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Ambulatorio infermieristico

Stomaterapisti, Maculotti: Oltre a competenza diamo umanità

di Sara Di Santo

Stomie

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Per comprendere una realtà bisogna viverla, o almeno andarle incontro. Questa volta siamo stati all’ambulatorio stomizzati della Fondazione Poliambulanza di Brescia, dove Danila Maculotti, infermiera stomaterapista, ci ha aperto le porte della sua “hole oasis” e dove l'autonomia lavorativa professionale infermieristica è realtà quotidiana.

Ambulatorio stomizzati, a Brescia è a conduzione infermieristica

Attivo ufficialmente dall’1 aprile 2007, l’ambulatorio stomizzati della Fondazione Poliambulanza di Brescia è una realtà in cui l’autonomia professionale dell’infermiere stomaterapista si esprime al massimo.

Ce lo ha raccontato Danila Maculotti, la prima infermiera italiana ad entrare nell’Ecet, lo European Council of enterostomal therapy, di cui oggi è tesoriera.

L’ambulatorio è nato anche grazie al supporto della Direzione di Poliambulanza e qui esiste autonomia lavorativa professionale infermieristica. In caso di bisogno – spiega Maculotti - i proctologi e i chirurghi sono sempre e prontamente disponibili per delle valutazioni, ma l’ambulatorio è totalmente a gestione infermieristica.

Ad oggi Maculotti è l’unica infermiera a lavorare in ambulatorio stomizzati; a lei poi si affianca il lavoro di altri sette colleghi infermieri stomaterapisti che lavorano presso tutto il dipartimento chirurgico della struttura e che si occupano della gestione degli assistiti stomizzati nei vari reparti.

La giornata in ambulatorio – racconta Maculotti – inizia con il briefing mattutino con i chirurghi, durante il quale si prende in esame la nota operatoria con i nominativi dei pazienti che saranno sottoposti ad intervento chirurgico di confezionamento della stomia. Poi - continua – si passa alla riabilitazione del pavimento pelvico, all’assistenza ai pazienti dei reparti chirurgici e alle consulenze interne, ad esempio nei reparti di oncologia, terapia intensiva, medicina e geriatria. Il tutto con l’orecchio sempre teso al telefono, perché capita spesso che ci siano delle urgenze impreviste e bisogna essere pronti.

L’ambulatorio stomizzati della Fondazione Poliambulanza, oltre a fornire continuità nell'assistenza sotto vari profili, come spiega Letizia Bazoli, responsabile del Servizio Infermieristico e Tecnico, è anche sede formativa del master di I° livello “Stomaterapia ed incontinenze” dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. Anche quest’anno – spiega Maculotti, che coordina il master – abbiamo venti giovani studenti con i quali è molto importante condividere il sapere, infermieristico ed umano.

Stomaterapisti, Maculotti: siamo persone che incontrano persone

Parola chiave dell’ambulatorio stomizzati - ribattezzato “hole oasis” (oasi del buco) – è assistenza personalizzata. Quotidianamente, nell'ambulatorio di stomaterapia i pazienti portatori di derivazioni intestinali o urinarie possono recarsi per qualsiasi problematica legata alla condizione di cui sono portatori.

Ma la presa in carico dell’assistito, qui, avviene fin dal momento che precede l’intervento di confezionamento della stomia, quello in cui, con empatia e discrezione, l’infermiere stomaterapista accompagna l’assistito nella scoperta di quello che comporta il confezionamento di una stomia.

Quella del disegno preoperatorio - confida Danila – è una fase estremamente delicata. Aiutare il paziente a visualizzare la sede in cui verrà apparecchiata la stomia richiede tante competenze. Ma soprattutto richiede esperienza. Esperienza che fai con le persone, la storia della tua vita aiuta ad empatizzare, ad entrare nella storia delle altre persone.

Forse nella vita bisognerebbe pensare ogni tanto che sul quel letto lì ci potrebbe essere tua mamma, tuo papà, tua sorella. È una cosa che non ci si dovrebbe mai dimenticare...

Sulla relazione con il paziente, Danila punta moltissimo. Tanto che proprio su questo incentrerà la sua relazione alla giornata mondiale dello stomizzato, il prossimo 6 ottobre a Caserta.

Lo ripeto sempre, anche ai ragazzi del master: noi siamo persone e ci incontriamo con persone. Persone che in questo momento della loro vita hanno bisogno di aiuto, hanno bisogno di noi.

E allora vanno bene, vanno benissimo studio e competenze tecniche evidence based, guai il contrario. Ma, alla fine, quello che resta, la soddisfazione più grande sono le persone che ho incontrato, perché quello che mi rimane sono le parole, i momenti che abbiamo vissuto incontrandoci.

E a proposito di parole, su di lei la moglie di uno stomizzato che ha incrociato la sua strada ha scritto: Danila ha un dono: un’allegria trascinante, ricca di professionalità e di un’assertività concreta e seria. Dopo averla conosciuta, impossibile non accorgersene.

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