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Ccnl Sanità, Aran: da Mef sì al contratto, siamo all’arrivo

di Redazione Roma

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Il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha trasmesso il parere definitivo sull’ipotesi di accordo del Ccnl Sanità 2019-2021 al Dipartimento della funzione pubblica. Adesso manca l’approvazione in Consiglio dei ministri e, subito dopo, la certificazione della Corte dei conti. A quel punto sarà possibile procedere alla sottoscrizione definitiva. L’Aran fa il punto sullo stato dell’arte. Soddisfati, ma con cautela, i sindacati. Il presidente del Nursing Up, Antonio De Palma: È il primo passo verso una risoluzione finale, ma non possiamo sentirci appagati.

Parere definitivo del Mef sull’ipotesi di accordo del Ccnl Sanità

Trasmesso parere definivo sull'ipotesi di accordo del Ccnl sanità 2019-2021 da parte del Mef.

L’Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni fa il punto della situazione sull’ipotesi di accordo del Contratto collettivo nazionale di lavoro relativo al personale del comparto sanità (triennio 2019/2021).

A metà settembre il Mef aveva inoltrato una seconda richiesta di chiarimenti all’Aran che, da parte sua, per voce del presidente Antonio Naddeo ammetteva la difficoltà di “chiudere” il tutto entro settembre. Detto, fatto. Poche ore fa l’Agenzia ha reso noto: La prima notizia è che a seguito delle risposte dell’Aran, il Mef ha trasmesso il parere definitivo sull’ipotesi di accordo del comparto sanità al Dipartimento della funzione pubblica. Ora manca l’approvazione in Consiglio dei ministri e successivamente la certificazione della Corte dei Conti (15 giorni), poi è possibile procedere alla sottoscrizione definitiva.

L’Aran ha proprio tenuto a precisare che per l’ipotesi di accordo delle Funzioni locali sono state già fornite le risposte alle richieste di chiarimento del Mef. Occorre attendere il parere definitivo del Ministero e i passaggi al Consiglio dei ministri e alla Corte dei conti. Certo, il confronto tecnico è stato tutt’altro che facile, ha impegnato tanto l’Aran quanto la Ragioneria generale dello Stato per circa tre mesi. Ma alla fine il placet del Mef è arrivato, fermo restando alcune osservazioni che, in ogni modo, dovrebbero lasciare inalterata la pre-intesa raggiunta con i sindacati a metà giugno.

Particolarmente ampia la platea degli interessati (544mila persone), con la Legge di Bilancio 2021 che aveva previsto un premio per i 277mila infermieri, circa la metà del personale non dirigente del Servizio sanitario nazionale. Senza che però si mettesse immediatamente mano anche agli atti di indirizzo per il rinnovo contrattuale, componente basilare per portare l’incentivo in busta paga. Oggi, dopo l’ok del Mef, il testo fa un balzo incredibile verso il traguardo finale. Tra aumenti tabellari, indennità per le varie figure professionali e fondi per i nuovi ordinamenti e il salario accessorio, il contratto vale a regime quasi 1,3 miliardi di euro, che si traducono in un incremento medio da 175 euro lordi al mese. Si tratta, pertanto, di una rivalutazione del 7,22%, pari a quasi due volte l’inflazione del periodo coperto dal contratto.

A far lievitare il conto sono in particolare le voci aggiuntive allo stipendio base, a partire appunto dall’indennità di specificità della professione infermieristica, pensata per riconoscere il ruolo degli infermieri nell’assistenza ai pazienti durante la pandemia. È un aumento stabile in busta paga che va dai 62,81 euro riconosciuti agli operatori (l’ex area Bs) ai 72,79 euro destinati ai professionisti della salute e funzionari (ex area D e Ds).

Tale indennità decorre dal 1° gennaio 2021, e insieme agli aumenti del tabellare (fra 54,5 e 98,1 euro al mese a seconda della posizione economica) alimenta quindi anche la mole degli arretrati una tantum, che potrebbero arrivare a dicembre 2022; e che nel caso degli incarichi infermieri oscilleranno fra i 3mila e i 4.500 euro. In merito al via libera del Mef che, a seguito delle risposte dell’Aran, ha fatto avere il suo parere positivo sull’ipotesi di accordo del comparto sanità al Dipartimento della funzione pubblica, si è espresso il Nursing Up.

Apprendiamo con la giusta dose di positività, pur rimanendo, come sempre abbiamo fatto, vigili e solerti in merito a tutte quelle che sono le complesse e delicate problematiche che riguardano il mondo infermieristico, le parole del presidente nazionale, Antonio De Palma. Spiegando poi: Non possiamo sentirci appagati né accontentarci dei piccoli traguardi ottenuti. Continueremo a seguire, ora per ora, il percorso del nuovo contratto.

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Giornalista

Commenti (3)

pala_luigi

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1 commenti

ma Beata Ignoranza de chè?...

#3

Marino03: a me sono arrivati gli arretrati in busta paga nel mese di novembre e dei 1.8000 euro di arretrati calcolati dalle sigle sindacali sai quanti me ne sono rimasti in tasca alla fine della fiera? 1000! ... 800 euro sono andati in tasse. se non è una fregatura calcolata questa dimmi te che cos'è!

Marino03

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Beata ignoranza...

#2

Gent.mo Paolo, la invito a studiare ed applicarsi di più perchè, evidentemente, qualcosa (e anche di più) non le è ben chiaro!
Ha mai sentito parlare di redditi a tassazione separata?
Ha idea di come funzioni e come vengono applicate le aliquote IRPEF?
Beh, allora si faccia una cultura ed eviti di scrivere fesserie come appena fatto!

11Paolo11

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La nuova furbata statale

#1

Perfetto! L ennesima fregatura. Paghiamo tutto in busta paga di dicembre con annessa 13esima, così tassiamo tutto il "grandissimo" bottino, come se fossimo miliardari e come al solito vedremo in quinto di ciò che ci è dovuto.