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vaccino anti covid-19

Anamnesi pre-vaccinale: vademecum per una vaccinazione sicura

di Monica Vaccaretti

L'anamnesi, detta anche storia clinica, è un atto medico che permette di raccogliere ed analizzare criticamente sintomi e fatti e, assieme all'esame obiettivo e alle indagini strumentali, di formulare una diagnosi. Si tratta di uno strumento indispensabile anche nella vaccinazione per poter procedere all'atto vaccinale in sicurezza dopo attenta valutazione dello stato di salute del vaccinando. È la prima fase del processo terapeutico e pertanto risulta essere un momento fondamentale e delicato che richiede accuratezza e conoscenza.

Vademecum per una vaccinazione sicura

Le procedure di buona pratica vaccinale (DGRV 1935/2016) prevedono che l'anamnesi, il momento più importante della vaccinazione, venga raccolta da un operatore sanitario addestrato che rivede le risposte con il vaccinando e decide in merito all'idoneità alla vaccinazione. Qualora sussistano dubbi in merito all'idoneità, l'operatore fa riferimento al medico vaccinatore responsabile di seduta che decide in merito alla vaccinazione. Il medico può dare indicazioni particolari in merito:

  • alla sede di inoculo diversa da quella da procedura (deltoide sinistro)
  • al tipo di vaccino diverso da quello previsto per categoria di prenotazione
  • alla variazione nella durata del periodo di osservazione (60 minuti o altre tempistiche diversi dai 15 minuti previsti)
  • alla non idoneità temporanea o definitiva
  • alla vaccinazione in ambiente protetto

Il decreto sulla vaccinazione anti Covid-19 ha pertanto disposto che l'anamnesi, che è un atto medico, può essere raccolta anche dall'infermiere e dall'assistente sanitario. Viene riconosciuta all'infermiere, adeguatamente formato, la competenza di eseguire l'anamnesi vaccinale.

È il personale sanitario del centro vaccinale che stabilisce quale vaccino sia più indicato, sulla base di decisioni ministeriali e su indicazioni fornite dal Ministero della Salute nella scrupolosa osservanza delle Circolari e delle linee guida ministeriali. È necessario dunque affidarsi sempre al medico Responsabile del centro vaccinale.

Secondo le FAQ di AIFA, l'Agenzia Italiana del Farmaco, prima della vaccinazione, il personale sanitario pone alla persona da vaccinare una serie di precise e semplici domande utilizzando una scheda standardizzata. Se l'operatore sanitario rileva risposte significative alle domande, valuta se la vaccinazione possa essere eseguita o rinviata. Inoltre, l'operatore verifica la presenza di controindicazioni o precauzioni particolari, come riportato anche nella scheda tecnica del vaccino.

Anamnesi pre-vaccinale specifica contro Covid-19

Secondo le linee guida del CDC e la Guida alle controindicazioni alle vaccinazioni redatta dal Ministero della Salute, le procedure vaccinali prevedono l'esecuzione dell'anamnesi vaccinale standard. Per la vaccinazione contro il Covid-19 è stata implementata un’anamnesi pre-vaccinale specifica che viene condotta utilizzando una serie completa di domande formulate nella scheda anamnestica. È importante sottolineare che tutto il personale sanitario che esegue una vaccinazione deve verificare la presenza di controindicazioni, avvertenze e/o precauzioni in ogni persona prima di somministrare qualsiasi vaccino.

Nel caso in cui si rilevino delle controindicazioni/precauzioni per la somministrazione del vaccino, va interpellato il Medico Responsabile di seduta che può aggiungere delle annotazioni e prescrizioni relative al caso da valutare. Il modulo dell'anamnesi, scaricabile al momento della prenotazione, va firmato dall'operatore sanitario che raccoglie l'anamnesi e non dall'utente né dal genitore/tutore che accompagna il minore.

Anamnesi pre-vaccinale specifica contro il Covid-19

Domanda:

Controindicazioni, avvertenze e/o precauzioni:

Attualmente è malato?

