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Professioni sanitarie

Ssn e servizi di cura, i numeri di un'emergenza nei dati Cisl Fp

di Redazione

Pubblico Impiego

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L’Italia è fanalino di coda tra i Paesi Ocse per quanto riguarda il numero di infermieri su 1.000 abitanti. In più, alcune regioni hanno dovuto ridurre drasticamente le loro dotazioni in termini di posti letto, andando ad inficiare gli standard quantitativi e qualitativi relativi all’assistenza ospedaliera. Di questi dati (elaborati a partire da quelli messi a disposizione dal Ministero della Salute) si è parlato durante la conferenza stampa di presentazione della ricerca “Lo stato del sistema sanitario e dei servizi di cura al cittadino. I numeri dell’emergenza” - a cura del centro studi CISL FP – che è stata anche l’occasione per ufficializzare la costituzione del nuovo Coordinamento Nazionale delle Professioni Sanitarie, nato con l’obiettivo di lavorare per lo sviluppo, la valorizzazione ed il riconoscimento delle competenze dei professionisti sanitari. Nominato Coordinatore il Dott. Michele Schinco.

Lo stato del Sistema Sanitario e dei servizi di cura al cittadino

La carenza di personale infermieristico non è, purtroppo, una novità. I più recenti dati confermano che l’Italia è fanalino di coda tra i Paesi Ocse per quanto riguarda il numero di infermieri su 1.000 abitanti: 5.8 è un dato ancora insufficiente e molto lontano dai livelli di assistenza infermieristica per abitante garantiti da Francia e Germania (rispettivamente 10.4 e 12.9).

Oltre al personale infermieristico dipendente del Ssn - sottolinea la ricerca a cura del centro studi CISL FP "Lo stato del sistema sanitario e dei servizi di cura al cittadino. I numeri dell'emergenza" - i dati Ocse considerano anche gli infermieri che lavorano in regime di autonomia il cui massiccio aumento, a fronte della drastica riduzione del personale dipendente dal SSN, spiega perché anche in Italia il rapporto infermieri/abitanti è aumentato dal 2009 ad oggi, con aumento del personale precario.

Infermieri per 1.000 abitanti
Europa 2009 2017 SCARTO
Italia 5.2 5.8 + 0.6
Germania 11.4 12.9 + 1.5
Francia 8.2 10.4 + 2.2
Spagna 4.9 5.7 + 0.8
Regno Unito 8.5 7.8 - 0.7
FONTE: Elaborazione Cisl Fp su dati OECD Health Data

Un'ulteriore chiave di lettura della situazione arriva da una valutazione rispetto alla dotazione di posti letto per degenza ordinaria nel settore pubblico e nel settore privato suddivisa per regione, differenziata per acuti, lungodegenza e riabilitazione e messa in relazione con la popolazione media annua residente nell’arco di tempo osservato (2010-2017).

Tenendo a mente che il D.L. n. 70/2015 (considerato come spartiacque significativo in questa analisi dei dati) prevede tra gli standard quantitativi relativi all’assistenza ospedaliera che la dotazione di posti letto a carico dei Servizi nazionali regionali non superi il livello di 3,7 posti letto per mille abitanti, dalla ricerca condotta dal centro studi CISL FP è emerso come alcune regioni abbiano dovuto ridurre drasticamente le loro dotazioni, andando a inficiare gli standard quantitativi e qualitativi relativi all’assistenza ospedaliera.

Nasce il coordinamento nazionale professioni sanitarie CNPS-CISL FP

La questione della salute pubblica in Italia dunque è ben più complessa dello scarso numero di infermieri, per questo i professionisti della salute della CISL FP hanno deciso di riunirsi in un Coordinamento nazionale professioni sanitarie (CNPS), ufficializzato nel corso della conferenza stampa che si è tenuta nella mattinata del 2 ottobre a Roma, presso l’Auditorium Carlo Donat-Cattin, unitamente alla nomina del Dott. Michele Schinco quale Coordinatore.

Il CNPS – CISL FP - fa sapere il sindacato - rivendica la prosecuzione del percorso di valorizzazione e sviluppo delle professioni sanitarie, poiché è convinto della loro fondamentale funzione nel fornire risposte di qualità ed appropriate ai bisogni di salute della popolazione. È per questo, per dar sempre più spazio alle esigenze specifiche dei professionisti sanitari, che è nato il Coordinamento.

Allargare il riconoscimento del lavoro usurante per chi opera su turni, valorizzazione delle indennità, attivazione dell’intramoenia per tutti i professionisti della salute. E ancora: completamento del percorso iniziato sugli incarichi del personale con il CCNL 2016/18 in linea e continuità con quanto riconosciuto per gli incarichi della Dirigenza, valorizzazione della tassazione dei premi legati alla produttività e riconoscimento del valore dell'integrazione professionale con l’istituzione dell’autista soccorritore e dell’inserimento degli OSS in tutte le équipe assistenziali.

Questi gli obiettivi che si propone il Coordinamento, che - al contempo - rivendica la modifica dei modelli organizzativi in tutte le regioni Italiane che riportino al centro la persona, l'integrazione fra professioni sanitarie per la scelta dei migliori processi di cura, la riorganizzazione dell'offerta formativa (compresa quella ECM, portandola ad essere riconosciuta a tutti gli effetti come orario di lavoro) e la piena applicazione della legge 251/2000, istitutiva della dirigenza per le professioni sanitarie con il riconoscimento della totale autonomia.

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