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Fp Cgil: bene emendamento indennità professioni sanitarie

di Redazione

Pubblico Impiego

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Un passo nella direzione giusta. Così la Fp Cgil commenta l’emendamento approvato alla manovra che stanzia 100 milioni di euro per istituire un’indennità di tutela e promozione della salute a favore di una larga platea di professionisti della sanità pubblica, aggiungendo che: Va dato atto ai proponenti dell’emendamento di aver colto un punto reale, quello del rischio della determinazione di un conflitto interno al mondo del lavoro in sanità che la misura promossa dal Governo a favore della sola professione infermieristica e della dirigenza, peraltro non tutta, rischiava di ingenerare.

Indennità professioni sanitarie, Fp Cgil: passo verso giusta direzione

Nessuno, ovviamente – prosegue il sindacato – discute dell’opportunità di dare risposte economiche a infermieri, medici e dirigenti. Esigenza che esisteva prima della pandemia e che il dramma che sta vivendo il paese ha solo ulteriormente evidenziato. Assieme a occupazione e sicurezza, la questione economica è una delle tre rivendicazioni che stanno alla base della mobilitazione che insieme a Cisl e Uil di categoria stiamo portando avanti. Quello che non convinceva di quella soluzione era il meccanismo escludente nei confronti di lavoratrici e lavoratori che, per la parte di loro responsabilità, hanno partecipato e partecipano alla battaglia contro il virus e, più in generale, al funzionamento del servizio sociosanitario nazionale.

Inoltre, prosegue la Funzione Pubblica Cgil, nell’apprezzamento del lavoro svolto, e nella consapevolezza che uno stanziamento superiore non era nella disponibilità di chi si è fatto carico di proporre e difendere l’emendamento, fra tutti l’onorevole Elena Carnevali, va detto con chiarezza che le risorse sono sufficienti a dare un segnale ma non a esaurire le necessità di risposte, esattamente come inadeguate sono quelle previste fin dall’inizio a favore degli infermieri.

Manca alla maggioranza della rappresentanza politica una visione complessiva nel costruire le risposte che le lavoratrici e i lavoratori della sanità stanno aspettando da troppo tempo. Risposte che si possono costruire solo indirizzando risorse adeguate verso lo strumento che è deputato a questo scopo, che è il contratto nazionale, stanziandone anche una parte alla costruzione di un nuovo sistema di classificazione e delle carriere. Una scelta che, com’è noto, il Governo ha deciso di non adottare, conclude.

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