  • Non vi sono evidenze che una malattia riduca l'efficacia del vaccino o aumenti gli effetti collaterali. In presenza di malattia moderata grave con o senza febbre, come precauzione la vaccinazione va differita a dopo la guarigione. La vaccinazione può essere somministrata in caso di malattie lievi poiché non rappresentano controindicazione.

Ha febbre?

  • Il soggetto con temperatura superiore a 37.5° non va vaccinato ma invitato a recarsi presso il proprio domicilio e a contattare il medico curante per la valutazione.

Soffre di allergie al lattice, a qualche cibo, a farmaci o ai componenti del vaccino? Se sì, quali?

  • Unica controindicazione alla vaccinazione anti SARS-CoV-2 è la reazione grave a precedente dose di vaccino compresa l'anafilassi o reazione allergica grave a sostanze contenute nel vaccino.
  • Precedenti reazioni allergiche, anche gravi, per allergeni inalanti (pollini, polvere), alimentari (fragole, frutta secca, crostacei), da contatto (nichel, detersivi), da puntura di insetti (api) non sono un problema perché non vi sono reazioni crociate con il vaccino anti-Covid. È raccomandato un tempo di attesa di 30-60 minuti dopo la vaccinazione.
  • Precedenti reazioni allergiche da farmaci richiedono attenzione per eventuali farmaci contenenti PEG presente anche nel vaccino. Si raccomanda di consultare il medico responsabile per l'anamnesi farmacologica.
  • Il tempo di attesa dopo la prima dose può essere prolungato a 30 minuti in caso di pregresse allergie importanti o stato ansioso del soggetto. Dopo la seconda o terza dose, se la prima non ha presentato problemi, rimane di 15 minuti. In caso di complicanze importanti consultare il Medico Responsabile.
  • Per soggetti con pregresse reazioni allergiche gravi, anafilassi, diagnosi di mastocitosi è possibile eseguire la vaccinazione in ambiente protetto. Riferire il caso al medico responsabile per una consulenza.

Ha mai avuto una reazione grave dopo aver ricevuto un vaccino?

  • Permette di valutare eventuali precauzioni da adottare in caso di sospetto di potenziali allergie a PEG o polisorbato 80 contenuti sia nei vaccini anti SARS-CoV-2 come in altri vaccini in uso routinario.

Soffre di malattie cardiache o polmonari, asma, malattie renali, diabete, anemia o altre malattie del sangue?

  • Permette di valutare se necessario l'appartenenza a determinate categorie di rischio per le quali si hanno indicazioni per un tipo di vaccino piuttosto che un altro.
  • Consente di valutare se alcune patologie possono indicare l'ambiente protetto come l'asma persistente grave e di individuare precauzioni da adottare per patologie della coagulazione.
  • Malformazioni cardiovascolari (difetti valvolari, aneurismi...) non rappresentano un problema.

Si trova in condizione di compromissione del sistema immunitario? (cancro, leucemia, linfoma, HIV/AIDS, trapianto)

  • Permette di evidenziare particolari categorie di rischio per le quali è opportuno somministrare un determinato tipo di vaccino e per le quali è indicato vaccinare anche i conviventi.

Negli ultimi 3 mesi, ha assunto farmaci che indeboliscono il sistema immunitario (cortisone, prednisone o altri steroidi) o farmaci antitumorali, oppure ha subito trattamenti con radiazioni?

