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Rinnovo contratti sanità, la partita sarà ancora lunga

di Sofia Guerra

Pubblico Impiego

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Il confronto per il rinnovo del contratto nazionale del comparto sanità è iniziato. Ma tutti i dubbi sul futuro degli infermieri restano, così come emerge dalla riflessione di Sofia Guerra, collega infermiera che spera di vederci presto chiaro sulla questione del riconoscimento della figura del professionista esperto e di quello specialista, oltre alla spinosa questione dell’aumento di uno stipendio fermo da troppo tempo.

Inizia il confronto per il nuovo contratto di lavoro, ma i dubbi restano

Dal rinnovo del ccnl gli infermieri si apsettano aumento di stipendio, riconoscimento delle competenze avanzate e la modifica dell'organizzazione del lavoro

Nei giorni scorsi c’è stato all’Aran il primo incontro per il rinnovo del contratto del personale del comparto del Servizio sanitario nazionale. Sono previsti tre tavoli di lavoro di cui il primo sarà sulle nuove aree e sulla classificazione del personale. Nella classificazione del personale c’è la novità del professionista specialista.

Mi sono detta: finalmente! Questa è una buona notizia. Le aspettative nei confronti del nuovo ccnl sono tante e diffusamente concentrate su tre elementi: avere finalmente un aumento dello stipendio, avere il riconoscimento oggettivo delle capacità individuali e che ci sia il cambiamento dell’organizzazione del lavoro. Che si inizi con il tavolo sulla classificazione del personale è quindi buono.

Così pensando, ho letto le prime dichiarazioni uscite su quell’incontro: la dichiarazione del Presidente dell’Aran, la dichiarazione della presidente Ipasvi e quelle di alcuni sindacati. Leggendo le dichiarazioni mi sono venuti in mente gli articoli che Nurse24.it ha pubblicato sull’Atto di indirizzo per il contratto un paio di mesi fa.

In quegli articoli gli autori esprimevano perplessità e dubbi su alcuni contenuti dell’Atto e ipotizzavano che era possibile che non si sarebbe potuto dare concretezza alle aspettative di uno sviluppo vero di carriera.

Il presidente dell’Aran parla di evoluzione dell'organizzazione del lavoro (…) particolarmente dinamica ed innovativa (…) iniziando dalla nuova e più congeniale riaggregazione dei profili nelle nuove aree sanitaria, sociosanitaria, ecc.” in cui rientrano “le nuove tipologie di incarichi non solo organizzativi e gestionali, ma anche professionali prevedendo il professionista esperto e quello specialista.

Nell’articolo, che oltre a riportare le dichiarazioni del presidente dell’Aran riferisce le espressioni di alcuni sindacalisti presenti, si legge che i sindacati hanno chiesto quali professioni si ipotizza di inserire (nella funzione di professionista specialista) e quali i contenuti delle nuove aree e di valutare con attenzione cosa possa essere immediatamente esigibile e cosa, invece, richiederebbe interventi di altra natura, normativi o amministrativi per poter far parte della contrattazione decentrata.

Ossia i sindacati presenti hanno chiesto quali professioni potranno avere l’incarico di professionista esperto e di professionista specialista; cosa si potrà fare subito e cosa si potrà fare solo dopo l’intervento di altri soggetti.

Ho immaginato si riferissero, ad esempio, all’Osservatorio delle professioni sanitarie che deve indicare quali sono i master giusti per avere l’incarico di professionista specialista. Percorso non rapido, dunque, e nemmeno facile e forse anche non del tutto corretto.

Penso anch’io come altri che dovrebbe essere il ministero della sanità a dire su quali bisogni vuole utilizzare l’infermiere specialista e non il Miur a dire quali (sulla base di cosa? Speriamo di un concerto con il ministero della salute) master sono validi e cosa ritiene di mettere a disposizione per affrontare i bisogni di salute emergenti

La Presidente Ipasvi invita i sindacati a chiudere in fretta la partita; dice che Spetterà poi all’Osservatorio nazionale per le professioni sanitarie prevedere i vari percorsi formativi, compreso, per la laurea magistrale il nuovo indirizzo clinico, implicito nella nuova figura di professionista specialista.

Mi sono interrogata sul significato da dare al termine “implicito”. Evidentemente “implicito”, nel senso semantico ossia “necessariamente incluso o deducibile anche se non espressamente enunciato o manifesto”. Non può essere che così, visto che nell’Atto di indirizzo del Comitato di settore, di laurea magistrale non si parla proprio e tanto meno, quindi, di laurea magistrale ad indirizzo clinico. Temo che la partita non si chiuderà in fretta!

Il segretario generale del sindacato Fsi-Usuae dice: Partito a razzo il tavolo contrattuale del comparto sanità ha esaurito il suo sprint sulla questione delle risorse”. Sul metodo di lavoro “(…) la condivisione è quasi scontata. Così non sarà però quando si entrerà nel merito delle questioni e già oggi nelle repliche più di qualche organizzazione lo ha anticipato. Ci sono infatti alcune questioni su cui il disaccordo è palese (…) Con le risorse che ci sono la direttiva è il libro dei sogni (…) dobbiamo porci l'obiettivo di determinare quali sono i meccanismi (…) anche temporanei, che consentano alle professioni sanitarie di avere aperta la carriera con l'accesso alla dirigenza – sia pure di tipo professionale (…) Se non viene risolto questo problema, vi è il rischio che (…) introducendo le nuove figure (…) si vada a schiacciare verso il basso tutti gli altri professionisti.

Mi aumentano i dubbi, soprattutto per la figura del professionista sanitario specialista.

Il segretario nazionale del NurSind-Cgs dice: La stessa istituzione dell’infermiere specialista ed esperto non può e non deve, infatti, risolversi esclusivamente in maggiori oneri per il lavoratore. Continua poi affermando che: (…) il faro rimane quello di garantire sicurezza e qualità delle cure (…) un obiettivo – conclude – che non può non passare anche attraverso il rispetto della professione a partire da un adeguamento stipendiale che tenga conto pure di tutti i costi specifici a carico degli infermieri (…) spese di formazione, copertura assicurativa e iscrizione all’Albo.

Anche qui, di nuovo, mi sorge qualche preoccupazione sulla figura dell’infermiere specialista.

La Fials ha reso pubblico un documento molto articolato pur se di carattere generale, dove riporta le sue posizioni su molteplici aspetti che ritiene debbano essere affrontati e risolti positivamente nel nuovo ccnl. Un bel documento, che credo però sia di non facile realizzazione.

Che dire, staremo a vedere… con qualche entusiasmo in meno!

Sofia Guerra, Infermiera

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