la verità è che forse non siamo ancora capaci di pensare come professionisti in grado di adottare e avvalorare le nostre conoscenze e competenze.

E allora mi vien da pensare, visto che ci lamentiamo tanto e che paghiamo tanto forse anche per la nostra storia, noi saremmo davvero capaci di crearne una diversa? Non è che sotto sotto quel mansionario lo rivorremmo?

E allora io lancerei un nuovo hashtag: #IOsonopronta. Sono “Io” che ogni giorno nel mio piccolo posso cambiare la mia professione. Il “Noi” è un gran bel concetto, ma così romanticamente irraggiungibile.

La zona di comfort, la paura, dubbi e tutta la vergogna non vi serviranno a nulla se non li affrontate. Saranno utili solo se li affronterete; essi esistono solo perché oggi stesso possiate iniziare una nuova avventura (Rachele Eterea)

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