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Cgil Cisl Uil Fpl: il 25 marzo presidi in tutt’Italia

di Redazione Roma

Pubblico Impiego

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Venerdì 25 marzo mobilitazione dei lavoratori della Sanità pubblica e delle Funzioni locali con presidio nazionale a Roma davanti la sede del Ministero dell’Economia e delle Finanze e in tutto il paese dinanzi le prefetture. La promuovono Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl: È ora di dare risposte sulle risorse per contratti e assunzioni. L’appuntamento capitolino, così come nel resto d’Italia, rappresenta il primo passo di una mobilitazione generale, spiegano i sindacati.

I sindacati i piazza

È giunta l’ora di dare risposte: risorse per i contratti e le assunzioni. Così venerdì 25 marzo ci sarà la mobilitazione delle lavoratrici e dei lavoratori della Sanità pubblica e delle Funzioni locali con presidio nazionale a Roma dinanzi alla sede del Ministero dell’Economia e delle Finanze, in via Venti Settembre, nonché in tutta Italia davanti alle prefetture. La promuovono Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl, che motivano così le ragioni della protesta: Occorrono risposte immediate, di tipo professionale ed economico, nei confronti delle lavoratrici e dei lavoratori che in questi ultimi due anni, in condizioni difficilissime, hanno assicurato servizi essenziali e diritti costituzionali ai cittadini. Le rivendicazioni di Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl attengono il rispetto del Patto per l’innovazione del lavoro pubblico e la coesione sociale, sottoscritto il 10 marzo dello scorso anno. Il Patto si inserisce nel solco di un’azione di rilancio del paese, mirata a concretizzare gli obiettivi risolutivi della modernizzazione del “sistema Italia” e dell’incremento della coesione sociale, a cominciare dall’opportunità offerta dal Piano nazionale di ripresa e resilienza.

Di fatto, i pilastri basilari di ogni riforma e ogni investimento pubblico contenuti nel Pnrr dovranno essere la coesione sociale e la creazione di buona occupazione. Allo stato attuale, però, la prospettive appaiono differenti. Circoscrivono i sindacati: Le risorse sono insufficienti per quanto concerne la revisione di tutti i sistemi indennitari fermi da oltre dieci anni, la valorizzazione delle professionalità attraverso la riforma degli ordinamenti e dei sistemi di classificazione, la contrattazione integrativa e la necessità della rimozione dei vincoli normativi ad oggi esistenti, un piano straordinario di assunzioni nella Pubblica amministrazione. Criticità importanti. Ecco perché l’appuntamento di venerdì prossimo nella capitale, così come in tutta Italia, costituisce solo il primo passo di una mobilitazione generale che si concluderà soltanto con il recepimento dei principali punti delle piattaforme contrattuali presentate al Governo oltre due anni fa, puntualizzano Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl.

Parte, dunque, la mobilitazione dei sindacati della sanità. Il 25 marzo a Torino ci saranno tre presidi: il primo di fronte la prefettura, il secondo in piazza Castello davanti la Regione Piemonte, il terzo all’ingresso dell’ospedale Molinette della Città della Salute (E intendiamo non fermarci, chiamando ognuno alle proprie responsabilità: il presidente Alberto Cirio deve delle risposte. Se siamo arrivati alla situazione attuale è perché negli anni addietro non c’è stata un’adeguata programmazione, afferma Gianni Cortese, segretario regionale Uil). Dal Piemonte alla Lombardia: anche qui, al pari di tutto il territorio nazionale, il 25 marzo si svolgerà la mobilitazione unitaria per il rinnovo dei contratti collettivi nazionali di lavoro delle Funzioni locali e della Sanità pubblica. Nella regione governata da Attilio Fontana i presidi saranno dinanzi le sedi prefettizie, con richiesta di incontro al prefetto. E ancora in Valle d’Aosta, con le Funzioni pubbliche di Cgil, Cisl e Uil Valle che nel capoluogo organizzano un presidio del personale del comparto – davanti al Palazzo regionale – per chiedere una sanità più giusta e la salute di tutti noi. Finanche in Molise, dove i sindacati hanno organizzato un presidio unitario davanti la prefettura di Campobasso, con richiesta di incontro con il prefetto o un suo delegato.

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