  • Il cortisone non è una controindicazione ma solo una terapia che riduce l'efficacia della vaccinazione. L'effetto è scarsamente significativo per l'uso di creme o collirio. In caso di terapia cortisonica sistemica per patologie croniche, consultare il responsabile di seduta.
  • Nei pazienti fragili (trapiantati, reumatologici...) che fanno terapia cronica, considerato il rischio Covid, vale comunque la pena di vaccinare. L'impatto della terapia immunosoppressiva è minore per la terza dose.
  • I pazienti che assumono farmaci biologici (generalmente anticorpi) possono continuare la terapia in corso senza variazioni, indipendentemente da prima, seconda o terza dose. Solo per la prima dose di Metotrexate e Abatacept è opportuno fare un intervallo di una settimana.
  • Idealmente le vaccinazioni, al fine di massimizzare l'efficacia, andrebbero somministrate prima dell'inizio del ciclo terapeutico. Se la persona è già in terapia va informata che la risposta alla vaccinazione potrebbe non essere ottimale ma comunque utile per la protezione.
  • Consigliare di sentire lo specialista per eventuali aggiustamenti della terapia post vaccinazione al fine di ottimizzare la risposta immunitaria.
  • Valutare se per terapie limitate nel tempo, ad esempio cortisone ad alte dosi per un evento acuto, e con soggetto compliante si possa posticipare la vaccinazione al fine di massimizzare la risposta immunitaria.
  • Qualsiasi esame con mezzo di contrasto (TAC, RMN, scintigrafia) o trattamenti di radioterapia, pregresso o in programma, non costituiscono problema o motivo di ritardo. Non sono controindicazioni malformazioni cardiovascolari (difetti valvolari, aneurismi...), epilessia con o senza terapia, trasfusioni di sangue pregresse o recenti.

Durante lo scorso anno ha ricevuto una trasfusione di sangue o prodotti ematici, oppure le sono stati somministrati immunoglobuline (gamma) o farmaci antivirali?

  • Vanno attesi 90 giorni tra la somministrazione di terapia specifica anti SARS-CoV-2 (plasma iperimmune, antivirali specifici, anticorpi monoclonali) al fine di ottimizzare la risposta immunitaria al vaccino e non avere interferenze.
  • Non sono necessari intervalli di attesa per altro tipo di trasfusioni o immunoglobuline.

Sta assumendo farmaci anticoagulanti?

  • Permette di evidenziare eventuali precauzioni da adottare per minimizzare il rischio di ematomi in sede di inoculo.
  • In caso di trattamento con anticoagulanti usare ago sottile, far comprimere 5 minuti il sito d'iniezione. Quando possibile effettuare l'iniezione prima dell'assunzione della terapia.
  • In caso di terapia per patologie della coagulazione (es. emofilia) usare ago sottile, far comprimere 5-10 minuti il sito d'iniezione. Quando possibile effettuare l'iniezione dopo l'assunzione della terapia.
  • Non è una controindicazione qualunque terapia anticoagulante (Eparina, Clexane, Coumadin...)

Ha avuto attacchi di convulsioni o qualche problema al cervello o al sistema nervoso?

  • Una malattia neurologica non controindica la vaccinazione che va però effettuata a patologia stabilizzata.
  • L'epilessia, con o senza terapia, non è una controindicazione.

Ha ricevuto vaccinazioni nelle ultime 4 settimane? Se sì, quali?

  • Non vi sono dati in merito alla somministrazione dei vaccini anti SARS-CoV-2 con altri vaccini.
  • Non vi sono distanze minime da tenere con altri vaccini anche se buona regola può essere distanziarli di almeno una settimana al fine di non sovrapporre i possibili effetti collaterali.
  • Qualora il rimandare la vaccinazione costituisse un problema (es. compliance del vaccinando non ottimale, urgenza di fornire protezione) la stessa può essere effettuata anche se non ancora trascorsi 7 giorni dal precedente vaccino.
  • È possibile la somministrazione concomitante o a qualsiasi distanza di tempo, prima o dopo, di un vaccino anti Covid-19 e un altro vaccino del PNPV, con l'eccezione dei vaccini vivi attenuati per i quali può essere considerata valida una distanza minima precauzionale di 14 giorni prima o dopo la somministrazione del vaccino anti Covid-19.
  • È possibile eseguire la vaccinazione antinfluenzale in concomitanza con il vaccino anti Covid nella stessa seduta vaccinale, avendo cura di somministrare l'antinfluenzale nel deltoide dx o comunque nell'arto dominante. Il dolore nel sito di iniezione risulta essere maggiore con il vaccino anti Covid da somministrare pertanto nel deltoide sinistro o arto non dominante.

È incinta?

