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contratto sanità

Firmato il contratto sanità

di Redazione

Pubblico Impiego

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Firmato in Aran il contratto sanità. Dopo il via libera della Corte dei Conti al contratto della sanità pubblica, l'Aran ha convocato tutti i sindacati per oggi 21 maggio alle 14.30 per la sottoscrizione

Contratto sanità, prima l'ok della Corte dei Conti, poi la convocazione e la firma in Aran

Il momento della firma in Aran

Cisl Fp: finalmente oltre un milione di lavoratori avrà il suo contratto

“Finalmente 1.200.000 lavoratrici e lavoratori dei comparti, dopo 9 anni di attesa, avranno il loro contratto collettivo nazionale di lavoro”. Lo dichiara, in una nota, Maurizio Petriccioli, riferendosi all’avvenuta sottoscrizione dei Ccnl Sanità Pubblica e Funzioni Locali. “Dopo anni di blocco delle contrattazione - prosegue -, il pagamento degli arretrati, gli aumenti concordati e i nuovi strumenti di tutela previsti nei contratti, daranno un sostegno importante al potere d’acquisto dei salari”. “Come Cisl Fp - conclude Petriccioli - chiediamo l’avvio immediato dei lavori della Commissione Paritetica al fine di affrontare, tra le altre cose, il tema della classificazione del personale”.

Nei giorni scorsi c'era stata la certificazione, da parte della Corte dei Conti, ai CCNL Sanità Pubblica e Funzioni Locali.

Librandi (Uil-Fpl): Con la firma all’Aran soldi in busta paga a giugno

Con la firma definitiva dei contratti per i lavoratori delle Funzioni Locali e della Sanità, si chiude il lungo percorso che ci ha portato al rinnovo del CCNL. Un passo in avanti concreto: dopo nove anni di attesa, siamo ripartiti. Così Michelangelo Librandi, Segretario Generale della Uil-Fpl.

Nella busta paga del mese di Giugno i lavoratori avranno tutti gli arretrati e in seguito scatteranno gli aumenti contrattuali previsti. Questo è solo un punto di partenza: adesso faremo partire i lavori della Commissione paritetica per la revisione della classificazione del personale e presenteremo il prima possibile le piattaforme per il rinnovo contrattuale del triennio 2019-2021, prosegue il sindacalista, che conclude: Fin da subito i nostri rappresentanti nelle Aziende Ospedaliere e negli enti locali lavoreranno per rilanciare la contrattazione decentrata e per il riconoscimento delle tutele e delle professionalità dei lavoratori.

Fials:  Abbiamo firmato per non essere esclusi dalle singole trattative

La Fials ha firmato il testo definitivo, non solo perché è stata accolta ed inserita nel Ccnl la dichiarazione congiunta proposta, ma per ben due ragioni fondamentali:

  • per essere presenti con le nostre posizioni all’interno dell’istituenda commissione paritetica, prevista nel Ccnl, per ridefinire la nuova classificazione (carriera dei dipendenti), con il superamento dei ruoli previsti dall’ex DPR 761/79 e le nuove progressioni economiche;
  • per non essere esclusi (non firmando il Ccnl) nelle singole trattative a livello di Aziende ed Enti e non lasciare l’azione negoziale solo ad altre OO.SS. con l’impossibilità di tutelare i propri iscritti.

Ci attendono, ora, altre tappe fondamentali. Dal prossimo 29 maggio al ministero della Salute si apre il confronto sulla classificazione, normativa concorsuale del personale di ricerca IRCCS e IIZZSS pubblici che fanno parte del Ccnl della sanità con la recente legge di bilancio 2018. Confronto che seguirà, simultaneamente, all'Aran, solo con le organizzazioni sindacali firmatarie del contratto del comparto sanità, per la trattativa del contratto integrativo al Ccnl per lo stesso personale di ricerca. Ed ancora, si attende la convocazione dell'Aran per l’insediamento della Commissione Paritetica – organizzazioni sindacali firmatarie del Ccnl ed Aran -, previsto nell’ambito di questo contratto, alla quale, diversamente da precedenti esperienze, viene assegnato un preciso mandato, da attuarsi con una procedura coinvolgente e all’interno di un tempo prestabilito. Un lavoro ampio, complesso e funzionale al nuovo contratto per il triennio 2019-2021, quello della commissione paritetica, al quale la Fials, che rappresenta tutte le professioni del sistema sanitario, non poteva e non può certamente sottrarsi con la mancata firma del contratto nazionale.

Nursing up non firma

Di natura diametralmente opposta è la posizione del sindacato Nursing Up, che anche oggi non ha firmato come già lo scorso 23 febbraio, nonostante le modifiche al testo.

“Si tratta di modifiche apportate al testo da parte dell'Aran ed effettuate da quest'ultima in maniera unilaterale solo dopo le diffide e gli interventi del Nursing Up. In ogni caso le variazioni preannunciate - che peraltro non abbiamo ancora letto nella versione ufficiale trascritta sul nuovo Ccnl - non sembrano lasciare presagire nulla di nuovo, in particolare sotto il profilo economico, rispetto alla preintesa sottoscritta il 23 febbraio scorso”. Così il presidente del Nursing Up Antonio De Palma commenta l'epilogo finale dell'iter contrattuale.

"Non si interviene sul deprecabile impianto di attribuzione degli incarichi, non si elimina la deroga al riposo continuativo di 11 ore per la pronta disponibilità passiva e si mantiene fermo il sistema delle indennità, alcune confermate negli importi vigenti ante euro - conclude De Palma -. Più in generale, per come la vediamo noi si assevera un impianto contrattuale che Nursing Up ha contestato fortemente perché ritenuto iniquo, sperequativo e precarizzante”.

Uls: Gravi responsabilità dei sindacati firmatari

Ad una prima veloce lettura dei nuovi aspetti normativi salta agli occhi, tra i diversi istituti modificati, quello del lavoro straordinario e della percentuale di lavoro precario - dicono Antonino Gentile e Anna Rita Amato del direttivo nazionale Uls Unione Lavoratori Sanità in una nota -. L’uno, in precedenza non considerato fattore ordinario di programmazione del lavoro, diventa obbligatorio a meno che il singolo dipendente si umili con il dirigente a dare giustificati motivi d’impedimento per motivi personali o famigliari, fattispecie non degna a nostro avviso del concetto di dignità di ogni lavoratore. L’altro aspetto, quello del precariato, fattore che il sindacato deve combattere, vede in aumento dal 7% al 20% la percentuale dei contratti a tempo determinato e di somministrazione che le aziende ed enti potranno utilizzare per non assumere personale a tempo indeterminato. Se da una parte il mondo del lavoro in Italia vede una drammatica condizione del precariato a tutti nota, dall’altra si consente il perdurare di tale condizione con l’avvallo degli stessi sindacati che dovrebbero contrastarla ed invece l’autorizzano nei rinnovi contrattuali.

A nostro parere – concludono i due sindacalisti- la dignità della classe lavoratrice, negli anni penalizzata e sfruttata da politiche indecenti di tagli, ha subito l’ennesimo colpo basso che fa arretrare sempre più i diritti e riduce qualitativamente la portata assistenziale in un sistema di salute a rischio di essere sempre meno universalistico.

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