È partita ieri, al Palacongressi di Riccione, l’edizione 2025 di Panorama Diabete, l’evento nazionale promosso dalla Società Italiana di Diabetologia (SID), che riunisce ogni anno i maggiori esperti del settore per fare il punto sulla gestione della patologia diabetica in Italia. Un appuntamento strategico, che quest’anno si svolge dal 18 al 21 maggio, con l’obiettivo di affrontare, con approccio multidisciplinare, una delle emergenze sanitarie più rilevanti e pervasive: il diabete.
Una nuova visione per la diabetologia italiana
Dal 18 al 21 maggio, al Palacongressi di Riccione, si terrà Panorama Diabete 2025.
L’apertura dei lavori ha confermato la volontà della comunità scientifica di rafforzare un modello di presa in carico proattivo, basato su prevenzione, innovazione tecnologica e continuità assistenziale.
I numeri, del resto, parlano chiaro: quasi 4 milioni di persone vivono oggi con il diabete nel nostro Paese, ma una su tre non sa di averlo, mentre altri 3,5 milioni si trovano in una condizione di prediabete non diagnosticato. In Europa, ogni 46 secondi si registra un decesso riconducibile a questa malattia.
La prima giornata ha messo al centro la necessità di un cambio di paradigma. I relatori intervenuti hanno sottolineato come il diabete non debba essere affrontato solo come una malattia cronica, ma come una sfida di salute pubblica. Fondamentale, in questa prospettiva, potenziare lo screening precoce (in particolare per il tipo 1), rivedere gli strumenti normativi come la nota 100 e ripristinare un LEA specifico per la visita diabetologica.
A queste azioni si affianca la richiesta, condivisa dalla SID, di creare un “corpus prescrittivo” specifico per l’area diabete, comprendente esami e interventi a elevato impatto preventivo, come la valutazione del fondo oculare o del colesterolo HDL.
Un SSN da ripensare: tra frammentazione e opportunità di riforma
Tra i temi affrontati nella giornata di apertura, anche la sostenibilità del Servizio Sanitario Nazionale. Il diabete, come altre cronicità, assorbe già oggi una quota significativa delle risorse sanitarie (fino al 10% della spesa totale), con il 75% dei costi legati a complicanze evitabili.
Per rispondere a questa pressione, il congresso propone una riorganizzazione dei modelli di cura, basata su prossimità, coordinamento interprofessionale e appropriatezza clinica. Un’occasione strategica in tal senso è rappresentata dal PNRR, che può fungere da leva per potenziare la rete territoriale e rafforzare il ruolo della medicina generale e delle Case di Comunità.
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