  • Il vaccino non ha alcun effetto clinico sulla madre o malformativo sul feto e non rappresenta alcuna controindicazione prima, durante e dopo la gravidanza.
  • Le linee guida rimandano ad una valutazione con il proprio medico curante per stabilire il rapporto rischi-benefici rispetto ad ogni singolo caso: in linea di massima se il rischio della donna di contrarre l'infezione, in considerazione anche di possibili comorbilità, è superiore allora conviene sottoporsi al vaccino.
  • Per prudenza la vaccinazione viene posticipata al compimento del primo trimestre, non per problemi di sicurezza ma per il rischio di possibili malformazioni associate alla febbre materna nel primo trimestre. Il rischio febbre vale per qualunque patologia che dovesse insorgere durante la gravidanza, anche in assenza di vaccinazione.
  • Gli anticorpi contro il Covid-19 sono presenti nel sangue del cordone ombelicale.
  • La vaccinazione non è controindicata in allattamento. Gli anticorpi della madre passano nel latte materno.

È mai risultato positivo ad un test COVID-19? Se sì, quando?

  • Non vanno vaccinati i soggetti attualmente positivi.
  • La pregressa infezione non rappresenta un problema alla vaccinazione. Si consiglia di posticiparla se l'infezione è stata recente e quindi si è verificata negli ultimi tre mesi.
  • Se anche un soggetto avesse avuto l'infezione senza saperlo e si vaccina, non sarebbe un problema. Pertanto, non serve sottoporsi a test sierologici prima del vaccino.
  • In caso di pregressa positività è indicata una singola dose (considerata un booster) tra i 3 e i 6 mesi dopo la positività.
  • Se effettuata oltre i 6 mesi sono necessarie tutte le dosi previste dal ciclo per quel tipo di vaccino.
  • Se inferiore a 3 mesi vanno comunque somministrate tutte le dosi previste dal ciclo.
  • Per gli immunodepressi è sempre raccomandata la vaccinazione con ciclo completo entro i primi 3 mesi dalla malattia.
  • Se l'infezione avviene dopo la prima dose, entro i 14 giorni successivi, è necessario fare due dosi del vaccino perché la prima dose viene annullata dall'infezione.

Ha fatto qualche viaggio internazionale nell'ultimo mese?

  • Può essere utile per individuare eventuali soggetti in quarantena dopo rientro da viaggio e che vanno vaccinati dopo il termine del periodo previsto

È attualmente in quarantena?

  • Il soggetto in quarantena non può allontanarsi dal domicilio e la vaccinazione va rimandata dopo il termine della quarantena.

È importante infine sapere, e pertanto informare l'utenza, che variazioni cliniche dopo la prima o seconda dose (infarto, ictus, intervento chirurgico, diagnosi di neoplasia...) non hanno alcuna implicazione. Variazioni di terapia - per ipertensione, diabete, infiammazioni, artrosi ed altre patologie – dopo la prima o seconda dose non hanno rilevanza. Qualunque terapia antibiotica pregressa, recente o in corso non hanno alcuna implicazione. I farmaci cardiovascolari (antipertensivi, antiaritmici...) non costituiscono problema o controindicazione.

È bene sapere inoltre che la presenza di vene varicose o di precedenti flebotrombosi agli arti inferiori non implica un rischio trombotico conseguente alla vaccinazione. Malattie congenite come Sindrome di Down, anemia mediterranea, favismo, Fattore V di Leyden non controindicano.

Non ci sono farmaci che interferiscono con il vaccino. La raccomandazione è di continuare ad assumere regolarmente le terapie in atto senza modificare gli orari di assunzione, nemmeno il giorno del vaccino. Gli unici farmaci sui quali si può valutare se rimandare la vaccinazione sono i cortisonici che in parte possono ridurre l'efficacia vaccinale. Questo significa che se una persona sta seguendo occasionalmente una terapia con cortisonici si può valutare se posticipare il vaccino e la decisione può essere presa soltanto in sede vaccinale dal medico responsabile, dopo la raccolta dell'anamnesi.

Infine è opportuno informare l'utenza che non è possibile scegliere il vaccino, qualora lo richieda: la circolare ministeriale stabilisce infatti che, indipendentemente dai vaccini somministrati nel ciclo primario, la dose di richiamo può essere somministrata indifferentemente con i vaccini Pfizer o Moderna, gli unici autorizzati, poiché entrambi a mRNA.

Infermiere

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